Primo Forum nazionale sull’istruzione e sull’educazione: cosa ci aspettavamo, cosa è stato
Il 23 e 24 ottobre 2004 a Firenze si è tenuto il primo Forum nazionale sull’istruzione e sull’educazione, promosso dal tavolo nazionale “Fermiamo la Moratti”, di cui fanno parte una molteplicità di soggetti, associazioni professionali, partiti, associazioni di genitori e di cittadini e alcuni sindacati fra cui la Cgil e la FLC Cgil.
Il 23 e 24 ottobre 2004 a Firenze si è tenuto il primo Forum nazionale sull’istruzione e sull’educazione, promosso dal tavolo nazionale “Fermiamo la Moratti”, di cui fanno parte una molteplicità di soggetti, associazioni professionali, partiti, associazioni di genitori e di cittadini e alcuni sindacati fra cui la Cgil e la FLC Cgil.
Come si conviene alle iniziative di movimento, di sabato e domenica. E sempre su quella scia, senza relazioni dei promotori, senza voti e mozioni finali ma contributi per il dibattito e il confronto fra chi oggi, anche se forse maggioranza nel paese, non trova sedi o luoghi ufficiali per esprimersi e farsi ascoltare.
Una sfida quindi su un tema, quello dell’educazione e dell’istruzione, che, insieme alla pace, ha riempito le piazze del paese lo scorso anno ma che pare non abbia scalfito i poteri veri, quelli che decidono le sorti dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e adolescenti, delle persone desiderose o bisognose di formazione, a prescindere da loro.
Roma, 29 ottobre 2004
Appello al Forum Sociale Europeo
Un appello al Forum Sociale Europeo di Londra, tenutosi nelle scorse settimane, è stato sottoscritto da quasi tutte le componenti il Tavolo, in cui si proponeva l’individuazione di una giornata di mobilitazione europea per la difesa e la valorizzazione della scuola pubblica. Il Forum Europeo ha accolto la proposta italiana e sarà impegno del tavolo al prossimo appuntamento di Parigi lavorare per stabilire, insieme agli altri paesi, la data per una giornata che sposta l’attenzione da una dimensione “casalinga” all’Europa, perché quella è la dimensione in cui collocare le scelte politiche che si fanno poi a livello nazionale anche su questi settori. E’, infatti, indubbio, che le decisioni del Governo italiano sulla scuola derivano da un impianto liberista che caratterizza quella parte politica che fa del mercato il luogo di governo anche delle politiche scolastiche. Respingere la mercificazione del sapere, per usare uno slogan abusato, lottare per i diritti, significa chiedere agli stati di riappropriarsi di un ruolo di promozione e di garanzia che a livello internazionale si vuole invece affidare all’iniziativa privata, sia in termini di domanda che di offerta.
Il Forum nazionale
Nel promuovere il Forum nazionale di Firenze, l’intenzione era quella di costruire un’occasione di confronto fra le persone e le organizzazioni che in questi mesi si sono impegnate contro la politica scolastica di questo Governo ma con posizioni a volte contrastanti e di affrontare, nei seminari, alcuni nodi centrali, relativi non solo e non tanto all’obiettivo che fin dall’inizio era condiviso dai componenti il tavolo, fermare la legislazione Moratti nelle scuole, ma provare a misurarsi anche con proposte, idee, primi ragionamenti per un approccio positivo che faccia intravvedere soluzioni ad una situazione sempre più difficile.
Quindi non solo spiegare le ragioni dei diversi No ma anche provare, a partire da quelle ragioni, a costruire un’ipotesi possibile di prospettiva, che parte dal basso, che non guarda all’ingegneria istituzionale, ma ai bisogni delle persone e del paese e si misura con alcune possibili tracce di soluzione.
Il dibattito sviluppatosi soprattutto nei sette seminari realizzati nel pomeriggio della prima giornata, è stato denso e ricco di contributi:, forse per la prima volta dopo anni, alcune centina di persone hanno avuto la possibilità di intervenire per approfondire le ragioni dei no e provare a misurarsi con alcune possibili soluzioni. Un percorso iniziato ma non certamente concluso, che meriterebbe, per la ricchezza di tutti i contributi, di essere ripreso e sviluppato perché, ammesso che sia possibile sintetizzare il messaggio complessivo della due giorni fiorentina, questa è la strada da seguire: confronto, dialogo per arrivare poi alle scelte. Che in nessun caso devono calare dall’alto, ancorché fossero “giuste”. Del resto la storia, anche recente, dovrebbe avere insegnato a tutti, in particolare ai decisori politici, che in questo paese il processo democratico per assumere decisioni è, per fortuna, un valore, oserei definirlo un discrimine positivo tra chi nella democrazia ci crede davvero e chi invece mentre ne parla pensa il contrario. Certo di questa modalità di procedere ne può risentire un po’ la tempistica, ma se davvero si sceglie questa strada, si guadagna dopo, nella fase di attuazione di quelle decisioni che, se condivise, trovano una più veloce ed efficace realizzazione.
Ma il Forum non è stato solo questo. C’è stato il tentativo, da parte di alcuni, di ridurlo, invece, ad una sede di dibattito sindacale, ad uno scontro fra strategie sindacali non sempre conciliabili fra loro, con un’ottica miope, che guarda all’oggi e non si proietta verso il futuro. Per fortuna questo tentativo non è riuscito, ancorché ha pesato sui lavori, limitando in qualche modo la riuscita del Forum che avrebbe potuto assumere decisioni più precise in ordine al prosieguo dei lavori, definendo successivi appuntamenti, rinviati invece al Tavolo nazionale.
Noi pensiamo che il Tavolo Fermiamo la Moratti abbia svolto un ruolo importante nei movimenti e nelle iniziative che hanno attraversato il paese negli ultimi mesi. Dobbiamo proseguire su questa strada, rafforzando il rapporto con i cosiddetti coordinamenti, che non sempre hanno guardato al tavolo come interlocutore per costruire iniziative di contrasto alla legislazione Moratti. Si tratta di superare alcune tentazioni egemoniche, e di riconoscere che in questa battaglia non c’è nessuno più bravo o più convinto di un altro. Ne siamo tutti convinti, ciò che ci divide ancora sono le strategie da adottare, ma su questo si può trovare l’accordo, purchè per tutti sia prioritario l’obiettivo di fermare la Moratti e non di rendere visibile la propria organizzazione. Nessuno vuole annullare l’identità dei soggetti componenti il Tavolo; certo non lo vuole fare la FLC Cgil, gelosa della sua storia e della sua rappresentatività. Noi abbiamo scelto di stare nel movimento insieme agli altri e di mantenere la nostra identità e la nostra autonoma iniziativa sindacale, convinti che insieme diventiamo più forti. Sono momenti diversi che hanno in comune una intenzionalità importante: sconfiggere la politica scolastica e formativa di questo governo per affermarne un’altra. Un’altra scuola, un’altra università e ricerca, sono possibili perché è possibile costruire un’altra società, solidale e pacifica.