Scuola, reclutamento docenti. La chiamata diretta? E’ già fallita. Rimettiamo al centro la formazione in ingresso
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL
Roma, 22 settembre - Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza parla espressamente di una riforma del reclutamento dei docenti da definire entro il 2021. Il tema è quanto mai urgente e il dibattito nel merito potrebbe rientrare già nella discussione della legge di bilancio 2022.
L'importanza della riforma non sfugge ai portatori di interesse, tanto che c'è chi riprova a parlare di "chiamata diretta" da parte degli istituti, nonostante il fallimento plateale di questo sistema già sperimentato con la renziana "buona scuola".
Di una semplificazione delle procedure e di formazione continua ha parlato il ministro Bianchi nel discorso di inaugurazione dell'anno scolastico, ma attenzione a non svilire la professionalità docente, come hanno fatto i concorsi a quiz delle discipline STEM.
Per la FLC CGIL i punti fermi della prossima riforma dovranno essere due: innanzitutto la formazione in ingresso, intesa come momento chiave della professione docente, perché quando manca diventa difficilissimo recuperare il gap nella vita professionale successiva. E poi, l’unione di formazione e reclutamento in un unico sistema integrato, con un modello formativo strutturato e costruito in collaborazione tra scuola e università.