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Il Ministro Gelmini ad un question time: i troppi insegnanti levano i soldi agli studenti

Questa è la risposta ad una interrogazione parlamentare sull’azzeramento dei fondi per il funzionamento alle scuole statali.

05/02/2009
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Il Ministro Gelmini, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, sostiene che non esiste uno stato di emergenza finanziaria nelle scuole. Il Governo si sente in dovere di spendere meno ma meglio (anche se il meno si vede ma il meglio no) e per questo ha fatto bene a tagliare i fondi del funzionamento, benché il MIUR in una nota di gennaio annunciasse che “ erano in atto procedure per il reperimento delle risorse necessarie”.

Per contribuire alla soluzione dei problemi, allora, secondo il Ministro, le scuole devono tenere in ordine i conti (fare il programma annuale) e spendere meno. Oggi purtroppo, è sempre la tesi del Ministro, gli insegnanti così numerosi non ci consentono di dare i soldi alle scuole.

Anzi, e per di più, con qualche temerarietà, il Ministro, durante il question time, si è attribuito il merito di: aver incrementato di 200 milioni di euro i fondi per il funzionamento, di aver erogato con la prima rata del 2009 un importo pari a 491 milioni di euro e di aver stanziato 55 milioni aggiuntivi per i corsi di recupero.

Il reale stato dei fatti è ben diverso. Vediamo perché.

La manovra dovuta all’art. 60 c. 10 della legge 133/2008 ha sanzionato come tagli (360 milioni di euro) - senza possibilità di recupero con la legge di assestamento dello scorso mese di novembre - gli accantonamenti della clausola di salvaguardia introdotta dalla legge finanziaria 2007.

Ma non c’è un automatismo fra accantonamento e taglio definitivo. I soldi accantonati potevano ben essere recuperati e non sottratti alla scuola. Fioroni accantona e Gelmini taglia: la differenza è evidente.

I 200 milioni di euro propagandati dal Ministro come stanziamento aggiuntivo sono solo una parziale restituzione degli accantonamenti di cui sopra. Questi fondi distribuiti alle scuole con la rata di gennaio non sono per il “ funzionamento didattico e amministrativo” ma coprono le spese per gli appalti di pulizia e in parte per il pagamento degli stipendi ai supplenti.

I 419 milioni di euro (prima rata dell’esercizio 2009) rappresentano un acconto, calcolato sui primi quattro mesi dell’anno, del salario accessorio di docenti e Ata e delle spese per le supplenze. Anche in questo caso parliamo di spese di personale obbligatorie e non di spese per il “funzionamento didattico e amministrativo”.

I 55 milioni di euro per il recupero dei debiti scolastici non sono aggiuntivi, ma al contrario sono stati ridotti rispetto a quelli già stanziati alla finanziaria 2007 come dimostra la scheda che avevamo elaborato lo scorso anno.

Tutto questo dimostra che i soldi per il funzionamento delle scuole non solo non sono state accresciute, come sostiene allegramente il Ministro, ma sono state azzerate. Riportiamo un punto molto significativo della nota ministeriale del 26 gennaio prot. 539: “ per quanto riguarda le assegnazioni relative alle spese di funzionamento e più in generale, quelle per le quali si è fatto riserva di ulteriori comunicazioni, sono ancora in atto le procedure per il reperimento delle necessarie risorse. Le istituzioni scolastiche, pertanto, sono invitate a procedere – ove non abbiano già provveduto - alla predisposizione del Programma annuale 2009, fermo restando che eventuali ulteriori assegnazioni costituiranno oggetto di variazione ai sensi dell’art. 6 del D.I. 44/2001”.

Dunque i soldi per il funzionamento amministrativo e didattico non ci sono e gli interventi di questo governo sono lesivi del funzionamento delle scuole.

Invece nel 2008, contrariamente a quel che ieri ha affermato il Ministro, la circolare sulla predisposizione del programma annuale (nota prot. n. 1971 dell’11.10.2007) precisava che: “ nelle more dell’approvazione del bilancio dello Stato per il 2008, l’ammontare della dotazione finanziaria resta confermato nella misura comunicata a ciascuna scuola tramite la e-mail del 15 marzo 2007 con riferimento all’esercizio 2007”. Dunque nessun taglio al funzionamento, ma la conferma degli stessi fondi già stanziati nel 2007.

Nulla si dice delle spese per le visite fiscali. Nulla si dice per le spese per le supplenze. E suonano paradossali le parole conclusive del Ministro secondo cui “gli interventi di questo Governo non possono dirsi lesivi della possibilità di funzionamento delle scuole”.

Le scuole meritano rispetto, risposte oneste e trasparenti e non risposte sommarie come quelle formulate ieri il Ministro.

Ci vien fatto di pensare che se le scuole non possono più assicurare l’ordinario funzionamento per mancanza di fondi, non è da escludere uno scenario da interruzione di pubblico servizio.

Noi siamo dalla parte delle scuola e confermiamo tutte le ragioni della protesta del sit-in del 12 febbraio davanti al Miur.

Roma, 5 febbraio 2009

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Risposta del Ministro Gelmini all'interrogazione Ghizzoni (PD) sui finanziamenti per il funzionamento delle istituzioni scolastiche

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, signora Ministra, le scuole sono in grandissima difficoltà finanziaria (lo riportano tutti i quotidiani, soprattutto quelli locali). Mancano le risorse per pagare i supplenti, mancano le risorse per avviare i corsi di recupero nelle medie superiori e per saldare le utenze. È uno stato di sofferenza - vale la pena ricordarlo - che deriva dai tagli gravissimi imposti e decisi dal Governo Berlusconi nel periodo 2002-2006. Per risolvere questa situazione - voglio ricordarlo - il precedente Governo Prodi nella legislatura passata ha esentato le scuole dal pagamento della TARSU, ha posto in capo al Ministero il pagamento della supplenze per maternità e ha recuperato 342 milioni di risorse aggiuntive nel solo anno 2007.

Ora il Governo Berlusconi assume scelte di indirizzo diverso che ci preoccupano: il taglio di 50 milioni di euro deciso nella finanziaria per il 2009 proprio del fondo di funzionamento delle scuole; il rallentamento dell'erogazione dei trasferimenti dallo Stato alle scuole; incertezza sulle risorse per i corsi di recupero.
In questo stato le scuole non possono nemmeno predisporre il programma annuale. Si tratta di una situazione che ovviamente preoccupa il Partito Democratico perché ostacola il diritto allo studio secondo il dettato costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, come l'onorevole Ghizzoni sa, abbiamo un primo dovere nei confronti di tutti i cittadini italiani e dell'Europa che consiste nel tenere i conti in ordine e nel ridurre la spesa pubblica. Tutto sta nel come attuare questo obiettivo.
In realtà alcuni provvedimenti presi dal Governo Prodi che puntavano a migliorare la situazione finanziaria delle scuole hanno ottenuto l'effetto contrario. È vero che sono stati posti a carico del bilancio del Ministero gli oneri relativi alle retribuzioni del personale della scuola nominato in sostituzione del personale assente per maternità. È pur vero che gli stanziamenti dei relativi capitoli sono state aumentati ma è stato contestualmente ridotto il tetto massimo di spesa per le supplenze brevi fissato dalla legge finanziaria 2005. Inoltre le nuove disposizioni per i cosiddetti esami di maturità hanno accresciuto le spese e in base alla clausola di salvaguardia contenuta nella legge finanziaria, Prodi, del 2007, si sarebbe dovuto procedere ad una razionalizzazione del personale della scuola, cosa che non è stata fatta. Il risultato è stato un taglio di 560 milioni di euro degli stanziamenti relativi alle spese di funzionamento delle scuole. Non si è razionalizzato il personale ma il risultato è stato un impoverimento del servizio: per mantenere in questo modo un numero esorbitante di insegnanti, si è pregiudicato il servizio delle scuole agli studenti.

Questa è la situazione che ci siamo trovati di fronte. Per questo, non appena insediati, abbiamo dato subito una risposta ai bilanci delle scuole in crisi e abbiamo incrementato per il 2008 di 200 milioni di euro il Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, fondi che sono stati erogati in data 29 gennaio 2009. Contestualmente abbiamo erogato la prima rata dei fondi per il medesimo anno pari a 491 milioni. Tanto per fare un esempio e citare qualche numero a paragone, a proposito del presunti tagli, lo scorso anno la medesima rata era stata di 371 milioni di euro ed era stata erogata il 19 marzo. Il Governo Prodi, insomma, aveva dato meno soldi e molto più tardi.

Quanto alle attività di recupero delle carenze formative nelle scuole secondarie di secondo grado, le scuole potranno avvalersi di ulteriori risorse pari a 55 milioni di euro in corso di trasferimento a questo Ministero da parte del Ministero dell'economia, ma già concordati. Abbiamo il dovere insomma di spendere meno ma gli interventi di questo Governo non possono dirsi lesivi della possibilità di funzionamento delle scuole. Abbiamo la possibilità di spendere meglio, ne sono convinta. Possiamo trovare insieme le soluzioni ma oggi non si può affermare che vi sia stata una diminuzione delle risorse sul funzionamento e sui servizi, al contrario queste sono state accresciute.

PRESIDENTE. L'onorevole Coscia, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, ovviamente siamo profondamente insoddisfatti della risposta del Ministro perché ancora una volta si tenta di occultare la realtà. Infatti le risorse di cui parla il Ministro sono risorse che erano nel bilancio di previsione del precedente Governo. Ciò che purtroppo sta accadendo è che si sta procedendo all'erogazione di quelle risorse con ritardo. La verità è che nel bilancio del 2009, il primo bilancio che questo Governo approva, è stato tagliato il finanziamento del fondo di istituto alle scuole di ben 50 milioni di euro, che per le scuole significa tantissimo.

Mi chiedo francamente se il Ministro è pienamente consapevole delle difficoltà obiettive nelle quali si trovano le scuole a definire il programma annuale o, meglio, il bilancio annuale. Le scuole non sono in grado di definire il bilancio annuale perché vi è incertezza sulle risorse che devono arrivare alle scuole nel 2008 e soprattutto non c'è la certezza di ciò che accadrà nel 2009. Quindi faccio appello al Ministro perché vengano date indicazioni certe alle scuole e soprattutto affinché si renda conto di quella che è la situazione. Per le supplenze, ad esempio, vi sono ritardi ma, anche soltanto per far riferimento alle visite fiscali, le scuole non hanno i soldi per pagarle e, quindi, il controllo sull'assenza di malattia non si può fare.