EDA: incontro al MPI sull’applicazione della legge Finanziaria 2007
Illustrate le iniziative che intende adottare il Ministero e presentato il monitoraggio dell’educazione degli adulti.
Si è tenuto venerdì 9 u.s. al Ministero della Pubblica Istruzione un incontro sull’applicazione del comma 632 dell’art. 1 della Legge finanziaria 2007 relativo al sistema EDA.
L’incontro era stato sollecitato in più occasioni ed in particolare nel corso del nostro convegno sull’educazione per tutto l’arco della vita dello scorso 16 febbraio.
In apertura dell’incontro è stato presentata una prima bozza del monitoraggio del sistema EDA. La versione definitiva sarà pubblicata a breve sul sito dell’INDIRE.
Dai dati rilevati, relativi al 98% degli istituti, emerge con chiarezza una espansione significativa dei corsi serali e una presenza di stranieri nel sistema che supera il 25% dell’utenza. Il dato sugli stranieri sarebbe ancora più alto se la riduzione dei finanziamenti, malgrado gli interventi degli enti Locali e delle Regioni, non avesse impedito di accogliere tutte le richieste che risultano in costante aumento. Dai dati sui contatti di rete e sui partenariati risulta che numerose sono le interrelazioni tra sistemi di diverso ordine in particolare attraverso il progetto “POLIS”, è intenzione del MPI acquisire e sostenere questa importante e significativa esperienza.
Sulle ipotesi in campo per l’applicazione del comma 632 della finanziaria i Dirigenti del Ministero hanno chiarito che non si tratta di intervenire sull’intero sistema di educazione per l’intero arco della vita, sul quale è in corso un confronto tra i Ministeri interessati (istruzione, lavoro, funzione pubblica e solidarietà sociale) per la definizione di una legge nazionale e che dovrebbe concludersi entro l’estate, ma sulla parte scuola, CTP e corsi serali, specificamente indicata in finanziaria. Sono in corso simulazioni sull’impatto della creazione dei Centri Provinciali per l’istruzione degli Adulti, in cui confluiranno gli attuali CTP e i corsi serali, sull’intero sistema di istruzione.
Il primo problema da affrontare è che la creazione di queste nuove autonomie deve lasciare invariato il numero complessivo delle dirigenze a livello regionale. In questo senso è necessario che le Regioni, una volta definito dal Ministero il numero di Centri da attivare (anche più di uno nelle province grandi) intervengano sul dimensionamento della rete scolastica per garantire l’invarianza delle dirigenze.
La seconda questione è relativa alle modalità di calcolo dell’utenza: a parere dell’Amministrazione per definire la consistenza delle nuove autonomie vanno conteggiati solo gli iscritti per il conseguimento di un titolo di studio (licenza elementare o media e diploma di scuola media superiore), per l’assolvimento dell’obbligo scolastico e per acquisire la certificazione di competenze in lingua italiana. Le altre attività attualmente svolte, in particolare dai CTP, potranno restare in vita, ma naturalmente in aggiunta alla funzione primaria che sarà quella dell’istruzione.
Per quanto riguarda la dotazione organica si ipotizza un organico funzionale con un modello di rete in modo da poter assegnare il personale ai vari punti di erogazione previsti e non al Centro provinciale (o sub provinciale).
Per il calcolo dell’organico dei docenti si farà riferimento all’attuale dotazione dei CTP e al biennio dei corsi serali.
A parere della FLC Cgil, ferme restando le perplessità già espresse sul comma 632 in particolare sulla caratterizzazione di “istruzione” in luogo di educazione, occorre procedere con convinzione e con tempi rapidi. Non va persa l’occasione di dare piena autonomia ai “centri” anche di fronte a difficoltà organizzative o a preoccupazioni sul loro impatto. Anche il recente decreto sui poli tecnico professionali interviene sulla rete scolastica: è forse il caso di affrontare insieme i vari provvedimenti adottati attraverso una analisi sistematica degli stessi in modo da ricomporre un quadro chiaro delle prospettive del sistema scolastico in particolare per quanto riguarda l’istruzione di secondo grado.
Occorre procedere con coraggio ad una revisione della rete scolastica, escludendo qualsiasi riduzione anzi, laddove è necessario, implementando le attuali dirigenze, ricostruendo un sistema dell’offerta formativa più rispondente alle esigenze dei territori e dei cittadini/utenti.
Sul merito delle proposte sui nuovi centri provinciali, come FLC Cgil, abbiamo rimarcato le questioni dell’emergenza alfabetica in particolare per la popolazione anziana e l’importanza di non disperdere la ricchezza dell’attuale offerta formativa. Le ipotesi prospettate non sembrano dare risposte convincenti: non è chiaro quale sia il soggetto che sul territorio dovrà governare l’insieme delle opportunità formative (formali, informali e non formali) e quale ruolo svolgeranno i Centri.
Rispetto al calcolo dell’organico, pur apprezzando la proposta di un organico funzionale, risulta riduttivo non comprendere nello stesso anche i trienni dei corsi serali e abbiamo rilevato che nella proposta non si è fatta alcuna menzione del personale ATA che invece svolge nei centri un importante di ruolo di supporto e di accoglienza.
In ogni caso, a nostro parere, nel prossimo DPEF, dovranno essere previste le risorse necessarie per dare compiuta risposta alle effettive esigenze formative del territorio: a risorse invariate, si rischia di non poter svolgere tutte le attività previste e di ridurre i nuovi centri a semplici erogatori di titoli di studio.
Nella replica la Dott.ssa Nardiello (Direttore Generale per l'Istruzione Post-secondaria e per i Rapporti con i Sistemi Formativi delle Regioni e degli Enti Locali), ha chiarito che l’intero sistema potrà essere attivato nell’a.s. 2008/09 ferma restando la possibilità nel prossimo anno scolastico di sperimentare l’istituzione dei centri nelle province dove vi siano le condizioni rispetto al numero di dirigenze, naturalmente in accordo con gli Enti Locali e le Regioni.
Ha anche confermato che l’Amministrazione non intende fare passi indietro rispetto all’intesa del 2000 e che quindi l’offerta formativa sul territorio dovrà restare ampia e che all’interno della stessa i nuovi centri svolgeranno un importante ruolo in particolare per l’educazione formale.
L’amministrazione inoltre condivide l’esigenza, da noi sottolineata, di ricondurre a sistema i vari provvedimenti in corso e ha sollecitato le OO.SS. a far pervenire le proprie proposte in tempi brevi evidenziando i temi e i problemi che è necessario affrontare in un prossimo incontro in sede politica con il Ministro.
Stiamo verificando la possibilità di predisporre un documento unitario sull’argomento.
Roma, 12 marzo 2007