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La brutta scuola non elimina il precariato! Il Presidente del Consiglio scriva agli 80mila precari impegnandosi a pagarli

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

11/11/2015
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Come al solito il Presidente del Consiglio capovolge la realtà. 

Il piano straordinario di immissioni in ruolo è sicuramente un fatto positivo rivendicato da anni dal sindacato. La sentenza della Corte di Giustizia Europea ha imposto al Governo di stabilizzare tutto il personale della scuola, docente e ATA, con più di 36 mesi di servizio e sui posti disponibili. In realtà il Governo ha lasciato fuori dai processi di stabilizzazione tutto il personale ATA, 23 mila insegnanti dell'infanzia, le seconde fasce.

Le organizzazioni sindacali unitariamente hanno attivato un’impugnativa per rivendicare le stabilizzazioni anche per questi lavoratori. Stiamo parlando di oltre 100 mila precari! Le supplenze aumentano generando nuova precarietà. Quindi è falso affermare che con la brutta scuola si elimina il precariato. Non è chiaro se coloro che saranno immessi in ruolo con la fase C  andranno a potenziare l'offerta formativa o a tappare i buchi dovuti a carenza di organico mortificando professionalità e competenze. Fino a ora non si riscontra alcun miglioramento della qualità dell'offerta formativa perché la brutta scuola non risolve nessuna delle tante criticità del sistema scolastico. Ma tutto viene affidato a meccanismi autoritari come bonus, classifiche, chiamate dirette degli insegnanti, mancato rinnovo del contratto e messa in discussione della contrattazione.

Il Presidente del Consiglio dovrebbe mandare una lettera agli 80 mila precari della scuola che non ricevono gli stipendi da due mesi impegnandosi a pagarli.

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