Scuola: i numeri delle chiusure forzate e delle assenze per Covid impongono un ripensamento sui provvedimenti governativi
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
Roma, 10 gennaio - Le notizie che ci vengono dalle scuole non sono affatto tranquillizzanti. Il 15 % degli alunni e il 20% del personale assenti - dati che raccogliamo empiricamente con i nostri contatti sui posti di lavoro - parlano di una realtà che difficilmente può dirsi di normalità.
E non crediamo sia giusto minimizzare facendo operazioni valutative di relativizzazione - la scuola è l’unica realtà che chiuderebbe, gli assenti sono nella norma, non si è raggiunto il picco ecc. - perché poi i fatti vanno in tutt’altra direzione: i comuni e le regioni si muovono in ordine sparso e vanno per la loro strada. Le scuole medesime, in assenza di personale, riducono il servizio e vengono costrette a mandare all’aria ogni seria programmazione.
Si giunge perfino alle inaccettabili scelte demagogiche come quelle del Presidente della Regione Puglia che ha invitato le famiglie a denunciare i dirigenti scolastici che, seguendo la legge, non accettano di far svolgere la didattica a distanza, qualora le famiglie medesime (contro la legge) la chiedano, e a promettere loro in questo caso appoggio giudiziario davanti al TAR pugliese.
Per assumere le giuste decisioni andrebbero presi in considerazione i dati reali che il Ministero dovrebbe rendere noti: quanti sono gli alunni assenti, quanti assenti fra i docenti, quanti fra i componenti del personale ATA. Anche perché, se questa è la situazione si pongono molti problemi di gestione: l’impossibilità di trovare i supplenti, l’assurda approssimazione di indicazione circa la modalità di verifica delle vaccinazioni da parte degli alunni (pare che da ultimo lo stesso Ministro abbia invocato il buon senso della certificazione sulla parola da parte delle famiglie !), la mancata disposizione circa la dotazione delle mascherine FFP2 (chi le deve comprare ? le scuole? o le fornisce il generale Figliuolo?), la situazione lavorativa dei fragili esentati dalla vaccinazione e comunque impossibilitati a stare a scuola, e molto altro ancora…
E’ innegabile che il personale della scuola, a partire dai dirigenti scolastici, per rispondere ad una esigenza di immagine, che è solo esigenza del governo, è sottoposto ad uno stress lavorativo inaudito: deve esser sul chi vive 24 ore su 24, aggiornando i dati, rispondendo alle famiglie, rivedendo continuamente lo stato della didattica e del servizio, rimanendo in balia dei continui cambiamenti che l’andamento de contagio impone, classe per classe, plesso per plesso, giorno per giorno, ora per ora.
Chiudere gli occhi di fronte a tutto ciò, andare avanti come se nulla fosse e negare la DaD (da adottare naturalmente per un tempo che sia il più limitato possibile) per scelta ideologica, porta a sbattere contro la realtà, che ha sicuramente la testa più dura del governo e che si sta imponendo nei fatti. Una DDI limitata al massimo avrebbe come motivazione e scopo l'adozione, in questo tempo di limitata chiusura, delle misure necessarie per riaprire in totale sicurezza ( prime fra tutte lo screening di massa nelle stesse sedi scolastiche e le mascherine ffp2 per tutti)"