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Il Governo strangola le scuole statali

I finanziamenti ridotti complessivamente ad un terzo

30/01/2006
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In questi lunghissimi cinque anni di attacco senza precedenti alla scuola statale vi è stata “una costante” che è stato un degno corollario di accompagnamento alle controriforme.

La costante dei tagli sistematici dei trasferimenti ministeriali alle istituzioni scolastiche, il tutto condito dalla beffa dei grandi riconoscimenti all’autonomia delle stesse.

In questi giorni stiamo arrivando alla frutta: le scuole stanno conoscendo gli effetti degli ultimi tagli tremontiani e morattiani.

Ormai, se alle scuole nel 2001 arrivava cento, il MIUR oggi trasferisce solo 25 o 30.

Qualche dato per far comprendere la gravità della situazione.

Se nel 2001 le risorse alle scuole ammontavano per il funzionamento amministrativo e didattico a circa 331 milioni di euro oggi ammontano solo a 185 milioni di euro circa.

Per il supporto all’autonomia le risorse stanziate dal precedente governo sono state via via tagliate tanto da passare da circa 258 milioni di euro del 2001 a circa 196 milioni del 2005.

Per il pagamento della tassa sui rifiuti, a fronte di un fabbisogno di 155 milioni di euro, si stanziano solo circa 57 milioni.

Le spese per le supplenze tutto ad un tratto passano da circa 899 milioni di euro del 2004 ad un tetto imposto di 565 milioni di euro circa nel 2007, mentre il numero dei supplenti è enormemente aumentato.

Per i 2006 ancora altri tagli previsti da Tremonti: meno 13,57% sul funzionamento amministrativo e didattico e meno 38,28% sul sostegno ai diversamente abili e sulle attività di laboratorio e di segreteria.

E queste cifre sono a prova di smentita essendo tratte da documenti MIUR.

Ne va delle stessa possibilità di fare fronte alle più elementari esigenze: non si possono più comprare il materiale di cancelleria e la carta igienica; le scuole sono chiamate ad accendere contenzioso coi Comuni per l’impossibilità di pagare la tassa sui rifiuti; i progetti didattici debbono essere tagliati.

La FLC Cgil, che non ha mancato di richiamare l’attenzione sui tagli ogni volta che la cosa si è realizzata, anno per anno, e che si è vista accusare di allarmismo e di dire bugie, ritiene che questi fatti stanno mettendo in ginocchio le scuole, soprattutto quelle che non possono prelevare soldi dalle tasche dei genitori.

Per questo occorre con voce e iniziative unitarie denunciare all’opinione pubblica la sciagurata politica dei tagli per invertire una tendenza esiziale per la scuola di stato.

Del resto le risorse ci sono se è vero che esse vengono sistematicamente aumentate per le scuole private.

Roma, 30 gennaio 2006