Provvedimento anti-crisi: segnali positivi ma insufficienti per dare soluzioni credibili ai precari
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil.
I provvedimenti anti-crisi del Governo, pur segnando alcuni punti importanti di avanzamento, non sono sufficienti a dare soluzioni credibili per tutti i precari ed a eliminare completamente le norme inique sulla malattia.
Il termine del 30 giugno 2009, come data ultima per le stabilizzazioni, viene cancellato e le procedure non si esauriscono al 31 dicembre 2009 ma nel triennio 2010-2012.
Non vengono risolti i problemi degli enti di ricerca che non possono assumere perché bloccati dalla impossibilità di ripristinare il turn over e dai vincoli delle dotazioni organiche come INGV e INFN. Stesse difficoltà per le Università soffocate dai vincoli finanziari derivanti dai pesantissimi tagli.
Non sono state previste norme per prorogare i contratti di collaborazione di Ispra e Istat i cui 500 precari sono da oggi a casa perché licenziati.
Per la scuola non c’è assolutamente nulla nonostante il Ministro Gelmini si sia impegnato con le organizzazioni sindacali ad attivare un piano di interventi che evitasse il licenziamento di 18.000 docenti e personale ATA con supplenze annuali.
Circa la malattia sono state superati aspetti fortemente penalizzanti relativi alla reperibilità, all’incidenza delle assenze su alcuni istituti contrattuali, al pagamento da parte del SSN delle visite fiscali e non più da parte dei fondi di istituto delle scuole, ma restano i tagli sul salario accessorio.
Le iniziative di mobilitazione promosse dalla FLC Cgil hanno prodotto i primi risultati ma occorre andare avanti per garantire il lavoro ai precari della scuola, dell’università e della ricerca a partire dalla proroga di tutti i contratti per quei lavoratori che non rientrano nei processi immediati di stabilizzazione.
Allo stesso tempo bisogna opporsi con decisione ai contenuti del decreto Brunetta che intende demolire la contrattazione e i diritti dei lavoratori pubblici per lasciare campo libero all’arbitrio e alle clientele.
Roma, 1 luglio 2009