Nessuna risposta per i comparti della conoscenza dai decreti del Governo. Bloccate le retribuzioni per tutto il 2014
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
Il Governo rinvia le risposte alle tantissime emergenze nei comparti della conoscenza e in particolare nei comparti scuola, Afam e ricerca. Si rimandano decisioni urgentissime e quindi non si danno soluzioni per il personale precario amministrativo e tecnico della scuola che rischia di vedere sfuggire per il secondo anno di seguito la possibilità delle immissioni in ruolo, quindi al personale inidoneo all’insegnamento e agli ITP appartenenti alle classi C999 e C555 che ormai dal 2011 vive una situazione di incertezza insostenibile rispetto alla prospettiva di essere coattivamente fatto transitare sui ruoli amministrativi tecnici. Nei prossimi mesi migliaia di precari ATA rischiano di ritrovarsi disoccupati. Il Presidente del Consiglio Letta ha annunciato interventi sull'istruzione ma occorre indicare tempi e risorse disponibili.
La FLC CGIL chiede al Parlamento e al Governo un atto di responsabilità verso questo personale ingiustamente vessato. Così come non si danno risposte sulla stabilizzazione dei posti di sostegno per gli alunni disabili, il dimensionamento e per "quota 96" come richiesto dalla stessa Ministra Carrozza. Identica condizione di attesa anche per l’Alta formazione artistica e musicale che non vede risolte le emergenze del precariato e degli istituti musicali pareggiati la cui situazione è drammatica.
Su università e ricerca non si offrono risposte reali per i precari e per il rilancio del reclutamento. Anzi, si rischia l'asfissia per l'effetto combinato di mancanza di risorse, blocco del reclutamento e scadenza dei contratti. Gli interventi sul diritto allo studio sono molto parziali mentre molti atenei a causa dei tagli intendono aumentare ulteriormente le tasse. Gli unici investimenti concreti riguardano l'edilizia scolastica e gli arredi che sono sicuramente importanti ma rappresentano solo una parte degli interventi necessari per la scuola pubblica.
Come abbiamo più volte ribadito bisogna passare dalle parole ai fatti. Non si può sempre giustificare l'assenza di risposte con la ristrettezza delle risorse dopo aver massacrato con i tagli epocali la scuola, l'università, la ricerca e l'Afam.
Ribadiamo che siamo radicalmente contrari nel pubblico impiego all'ulteriore blocco dei contratti, dei salari e degli scatti d'anzianità che aggraverebbe la condizione dei lavoratori in tutti i comparti della conoscenza.
Senza una inversione di tendenza sarà un autunno caldissimo a partire dai primi giorni dell'inizio del nuovo anno scolastico.