Educazione degli adulti. Documento Cgil, Cisl, Uil
Con l'emanazione della direttiva n. 22 sono state finalmente definite le linee guida per l'attuazione, nel sistema d'istruzione, dell'Accordo del 2 marzo 2000.
Con l'emanazione della direttiva n. 22 sono state finalmente definite le linee guida per l'attuazione, nel sistema d'istruzione, dell'Accordo del 2 marzo 2000. Come ovvio si tratta di un processo che richiederà tempi "distesi". L'attuazione di quanto contenuto nell'Accordo prevede, infatti, il coinvolgimento di numerosi soggetti, nonché richiede la volontà politica di dare avvio a quanto concordato. Si tratta, quindi, di avviare a livello territoriale (regione, direzione regionale ed enti locali) i tavoli di confronto per definire le diverse fasi di attuazione della direttiva. Anche per quanto riguarda i problemi relativi al personale, la direttiva li demanda ad un futuro confronto e alla contrattazione con le organizzazioni sindacali. Proprio per dare inizio ad un primo confronto con il ministero della pubblica istruzione sui temi inerenti all'assetto dei centri territoriali e all'organizzazione del lavoro, CGIL CISL e UIL scuola hanno definito un documento comune che è stato inviato la settimana scorsa alla Dott. Nardiello, Ufficio Studi e programmazione. Tale documento costituisce un primo momento di elaborazione unitaria, cui faranno seguito iniziative a livello nazionale e decentrato.
Introduzione
L'educazione degli adulti è in fase di riorganizzazione profonda che si viene a collocare nel quadro del più generale processo di trasformazione del sistema formativo, acquistando la rilevanza politica che le compete. Gli Accordi sociali, particolarmente l'Accordo per il lavoro del 1996 ed il Patto per lo sviluppo e l'educazione del 1998 ne hanno fatto una priorità politica che si sta declinando in primi atti e comportamenti concreti, volti all'attuazione di specifici piani di intervento. Già l'O.M. 455/97 ha rappresentato una svolta di modernità nell'organizzazione delle attività EdA attraverso la felice intuizione della costituzione dei Centri territoriali permanenti come luogo privilegiato di programmazione delle iniziative, in una nuova e più sinergica relazione tra istruzione-formazione-lavoro per ottemperare con modelli più funzionali sia all'affermazione dei diritti di cittadinanza, sia alla ricerca di riqualificazione professionale e di opportunità relativamente a progetti di vita e di lavoro. Il nuovo disegno istituzionale messo in atto con la legge 59/97 e con il successivo, derivato decreto 112/98 ha ricollocato l'educazione degli adulti all'interno di un nuovo assetto di decentramento e di articolazione delle funzioni che fa interagire Stato-Regioni-Autonomie locali per la programmazione e la gestione di un'offerta formativa più adeguata alle tipologie dell'utenza e più vicina alla fisionomia del territorio di riferimento. Peraltro, l'azione concertata ed integrata tra i diversi sistemi scuola, formazione professionale, lavoro, caratterizza anche il modello culturale, istituzionale ed organizzativo dell'autonomia scolastica; si conferma negli altri provvedimenti di riforma come l'elevamento dell'obbligo scolastico e l'obbligo formativo sino a 18 anni, caratterizzando strategicamente tutto il percorso riformatore, nella distinzione delle responsabilità e nella complementarietà delle funzioni. Tanto più per l'educazione degli adulti significa non soltanto una maggior rispondenza alle caratteristiche dell'offerta, ma anche una visibile e verificabile assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti interessati. Il Documento politico varato a seguito di un lungo e complesso lavoro di concertazione tra M.P.I., Ministero del Lavoro, Regioni, Autonomie locali, parti sociali, e suggellato in sede di Conferenza unificata il 2 marzo 2000, rappresenta il livello di sintesi rispetto alle strategie di riorganizzazione dell'attività EdA: ridisegna il settore come insieme di opportunità, ne prefigura le linee di riassetto con una rivisitata geografia dei Centri Territoriali ed un potenziamento delle loro funzioni. Per CGIL, CISL e UIL scuola tale Documento esige una forte iniziativa in termini di concertazione e di contrattazione per tradurre le linee politico-programmatiche in comportamenti e norme funzionali ad una qualificata gestione. Il quadro di riferimento, rappresentato dagli accordi sociali, è un forte intreccio tra innovazione, investimenti e contrattazione che postula scelte non contingenti, ma di respiro strategico in un quadro di attuazione compatibile con l'evoluzione dei processi di riforma in atto, ma certo nelle premesse di fattibilità e nell'aderenza agli impegni sottoscritti. La definizione di un piano annuale dedicato di risorse finanziarie, la valorizzazione delle professionalità degli operatori ed il relativo sostegno attraverso una formazione mirata e rinnovata, la promozione di contesti organizzativi volti a favorire l'integrazione tra istruzione e formazione nella prospettiva dell'educazione permanente e della formazione continua, la garanzia della funzionalità delle dotazioni organiche rispetto alla tipologia dell'offerta formativa rappresentano per CGIL-CISL-UIL scuola punti irrinunciabili per lo sviluppo e la qualificazione del settore EdA nel contesto del più ampio rinnovamento del sistema.
I nuovi compiti dell'EdA e il ruolo dei centri territoriali
Il Documento del 2 marzo 2000 e la conseguente direttiva del MPI del febbraio 2001 affidano al sistema di istruzione, all'interno del sistema integrato di educazione degli adulti, una tipologia di attività che ne amplia l'attuale ruolo. Infatti, accanto alle attività tradizionali (acquisizione del titolo di studio, interventi culturali per l'inserimento delle persone nel contesto sociale) sono previste attività in raccordo con la formazione professionale e altri soggetti, all'interno di una logica integrata e di una programmazione territoriale, nonché attività di servizio quali interventi individuali di informazione, orientamento e consulenza, in collegamento con i servizi territoriali a ciò deputati. Si viene così a prefigurare un Centro territoriale che. in quanto centro di servizio del sistema di istruzione deputato all'attuazione dell'offerta formativa integrata attraverso accordi di rete tra scuole (art. 6 comma 1), dovrà svolgere compiti più complessi rispetto a quelli attuali. E' ferma convinzione di CGIL CISL e UIL scuola che tali funzioni e attività debbano convivere sinergicamente all'interno del Centro perché solo in questo modo è possibile fornire un servizio che sappia affrontare in modo coerente ed integrato tutti i diversi aspetti dell'azione formativa. Unitarietà ancora più necessaria nel confronto con un'utenza a basso livello di istruzione e a disagio sociale qual è il target cui il sistema integrato EdA deve prioritariamente rivolgersi.
Configurazione del Centro Territoriale
Il Centro territoriale si colloca con una propria specifica identità culturale e sociale nel contesto della rete scolastica territoriale, nell'ambito della quale costituisce un modello organizzativo destinato ad affermarsi in termini di generalizzazione e diffusività sul territorio nazionale. Il Centro territoriale, in quanto luogo di erogazione di un'offerta formativa complessa ed articolata tra apprendimenti e servizi, postula un livello di autonomia didattica ed organizzativa tale da consentire la programmazione e la gestione di attività che si distinguono per una sostanziale e riconosciuta peculiarità all'interno del sistema; tale peculiarità richiede condizioni nuove di progettazione, di decisionalità, di esercizio della collegialità da parte degli operatori, di uso delle risorse. Pertanto, nell'ambito delle disposizioni che regolamentano il funzionamento della scuola dell'autonomia, sono individuate forme e modalità volte ad assicurare il raggiungimento di tale obiettivo. La riorganizzazione dei Centri che include anche gli istituti superiori, sulla base degli obiettivi e delle priorità inerenti la programmazione dell'offerta formativa, potrà collocare il riferimento amministrativo e gestionale in qualunque tipo ed ordine di scuola, tenendo comunque presenti l'esperienza nel settore, la funzionalità delle strutture, la complessità del POF e le sinergie con il contesto territoriale (presenza di Agenzie formative, costituzione dei Centri dei servizi per l'impegno, disponibilità di altre strutture impegnate nelle politiche attive del lavoro, ecc.). Al Centro territoriale costituito da istituzioni scolastiche organizzate in rete si applicano, con gli opportuni adattamenti, le disposizioni contenute nell'art. 7 del DPR 275/1999.
Le risorse professionali
Obiettivo prioritario è la presenza nei Centri e nelle scuole in rete di docenti con competenze specifiche, comprensive di competenze didattiche, di professionalità connesse ai servizi all'utente, di competenze connesse alla funzione del centro territoriale nella rete formativa territoriale. Anche per quanto riguarda il personale dei servizi di segreteria occorre pensare ad un profilo professionale specifico, che sappia rispondere a compiti di prima accoglienza, di receptionist, di archivio. Altrettanto importanti sono le competenze relative alla gestione e rendicontazione dei fondi, soprattutto per quanto riguarda i fondi sociali europei e regionali che sempre più saranno un canale prioritario di risorse per l'attività dei Centri territoriali.
Il raggiungimento di tali obiettivi richiede che si proceda nei confronti del personale alla ridefinizione: - dei percorsi formativi - dei profili professionali - delle modalità di reclutamento.
Per quanto riguarda il primo punto si ravvisa nella Commissione mista Amministrazione/OO.SS. prevista dall'art. 17 dell'Accordo sul biennio economico 2000/2001 la sede opportuna per l'elaborazione, coadiuvata da esperti del profilo professionale dei docenti EdA.
Rispetto alla formazione, il ministero della pubblica istruzione, in raccordo con l'Osservatorio, definisce obiettivi e caratteristiche di un percorso di formazione che coinvolga tutti gli attuali docenti impegnati nell'insegnamento agli adulti (centri territoriali e corsi serali nella scuola secondaria), aperto anche ad una quota di docenti esterni al settore interessati a tale tipologia di insegnamento. Tale corso dovrà caratterizzarsi per l'impostazione modulare, la certificazione delle competenze raggiunte a conclusione di ogni modulo, il riconoscimento di eventuali crediti professionali e culturali. Il numero di addetti nel settore degli adulti consente realisticamente l'attuazione di un percorso di formazione che, nell'arco di un biennio, sia in grado di coinvolgere il personale interessato. Anche per quanto riguarda il personale ATA occorre definire interventi formativi specifici all'interno dei percorsi di aggiornamento già previsti dal contratto di lavoro.
La conclusione del percorso di formazione costituisce, infine, un credito per il diritto alla precedenza per l'insegnamento agli adulti (sia nei trasferimenti sia nella prima nomina), con modalità analoghe a quelle attualmente in vigore per l'insegnamento sui posti di sostegno ai portatori di handicap.
Gli organici
Il settore EdA è caratterizzato dalla presenza di numerosi Centri con organico ridotto rispetto ai parametri fissati dalla O.M. 455/97 nonché da una forte precarietà (il 25% del personale). I nuovi compiti assegnati ai Centri, come delineati dal documento del 2 marzo e dalla direttiva, esigono, invece, la presenza di un organico stabile, in grado di dare continuità all'attività dei Centri. E' fatto ormai consolidato che, in assenza di personale stabile, capace di costruire e consolidare le relazioni con il territorio, le esperienze territoriali non sono in grado di acquisire visibilità e di assicurare continuità dell'offerta formativa. Anche per i Centri territoriali occorre, inoltre, ragionare in termini di organico "funzionale", cioè di una dotazione organica funzionale alle esigenze del piano dell'offerta formativa per quanto riguarda gli aspetti sia organizzativi sia didattici. Sarà compito dei Centri, sulla base dell'autonomia didattica e organizzativa, la l'individuazione e l'assegnazione di funzioni specifiche in relazione alle competenze professionali esistenti e alle esigenze dell'utenza Inoltre, la riorganizzazione dell'attività dei Centri in relazione anche ai traguardi formativi previsti dalla riforma dei cicli, dall'innalzamento dell'obbligo scolastico e dell'obbligo formativo sino a 18 anni, richiede una dotazione organica che comprende competenze e professionalità sia della scuola di base sia di quella secondaria.
Nello specifico le richieste sono:
- dotazione di organico base dedicato da destinare all'educazione degli adulti
- determinazione dell'organico di diritto dei Centri con la presenza di docenti alfabetizzatori e docenti delle seguenti aree disciplinari: italiano/lingua straniera, matematica/scienze, informatica, scienze giuridiche ed economiche
- determinazione di una quota aggiuntiva all'organico di diritto sulla base del flusso di utenti in corso d'anno
- accesso, a domanda, all'insegnamento sulle aree disciplinari sia dei docenti dell'attuale scuola media sia dei docenti della scuola secondaria superiore, fermo restando la titolarità in organico di diritto dei docenti attualmente in servizio;
- determinazione dell'organico funzionale delle scuole in rete, sulla base delle esigenze didattiche e organizzative espresse nel piano dell'offerta formativa EdA.
L'autonomia didattica e organizzativa dei Centri Territoriali
All'interno delle normative vigenti vanno ricercati tutti gli strumenti e le soluzioni per far sì che i "Centri godano dell'autonomia didattica, organizzativa e finanziaria necessaria anche per concorrere alla realizzazione di un'offerta formativa integrata" (documento 2 marzo 2000). Rispetto al modello delle scuola in rete , come previsto dall'art. 7 del DPR 275/99 (Regolamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche), è necessario definire modelli di convenzione in cui siano esplicitati responsabilità e compiti in merito a: - attribuzione e gestione dei fondi - coordinamento dell'attività - programmazione, organizzazione e gestione delle attività - organizzazione e gestione del personale Occorre inoltre prevedere la figura unica a responsabilità diretta del Centro territoriale, nonché una figura di fiduciario/vicario in grado di sostituire il dirigente a tutti gli effetti con delega di funzioni volte ad assicurare la gestione delle attività.
Scuole carcerarie
Per quanto riguarda le classi/corsi presso gli istituti di pena, è necessario che le iniziative siano ricondotte all'interno dell'attività dei Centri territoriali. Occorre di pari passo rivedere le norme relative al titolo di accesso dei docenti, con il superamento del titolo di specializzazione, attualmente previsto per gli insegnanti della scuola elementare, e riconsiderare il vincolo temporale dell'obbligo di permanenza su tale tipologia di insegnamento individuando condizioni più idonee di servizio data la peculiarità delle situazioni di apprendimento.
Roma, 8 maggio 2001