Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Comunicati stampa » Comunicati FLC CGIL » Reclutamento: il Ministro Profumo dimentica che in uno stato di diritto la Costituzione e le leggi vanno rispettate

Reclutamento: il Ministro Profumo dimentica che in uno stato di diritto la Costituzione e le leggi vanno rispettate

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

13/02/2012
Decrease text size Increase  text size

La FLC CGIL esprime la più netta contrarietà a quanto contenuto nella proposta di legge, in tema di reclutamento diretto dei docenti da parte delle istituzioni scolastiche, deliberato alcuni giorni fa dalla Giunta regionale della Lombardia.

Riteniamo questa proposta una gravissima prevaricazione delle norme costituzionali che delegano allo Stato la competenza a definire le modalità di reclutamento. Non ci stupisce che Formigoni e la neoassessore Aprea seguano una deriva di stampo leghista.

Ci stupisce, invece, che siano assecondati su questo versante dal Ministro Profumo. Avremmo auspicato che il Ministro, responsabilmente, invece di dichiarare disponibilità ad aprire tavoli con singole regioni su questo tema, chiedesse a Regione Lombardia il rispetto delle leggi nazionali e della Costituzione.

Vogliamo ricordare al Ministro che le vere urgenze della scuola sono altre: definire piano di stabilizzazioni, attribuire risorse e organici che restituiscano alla scuola la dignità compromessa dai tre anni di tagli operati dal precedente Governo e rispondano all'aspettativa dei docenti precari che da anni profondono professionalità nella scuola italiana.

Vogliamo ancora ricordare che la FLC CGIL si opporrà con durezza e con ogni mezzo ad ogni forma di stravolgimento delle leggi che metta in discussione la trasparenza e l'equità dei percorsi di reclutamento.

Chiediamo quindi al Ministro di aprire con urgenza un tavolo di confronto sul reclutamento con le organizzazioni sindacali prima di prendere impegni anticostituzionali e, ancora, chiediamo come intenda dar seguito al piano triennale di stabilizzazioni licenziato dal precedente Governo.