Per un welfare universale: parte la campagna della FLC CGIL
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
La FLC CGIL lancia la campagna in tutti i comparti della conoscenza "Il lavoro è discontinuo, la vita NO" per rivendicare diritti e tutele per chi lavora con contratti precari, chi ha attività discontinue, chi lavora da free lance, che per un paradosso del nostro sistema di welfare sono i soggetti più esposti ai rischi ma anche i meno tutelati dallo Stato sociale.
Nella scuola, nell'università, nella ricerca, nelle accademie e nei conservatori sono centinaia di migliaia le lavoratrici e i lavoratori precari, moltissimi dei quali rimasti senza contratto di lavoro o a rischio espulsione, costretti a gravare sul sostegno delle famiglie d'origine perché per loro il welfare prevede poco o niente.
Con la campagna "Il lavoro è discontinuo, la vita NO" la FLC CGIL, insieme a tutte e tutti coloro che vorranno animarla, avanza al Parlamento delle richieste minime di civiltà:
- stabilizzazione dei rapporti di lavoro
- estensione del sostegno al reddito nelle fasi di non lavoro anche a chi lavora con contratti precari
- istituzione di un reddito minimo per liberarsi dal ricatto del "lavoro-a-qualsiasi-condizione" che grava sulle tante e i tanti giovani del nostro Paese, su chi è senza lavoro, chi lo cerca, chi vuole studiare
- sostegno alla malattia a prescindere dal contratto di lavoro; diritto universale alla maternità anche per chi il lavoro non ce l’ha o lo ha a termine.
Vogliamo aprire un grande dibattito pubblico nel nostro Paese su come si assicura un futuro ai più giovani e ai meno giovani, ai lavoratori stabili e precari e a chi un lavoro non ce l'ha ancora, su come garantire opportunità e non lasciare da soli i tanti "cervelli" costretti a fuggire all'estero.
Per questo la FLC CGIL attiverà un percorso di iniziative e dibattiti sul welfare e sui diritti universali da assicurare a prescindere dalla tipologia di lavoro e anche a coloro che un lavoro non ce l'hanno.