Scuola: su formazione e valutazione insegnanti misure inaccettabili
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza
Roma, 2 maggio - Le proposte in materia di formazione in servizio e valutazione degli insegnanti contenute nel decreto legge 36 approvato il 30 aprile scorso sono, per la FLC CGIL, inaccettabili.
Sempre e solo per decreto. La comunità scolastica non merita tutto questo
Il Governo introduce per legge la valutazione degli insegnanti, scavalcando il contratto e finanziandola attraverso il taglio di circa 10 mila cattedre e la riduzione dei finanziamenti già esistenti della card docenti e dei fondi della legge 440/97 sull’autonomia scolastica.
La valutazione prevista dal decreto è tutta incentrata sulla formazione in servizio, con un percorso triennale fatto di valutazioni intermedie e finali nelle quali il docente deve dimostrare di aver raggiunto un adeguato livello formativo. L’accesso ai percorsi di formazione diventerà obbligatorio per i docenti immessi in ruolo in seguito all’adeguamento del contratto collettivo, che viene chiamato in causa solo per stabilire i miseri compensi una tantum: meno di 2000 euro netti dopo i tre anni di formazione!
La partecipazione alle attività formative si svolgerà fuori dell’orario di insegnamento prevedendo l’esclusione di circa 200 mila docenti a tempo determinato e un'incomprensibile differenza della durata dei percorsi tra i diversi ordini di scuola (15 ore di formazione per i docenti della scuola dell’infanzia e primaria e 30 ore per quelli della secondaria).
La norma, dunque, aumenta l’orario di lavoro prevedendo ore aggiuntive obbligatorie sia per la formazione che per ulteriori attività integrative, crea una netta divisione tra i docenti, tra i diversi ordini e tra lavoratori di ruolo e supplenti, e si sostituisce al contratto collettivo che per noi resta l’unico strumento che può regolare il rapporto di lavoro, il salario e la valorizzazione della professionalità. Non solo, stabilisce anche che il compenso finale una tantum venga attribuito in maniera selettiva e a non più del 40% dei docenti che hanno partecipato alla formazione.
Fino a quando dal decreto non verranno stralciate le parti di esclusiva pertinenza del CCNL e non verranno investite nuove risorse che non sottraggano soldi da partite già esistenti, per la FLC CGIL non ci sarà alcuno spazio di confronto.
Il Governo e il Ministro ritirino subito questa proposta impraticabile e aprano il confronto con le parti sociali. In caso contrario si assumeranno la grave responsabilità di gettare le scuole nel caos e di affrontare l’inevitabile mobilitazione delle organizzazioni delle lavoratrici e dei lavoratori.