Il MIUR pubblica le direttive per l'INVALSI
A distanza di quattro mesi dalla loro emanazione il Miur pubblica solo alcuni giorni fa le attese direttive per l'INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione).
Sono state pubblicate dal MIUR, solo alcuni giorni fa, le due direttive, annuale e triennale, all’INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione), emanate in data 15 settembre 2008 a firma del Ministro Gelmini, che individuano gli obiettivi generali cui l’INVALSI dovrà attenersi nell’esercizio della sua attività.
La direttiva 74/08 consente all’INVALSI di programmare le proprie attività per i prossimi tre anni, a partire dal 1° settembre 2008, con riferimento al sistema d’istruzione; per le attività relative al sistema d’istruzione e formazione professionale si provvederà successivamente con linee guida da definire d’intesa con la Conferenza Unificata.
Nella direttiva sono individuati gli ambiti d’azione dell’Istituto riguardo agli “obiettivi di Lisbona 2010” fissati dall’UE in materia d’istruzione e formazione.
Le aree di intervento indicate riguardano:
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Valutazione di sistema: predisposizione di un rapporto sulla scuola comprendente indicatori che rappresentano la domanda d’istruzione, la distribuzione territoriale, le condizioni strutturali delle scuole, le risorse, nonché indicatori sull’analisi degli esiti quantitativi sulle rilevazioni sugli studenti (ammessi, non ammessi, abbandoni..).
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Valutazione delle scuole: individuazione, anche in conformità ad esperienze internazionali, di un modello di valutazione delle scuole riguardo agli assetti organizzativi e didattici che favoriscono i livelli d’apprendimento degli allievi.
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Valutazione degli apprendimenti degli studenti: rilevazione degli apprendimenti degli studenti, in ingresso e in uscita dai percorsi d’istruzione, per poter individuare e valutare l’intervento della scuola ai fini della crescita dei livelli d’apprendimento degli alunni. La rilevazione entrerà regime in tre anni e si concentrerà prioritariamente sull’italiano e la matematica; in seconda istanza le scienze, nonché la predisposizione di strumenti valutativi dell’apprendimento della lingua inglese.
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Esami di stato: la predisposizione della terza prova (nazionale) per gli studenti delle terze classi della secondaria primo grado; valutazione dei livelli d’apprendimento degli studenti che terminano il secondo ciclo d’istruzione superiore con l’ausilio delle prove scritte degli esami di stato.
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Indagini internazionali: assicurare la presenza italiana ai progetti di ricerca internazionali nel campo della valutazione. In particolare assicurare la partecipazione ai progetti:OCSE-PISA, IEA-TIMSS Advanced, IEA-ICCS, IEA-PIRLS e OCSE-PIIAC. Garantire la massima diffusione dei risultati e sostenere le scuole nell’utilizzo dei risultati di tali indagini.
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Valutazione personale della scuola: proposte per la definizione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici e ricognizione delle forme di valutazione adottate in campo internazionale per la valutazione del personale della scuola (docente ed ATA) con particolare riferimento al loro utilizzo ai fini della carriera ed alla premialità.
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Diffusione della cultura della valutazione: promuovere la cultura della valutazione con riferimento alle azioni di formazione dei dirigenti scolastici e dei docenti; supportare la formazione di una figura di riferimento, per singola istituzione scolastica, per la valutazione nazionale e internazionale; promuovere attività di ricerca nel settore della valutazione degli studenti e delle istituzioni scolastiche anche in collaborazione con università e centri di ricerca.
La direttiva 75/08 , sulla base della programmazione triennale definita dalla direttiva 74/08, individua gli obiettivi delle politiche nazionali a cui l’Invalsi dovrà attenersi per lo svolgimento della propria attività per l’anno scolastico 2008/2009.
Alcune osservazioni
Consideriamo la procedura adottata nell’emanazione e nella pubblicazione delle direttive per un verso un atto dovuto, ma tardivo e non rispettoso delle procedure. Per l’altro una petizione di buone intenzioni cui non stanno seguendo atti che possano sostenere la fattibilità delle indicazioni lì contenute:
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E’ mancato del tutto un confronto con le parti sociali, peraltro su temi che vedono una chiara competenza contrattuale;
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Nella direttiva si parla anche dei fondi per il funzionamento delle scuole, mentre la Finanziaria 2009 ha azzerato le spese per il funzionamento. La scuola per poter funzionare ha bisogno di soldi e di personale. La citata promozione della cultura della valutazione, che noi riteniamo necessaria, è, quindi solo una petizione di principio nella situazione di “miseria” in cui versano oggi le istituzioni scolastiche;
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Non vengono,inoltre, indicate, per ogni singola area di intervento, le risorse finanziare messe a disposizione, senza le quali la direttiva si traduce solo in un elenco di intenzioni la cui attuazione appare impraticabile;
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La rilevazione esterna degli apprendimenti degli studenti e la valutazione dell’intervento della scuola ai fini della loro crescita vanno costruite con cautela e con il coinvolgimento delle scuole. Diversamente rischiano di essere percepite come invasive dell’autonomia didattica; in tal senso la rilevazione esterna ed l’attività di auto valutazione devono interloquire;
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Sollecitare la formazione di una figura di riferimento per la valutazione nazionale e internazionale per singola istituzione scolastica è iniziativa che non può in alcun modo derogare dalle competenze di natura contrattuale in materia di organizzazione del lavoro e di utilizzazione del personale. Ricordiamo che, come prevede il contratto (art 71 ccnl), per la realizzazione di iniziative di formazione nazionali deve essere insediata una Commissione, tra il MIUR e le organizzazioni sindacali; ma ad oggi nulla è stato fatto.
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Sulla valutazione del personale scolastico e la progressione di carriera, troviamo indicazioni molto generiche nel Piano Programmatico che, come ben sappiamo, non ha ancora terminato il suo iter (che sia questo il motivo per il quale le due direttive sono rimaste nel cassetto in questi mesi?): avviarne l’attuazione per quel che riguarda la progressione di carriera con una direttiva all’Invalsi è perlomeno avventato;
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Sull’avvio di un piano di ricognizione delle metodologie per la valutazione degli insegnanti e del personale ATA nei sistemi scolastici internazionali rileviamo che essa può costituire un interessante contributo ma che in nessun caso se ne possano far discendere automatismi sul nostro sistema scolastico, date le profonde differenze fra i sistemi scolastici dei diversi paesi. Per quanto riguarda il riferimento alla valutazione del personale ATA, risulta difficile dare senso e sostanza alla valutazione delle prestazioni, in assenza di una politica sul personale e sul modello organizzativo dei servizi.
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Facciamo notare che su un materia, così delicata e complessa, è stato avviato per il passato un percorso che, a nostro giudizio, andrebbe ripreso; ci riferiamo, in particolare, all’intesa del 27 giugno 2007. Non solo, ribadiamo la competenza contrattuale in materia: si vedano le indicazioni presenti nel CCNL che esplicitamente menzionano la valorizzazione professionale e di carriera.
Noi respingiamo l’idea di collegare la valutazione di sistema e degli apprendimenti alla carriera del personale ed alla premialità, decisa peraltro centralmente.
La scuola autonoma ha bisogno di sostegno, formazione e di strumenti per praticare la valutazione, ma in nessun caso questa necessaria attività può essere collegata a carriere e premialità del personale, che ne inficerebbero automaticamente la valenza, né può essere affrontata unilateralmente, calandola dall’alto.
Riteniamo, al contrario, determinante che l’attività dell’INVALSi si sviluppi a sostegno ed a servizio della scuola, con un rapporto di reciprocità che veda protagoniste le scuole. Autonomia scolastica, valutazione di sistema, autovalutazione d’istituto rappresentano, infatti, un nesso inscindibile per un sistema nazionale di istruzione. A tal fine è necessario far crescere una diffusa cultura della valutazione, attraverso il coinvolgimento, la formazione e la partecipazione attiva delle scuole; diversamente le operazioni di rilevazione continueranno ad essere vissute come un fastidioso evento estraneo.
Occorre innescare un processo virtuoso tra chi è deputato a svolgere attività di ricerca e di studio e chi di queste attività si può giovare nell’esercizio della propria attività professionale (dirigenti, docenti, ATA), favorendo il contributo di tutti i soggetti interessati, dalle scuole alle associazioni professionali al personale tutto.
Roma, 2 febbraio 2009
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