Nuovi tagli per la scuola? Pantaleo: non c'è più niente da risparmiare
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
Il Governo sta per varare un nuovo piano di tagli sulla scuola. Questa volta l'affondo lo farebbe nei confronti delle spese di funzionamento e delle segreterie che sarebbero gestite "a mezzo" tra più istituti. Il risparmio annunciato sarebbe di circa un miliardo di euro.
Per questa via si vorrebbe sostenere che i tagli servono a migliorare l'efficienza del servizio e non sono lineari. Non è vero perché l'unico scopo è proseguire con la demolizione della scuola pubblica in perfetta continuità con il Governo Berlusconi.
Tagliare ancora sulla scuola avrà solo un effetto depressivo sul piano sociale e sulla crescita economica del Paese. Al Governo vogliamo dire che questa strada è sbagliata come lo era quella del Governo precedente. Per crescere e per affermare una maggiore uguaglianza bisogna investire in conoscenza.
È giusto combattere gli sprechi. La FLC lo chiede da tempo indicando (vedi i 10 provvedimenti salva scuola) alcuni semplici interventi per rimettere un po' di ordine nella scuola, rendere trasparenti i bilanci, dare certezza sulle risorse restituendo, attraverso un piano pluriennale, i crediti, quasi due miliardi di euro, che esse vantano nei confronti del Miur, liberare segreterie e docenti dalle molestie burocratiche che subiscono ogni giorno.
Ma il Ministro e il Governo fanno orecchie da mercante e invece di assumersi la responsabilità di intervenire per arginare lo sfacelo che c'è nelle scuole sembrano indifferenti all'ostilità mostrata da alcuni direttori generali del ministero che anziché lavorare per il bene della scuola pubblica ne complicano la gestione quotidiana, come dimostra l'ultima circolare sul pagamento delle supplenze. È evidente che da un Governo liberista che intende smantellare l'intervento pubblico, ridurre i diritti dei lavoratori e privatizzare i beni comuni non ci si può attendere nulla di positivo per il benessere delle persone e per garantire una maggiore giustizia sociale.
Giù le mani dalla scuola pubblica. Non c'è più niente da risparmiare. C'è solo da riparare alle nefandezze commesse da Gelmini, Tremonti e Brunetta e restituire il maltolto ai cittadini a cui sono stati ridotti qualità e quantità dell'offerta formativa.
Se le misure annunciate non verranno ritirate, le azioni di protesta e di mobilitazione fino allo sciopero non tarderanno ad arrivare.