Sciopero generale della conoscenza e manifestazione nazionale a Roma

  • 13:30

    LA MANIFESTAZIONE SI CONCLUDE SULLE NOTE DI BELLA CIAO

    La manifestazione sta per concludersi, ma prima che i palloni salgano verso il cielo e le bandiere vengano arrotolate, c'é un modo un po' particolare di salutare e ringraziare i partecipanti: sono le note di Bella ciao accompagnate dal battito delle mani dei tre segretari della Cgil che si fonde con le musiche del gruppo La Casa del Vento.

    Il video su YouTube .

    È solo un arrivederci, l'accorato appello di Guglielmo Epifani alla difesa della Costituzione non può rimanere inascoltato. Così come, da oggi stesso, l' istruzione, la formazione e la ricerca, hanno un motivo in più per essere ascoltati dal governo.

  • 13:20

    ULTIMI AGGIORNAMENTI DALLE ALTRE PIAZZE

    Ancora un aggiornamento da Milano. Con gli interventi di Enzo Moriello, Segretario Generale della FP Cgil della Lombardia, Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale della FP Cgil e Nino Baseotto, Segretario Generale della Cgil Lombardia, si è conclusa la manifestazione che ha portato in Piazza più di 70.000 lavoratori. Durante il corteo è stata depositata una corona di fiori a Piazza Fontana in memoria delle vittime dell'attentato alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, di cui domani ricorre il 40° anniversario.

    A Napoli si è concluso il corteo a Piazza del Gesù con l'intervento di Antonio Crispi, Segretario Nazionale della FP Cgil. Alla manifestazione hanno partecipato più di 10.000 lavoratori del pubblico impiego, rivendicando fondi per il rinnovo del contratto nazionale e la stabilizzazione dei precari.

  • 13:10

    Guglielmo Epifani, segretario generale CGIL, conclude la manifestazione.

    Il senso di questa giornata.
    Sabato di tre settimane fa - ricorda Epifani - eravamo sempre in questa piazza a manifestare contro la crisi industriale del Paese, contro la perdita di lavoro di migliaia di persone, in cassa integrazione, persone senza futuro. Il suo pensiero va a quella giornata in questa piazza perché la Padania di oggi dice: ma quali soldi ai lavoratori romani, pubblici; noi i soldi li vogliamo dare agli operai. Ma la piazza di oggi è la stessa di quel sabato, perché "le nostre piazze non dividono, le nostre piazze uniscono".

    Loro vogliono dividere, noi unire e il guaio è che il Governo non dà risposte a nessuno, non riconosce ruolo, dignità, rispetto a chi lavora, a chi svolge funzioni essenziali. La riprova è la Finanziaria, dove non c'è nessun investimento, nessuna risposta ai lavoratori precari, nessuna risposta ai pensionati, nessuna risposta ai giovani.

    Questo governo ha fatto qualcosa per investire dove è necessario farlo? NO!
    La nostra è una manifestazione profondamente confederale, sindacale e certamente politica, perché in ballo c'è l'avvenire dei lavoratori e del Paese.
    Come fa un Governo a non fare come fanno gli altri Governi dei paesi travolti dalla crisi? Tutti gli altri investono in ricerca, formazione, sanità.

    Quando c'è la crisi i più deboli hanno più bisogno di scuola, università, sanità pubblica.
    "Noi non diremo ai nostri figli di andare all'estero. Noi non ci vogliamo rassegnare, non lo faremo mai!"

    Il senso di questa giornata non è la difesa corporativa di nessuno.
    Noi con questa giornata diciamo di investire su scuola, università per i giovani. Ai giovani diciamo che il futuro è vostro e noi non vi lasceremo soli. Questa mattina tre insegnanti di città diverse hanno fermato Epifani per dirgli: "stanno uccidendo la nostra scuola pubblica. Bisogna fare qualcosa!"

    Dove sono le promesse di questo Governo?
    Non vediamo insegnanti di sostegno, ma soldi alle private, una scuola secondaria superiore in stato confusionale, l'Università in cui ogni giorno, Rettore per Rettore dichiarano di non farcela ad andare avanti, non ce la fanno a garantire il diritto allo studio, a dare strutture ed ambienti decenti a chi studia.
    Scuola, università, ricerca, sanità, sono essenziali per il cittadino e per il Paese!
    Non bisogna inventarsi niente: basta riconosce che sono patrimonio nazionale, cui occorre dare senso, riconoscimento.

    E non va bene centralizzare le risorse.
    Cara Lega - si interroga Epifani - ma non lo vedi che si tagliano i soldi ai Comuni, che il TFR tolto ai lavoratori privati viene utilizzato per coprire i buchi del bilancio dello Stato?

    Come uscirà il Paese dalla crisi?
    Contratti non rinnovati, precari a casa, pressione fiscale solo su di noi, lavoratori e pensionati. E ancora, "lo voglio ripetere: consideriamo lo scudo fiscale una vergogna per un paese civile. È un regalo a chi ha violato le leggi e non si rispettano quelli che le tasse le pagano,quelli che se non pagano una multa si vedono pignorata la casa". Non si può essere forti con i deboli e deboli con i forti!

    Se si continua a non fare nulla - è l'amaro commento di Epifani - il Paese uscirà più stremato, chi vive del proprio lavoro starà sempre peggio mentre meglio staranno quegli altri. Il Paese per cui lottiamo è un Paese serio, che chiede sacrifici a chi può farli e sostiene i deboli. Ancora oggi, invece, non sappiamo cosa sarà dei pensionati, del patto per la salute.

    Ieri i sindaci con il tricolore hanno chiesto che non gli vengano tagliate risorse. Ma forse - precisa Epifani - si vuole anche per questa via che Comuni ed Enti locali non siano più presidio democratico sul territorio, come si sta facendo del Parlamento, cui si rende impossibile discutere, emendare...
    Non si convocano di nascosto le altre Organizzazioni sindacali.
    Non si taglia anche sul volontariato.

    Scuola, università, come scritto nella nostra Costituzione, sono presidio di legalità e democrazia!
    La Costituzione non ce l'ha regalata nessuno, è frutto della lotta di Liberazione dal fascismo. Si può modificarla ma non come se fosse un ferro vecchio del passato.
    "Per noi la Costituzione è il nostro passato, il nostro presente e deve rimanere il futuro del Paese!". Qualche anno fa c'è stato un pesante attacco alla Costituzione repubblicana, e noi, insieme a Presidenti della Repubblica, non di parte ma consapevoli del ruolo istituzionale ricoperto, abbiamo costituito il Comitato "Salviamo la Costituzione". Ci siamo mobilitati e vincemmo quel Referendum.

    L'appello di Epifani.
    Nel proseguire nella sua accorata difesa della Carta costituzionale, Epifani lancia un appello: riprendiamo quella battaglia, rimettiamo in campo quel Comitato, perché se non salviamo la Costituzione non c'è possibilità di difendere il lavoro.

    "La Cgil - conclude - sta e resterà sempre dalla parte dei lavoratori e della Costituzione. Viva la Repubblica italiana fondata sulla Costituzione!".

    Ascolta l'intervento

  • 12:00

    INIZIANO GLI INTERVENTI DAL PALCO

    Apre la carrellata degli interventi dal palco Wilma Gidaro, dipendente del Ministero dei Beni culturali che ha denunciato tagli del 10% dell'organico e una riduzione di fondi di un miliardo e mezzo.

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    Se i beni culturali piangono, l'ambiente si dispera, come conferma Simone Canesi, 40 anni, da 10 anni precario dell'Ispra, un ente di ricerca proprio sull'ambiente. Canefe è un biologo è ci dice che la politica del governo a tutela dell'ambiente è pari a zero, basta leggere la legge finanziaria e il bilancio del ministero. Chi lavora nella ricerca è in larga misura precario e mal pagato. Oggi in piazza ci sono altissime professionalità che lavorano per il futuro del paese, ma il governo vuole cancellare la ricerca.

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    Letizia Passarella dell'Unione degli Universitari ha 21 anni ed è studentessa all'università di Brescia. Dice che gli studenti sono in piazza per protestare contro un governo che vuole radere al suolo il nostro sistema pubblico di istruzione. Un governo che nega il diritto allo studio. Passarella critica la proposta di istituzione del “Fondo per il merito”, che lungi dal garantire il diritto allo studio a chi ne ha bisogno, tendendo conto del reddito e delle condizioni di svantaggio, concede finanziamenti a chi supera i test.

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    Giovanni Sciancio è un rappresentante sindacale, mette in guardia dai tentativi governativi di privatizzare addirittura la Protezione civile incominciando a tagliarle i fondi e a tenere i lavoratori in una permanente condizione di precarietà.

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    Ludovica Ioppolo è una precaria dell'Università La Sapienza di Roma. Dopo aver elencato i tanti, i più fantasiosi contratti precari esistenti, ricorda che nessuno di essi offre un minimo di garanzia, di continuità, di sicurezza. Si estende sempre più il numero dei precari: 60.000 solo nella ricerca. Il 20 novembre, in un incontro, prosegue Ludovica, abbiamo ribadito il nostro impegno in difesa dell'università pubblica e per il nostro diritto ad un futuro.

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    Prende la parola Donatello D'Arcangelo, un docente precario della scuola. Non si possono accettare i tagli alla scuola mentre si stanziano soldi per le scuole private e le spese militari. Il sistema d'istruzione pubblica è un bene comune, essenziale. Il Paese è più che mai spaccato in due come la scuola: la scuola dei ricchi e la scuola dei poveri. Auspica una collaborazione tra il movimento e il sindacato per imporre al governo le nostre ragioni. Ogni scuola deve diventare un presidio per la difesa dei diritti civili e per la democrazia. Proprio la conoscenza è la condizione per la democrazia e la libertà.

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    Angelo Buonomo, studente dell'UDS, parla contro la privatizzazione di scuola e università. Dice che una vera riforma la si fa anche sollecitando il protagonismo degli studenti. Nell'augurarsi un sempre maggiore intreccio tra movimento studentesco e movimento sindacale e tra tutti i soggetti della conoscenza, ha chiesto che si apra una discussione per lanciare la proposta di un reddito universale.

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    Danilo Marchi, infermiere del CTO, ha detto che gli ospedali sono di fatto mandati avanti dai precari, visto che solo il 10% del turn over viene rinnovato e per chi rimane al lavoro niente contratto e lo spettro del licenziamento.

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    Seguito con commozione l'intervento di un vigile del fuoco dell'Aquila, Antonio Salvatori. A L'Aquila non hanno scioperato, non perché non fossero d'accordo, ma per non lasciare da sole le popolazioni terremotate. Anche se le televisioni non lo mostrano, la vita quotidiana è durissima in quelle zone dell'Abruzzo, è un'impresa affrontare la vita quotidiana: ogni giorno accompagnano persone nelle case pericolanti a recuperare effetti personali... Contrariamente a quando si sente in TV ancora la maggior parte della gente sta nelle tende e negli alberghi della costa, da otto mesi. E i vigili del fuoco, tanto elogiati a parole, sono senza contratto da 20 mesi e mancano di mezzi e risorse.

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    Carlo Podda, segretario generale della Funzione Pubblica, in apertura del suo interventi, esprime la preoccupazione per l'emergenza democratica che le parole di Berlusconi a Bonn stanno suscitando.

    La nostra Repubblica ha un governo che non ha rispetto della Costituzione e proprio perché è insofferente alla Costituzione attacca il lavoro pubblico, che fonda la sua ragione di essere e opera su diritti costituzionalmente garantiti. Il lavoro del ministro Brunetta sulla pubblica amministrazione provoca danni non solo ai lavoratori pubblici, ma anche ai cittadini, in quanto non ci mette in condizione di lavorare bene su quei diritti, rende più difficile ai cittadini l'accesso a quei diritti.

    Questo governo disprezza il lavoro. Tremonti in televisione elogia il posto fisso e poi approva una finanziaria che è il più grande licenziamento di massa mai visto.

    Podda chiede una legge nazionale di stabilizzazione dei precari pubblici, una soluzione per tanti lavoratori, ma anche per i cittadini che altrimenti rischiano di vedere ridotti i servizi. Ma che paese siamo, si è chiesto, se solo 1 giovane su 5 pensa che avrà un futuro migliore dei suoi genitori?

    Quindi Podda ha ricordato le promesse elettorali non mantenute, prima fra tutte la distribuzione del reddito. Infine, ha chiesto a Cisl e Uil se pensano davvero che in questo momento si possa stare fermi, se sia il momento di dividersi. Se non provano imbarazzo ad accontentarsi delle parole del governo senza chiedere quando saranno firmati i contratti e con quanti soldi.

    Ascolta l'intervento

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    Domenico Pantaleo, segretario generale dalla FLC Cgil, ringrazia i partecipanti per essere tanto numerosi in questa piazza. Lavoratori della scuola e dell'Università, ricercatori, studenti, precari, sono qui per difendere la democrazia, per difendere la dignità di chi lavora. Sono qui con la Cgil contro i provvedimenti del governo e del ministro Brunetta, sono qui per essere solidali con il Presidente della Repubblica e con la Magistratura.

    "Ministro Brunetta quelli che sono qui non sono fannulloni!" "Noi della Cgil - prosegue Pantaleo - insegniamo ai lavoratori i loro diritti ma anche i loro doveri! Noi vogliamo efficienza e qualità nelle nostre università, negli enti di ricerca, nell'Afam, nelle scuole di ogni ordine e grado".

    Si rivolge al ministro Gelmini che, invece, non si fa carico dei problemi della scuola. È preoccupata - dice Pantaleo - solo della sua immagine mediatica. Lei ha sfasciato la scuola e l'università, ha affondato la ricerca. Ha sfasciato il sistema formativo. Lei parla di riforme. Ma quali riforme, le riforme si fanno con i lavoratori e con le risorse e non con gli annunci e con i tagli. Come si fa a parlare di riforme se i contratti non si fanno, se non si investe o si investe solo in campagne mediatiche? Per le riforme servono obiettivi e non annunci e immagine. Nella Finanziaria non c'è niente nemmeno per il rinnovo contratti!

    "Non è giusto! Non è degno di un Paese democratico tutto questo", insiste Pantaleo. Quest'anno migliaia di precari della scuola non hanno avuto la possibilità di avere un nuovo incarico! Migliaia di ricercatori si stanno licenziando nelle università.

    La FLC vuole per i giovani, per i lavoratori, per i precari la possibilità di costruirsi un futuro. La nostra battaglia è con i precari e contro la precarietà perché è ingiusta. "Noi vogliamo dedicare lo sciopero di oggi alle ragazze e ai ragazzi di questo Paese. Noi con loro vogliamo un Paese che costruisca uno stato sociale che garantisca il diritto allo studio e un lavoro che garantisca una prospettiva futura".

    Questo governo - continua Pantaleo - non riesce ad offrire al Paese giustizia, uguaglianza e libertà senza la Cgil. E senza la Cgil non garantiranno giustizia uguaglianza e libertà nemmeno gli altri sindacati.

    A Brunetta diciamo: "i lavoratori riconquisteranno il diritto alle RSU. Che è un diritto alla democrazia e alla partecipazione per la salvaguardia dei loro interessi concreti".

    Pantaleo si avvia alla conclusione. Quella di oggi è solo l'inizio di una lunga mobilitazione affinché ai lavoratori venga garantita la dignità e la prospettiva di un futuro in Paese in sviluppo.

    Ascolta l'intervento

  • 11:50

    I PARTECIPANTI QUANTI SONO?

    A piazza del Popolo oltre 100.000 persone sono pronte ad ascoltare gli interventi degli altri lavoratori e sono in attesa di quelli dei segretari generali della Funzione Pubblica e della Federazione Lavoratori della Conoscenza. Attesa per le conclusioni di Guglielmo Epifani.

    Anche nelle altre città le manifestazioni sono state molto partecipate: a Milano oltre 70.000 persone, a Napoli circa 10.000, a Modena oltre 5.000.

    Altre manifestazioni sono in corso in altre città, in particolare dell' Emilia Romagna, dove la CGIL ha indetto una giornata di mobilitazione generale.

    Cominciano a circolare alcuni dati sulle adesioni allo sciopero e tra i dirigenti della FLC Cgil c'é soddisfazione: "secondo i nostri dati - ci dice Maurizio Lembo, segretario del dipartimento organizzazione - hanno aderito tra il 50 e il 60% dei lavoratori". "Se confermato si tratterebbe di un ottimo risultato" è il commento di Domenico Pantaleo, segretario generale FLC Cgil.

  • 11:45

    CORI E SLOGAN

    Molti e divertenti gli slogan e i cori nel corteo. Ne riportiamo qui alcuni di quelli napoletani.
    E' nata na riform è nata ner, gelmini dic che bon nu signor nun è bon...
    O partigiano portalo via o silvio ciao silvio ciao ciao ciao, o partigiano portalo via nun mo fid do vede,...
    Giro giro tondo casca il mondo casca Gelmini e ridono i bambini. Giro giro tondo casca il mondo casca Tremonti e poi facciamo i conti. Giro giro tondo casca il mondo casca Brunetta e la scuola è perfetta.

  • 11:30

    PIAZZA DEL POPOLO ACCOGLIE I PRIMI MANIFESTANTI

    Giustina Iannelli della CGIL di Torino, è la voce che dal palco accompagnerà questa grande giornata di mobilitazione. Già da un'ora racconta gli slogan e le scritte sugli striscioni e i cartelli che formano il lungo corteo. Gli aggiornamenti arrivano a lei dai nostri "cronisti" dislocati per le strade di Roma.

    Dopo due ore dalla partenza da piazza della Repubblica, la testa del corteo è appena arrivata in piazza del Popolo accolta dalla musica del gruppo musicale La Casa del Vento.

    La band aretina, da sempre impegnata sui temi del lavoro e dei diritti, ha appena realizzato un album commovente e denso di rabbia, dal titolo: "Articolo Uno". Un disco che ripercorre le vittorie e le conquiste dei lavoratori fino ad arrivare ai giorni nostri e alla parziale perdita dei diritti tanto faticosamente conquistati. Tredici brani che dal "locale" giungono al "globale", partendo da alcune delle esperienze più significative del territorio aretino durante il secolo scorso (operaie tessili della Lebole; operai della Sacfem; minatori del Valdarno e mezzadri nelle campagne) fatte di lotte e sudore fino ad arrivare all’attuale parabola discendente dei diritti di chi lavora con il precariato e gli incarichi a progetto, che rendono le prospettive giovanili difficilissime ed instabili. Quale migliore colonna sonora per la nostra manifestazione?

    Nella piazza c'è un grande entusiasmo, le gente prende il Giornale della Effelleci e lo legge. Dice: "Bene questo sciopero generale, ci voleva!". Qualcuno mostra i suoi timori: "Ma ci ascolteranno? Berlusconi e gli altri mi sembrano autistici, non sentono nessuno!" Di certo "qualcuno" ha ascoltato la FLC e le sue ragioni: al Liceo privato Chateaubriand di Roma, il 95% di adesioni allo sciopero!

  • 11:20

    LA NOSTRA MOBILITAZIONE ANCHE ON LINE

    La manifestazione è seguita anche da "Articolo 1", la web radio della Cgil. La diretta audio dalle ore 10 alle 13 su www.radioarticolo1.com.

    Dal corteo la dichiarazione di Gugliemo Epifani: "Quella di oggi non è una manifestazione politica ma sindacale. Si chiede il rispetto dei contratti pubblici. L'obiettivo è il rilancio della scuola e del lavoro e questo è un obiettivo sindacale. Il governo, piuttosto, risponda sul merito". "C'e' un grande problema - ha aggiunto - la Finanziaria è stata quasi approvata e non ci sono risorse per i contratti pubblici. Il governo non rispetta gli accordi. In Finanziaria i soldi non ci sono e invece bisogna investire in sanità e scuola per avere un po' di certezze. Gli altri Paesi lo fanno, mentre l'Italia sa solo tagliare".

    A Milano, intanto, un lungo e colorato corteo di decine di migliaia di lavoratori pubblici sta sfilando per le vie della città ed è quasi arrivato a Piazza Fontana.

    A Napoli, il corteo dei lavoratori pubblici è arrivato a Via Oliveto, dirigendosi verso Piazza del Gesù. Una manifestazione colorata da bandiere del sindacato e striscioni, con tantissimi lavoratori che scandiscono slogan per rivendicare risorse per il rinnovo del contratto. Un corteo, quello di Napoli, che si infittisce mentre prosegue il suo percorso.

  • 11:10

    AGGIORNAMENTO DAL CORTEO

    La testa del corteo è arrivata a Trinità dei Monti mentre la coda e il corteo degli studenti, sono ancora in piazza della Repubblica.
    Continuano a sfilare le tante delegazioni della FLC Cgil precedute dagli striscioni: alcuni con il nuovo logo, altri destinati ad essere presto sostituiti. Il nuovo logo campeggia anche su molte bandiere, inaugurate per l'occasione.
    Quelli che ci colpiscono di più sono i cartelli: l'inventiva non manca e serve a far saltare agli occhi una drammatica realtà...

    Oggi in piazza a Roma ci sono anche gli studenti, per condividere con i lavoratori della CGIL una giornata di mobilitazione. Unione degli Universitari: "Le ragioni dell'ennesima manifestazione studentesca sono da ricercarsi in un indirizzo che il Governo ha preso dall'approvazione della L. 133 dello scorso anno, passando per la L.1/09 fino al ddl Gelmini presentato di recente al Senato, e che vuole un'Università sotto scacco dei privati ed un diritto allo studio slegato dalle condizioni economiche delle famiglie degli studenti".

  • 11:00

    CHI C'E' IN TESTA AL CORTEO

    Il corteo, aperto dallo striscione "Lavoro pubblico e conoscenza: beni comuni", sfila lentamente e ha raggiunto piazza Barberini. Presenti in testa al corteo, tra gli altri, i massimi esponenti delle forze del centrosinistra: Pierluigi Bersani, Antonio Di Pietro, Franco Giordano, Paolo Ferrero e Alba Sasso.

    Hanno viaggiato tutta la notte guadagnando la testa del corteo, anche in "altezza", svettano, infatti, due giganti: Grifone e Mata. Sono due grandi figure di cartapesta che rievocano la leggenda di un re saraceno, Grifone, che sbarca sulle coste della Calabria per conquistarla, ma la leggenda è cara a tutte le regioni costiere del sud.

    Le idee bellicose di Grifone si infrangono a seguito dell'incontro con una bellissima donna, Mata, della quale si innamora perdutamente e rinunciando a fare la guerra va nelle strade con lei ballando e suonando i tamburi.

    Potremmo assumere questa leggenda come una metafora per la scuola. No alla distruzione del bene pubblico dell'istruzione, ma un impegno comune e condiviso per cambiare quanto serve: insieme è meglio!

    Ci giunge una dichiarazione di Epifani: "Ci aspettiamo uno sciopero che riesca, una buona partecipazione alla manifestazione". "Meno male che c'è la CGIL, che ha un pensiero, una coerenza, una forza, una determinazione che dice al paese, ai lavoratori quello che bisognerebbe fare per uscire dalla crisi. Gli altri sindacati hanno fatto un'altra scelta, fino ad oggi non hanno fatto sostanzialmente nessuna iniziativa di massa. Fino a quando c'era il governo Prodi - osserva Epifani - minacciavano un'iniziativa al giorno, oggi li vedo molto più tiepidi".

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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