Riforma dei licei in Francia: si riapre la discussione
Il rinvio della riforma dei licei viene colto in Francia come l'occasione per riaprire una discussione senza pregiudizi nel merito e approdare a una proposta condivisa, mentre in Italia l'unica intenzione del Ministro Gelmini è quella di tirare dritto incurante delle mille obiezioni in merito alla "cosa" prodotta finora nelle segrete stanze di viale Trastevere.
Anche in Francia, come in Italia, la prevista riforma dei licei è stata sospesa e rinviata, così come chiedevano tutti sindacati d’oltralpe, sia quelli più possibilisti (UNSA Education, SGEN-CFDT), sia quelli più scettici (SNES-FSU). Ma a differenza che in Italia, dove il Ministro Gelmini insiste a dire che nonostante il rinvio ciò che è fatto è fatto e che la sospensione serve solo ad adeguare meglio il mondo della scuola ad una modifica degli ordinamenti che la FLC Cgil giudica irrazionale, segregante e scoordinata, in Francia per iniziativa dello stesso Ministro dell’Educazione Nazionale Darcos il progetto di riforma è stato anche ritirato, proprio al fine di permettere una tornata di consultazioni, senza vincoli e pregiudizi, con tutti i soggetti interessati (insegnanti, sindacati, associazioni professionali, studenti e famiglie degli alunni) atta a migliorare l’impianto di quelli che saranno i nuovi licei.
Va da sé che per la FLC Cgil questa scelta del Ministero francese (ministero di destra, come quello italiano) costituisce comunque un elemento di riferimento: mentre in Francia una riforma, in qualche modo intrigante (il triennio liceale gestito a moduli anziché a classi, un po’ sul modello finlandese), non senza tagli evidenti all’organico (una riduzione tuttavia non certo comparabile a quella italiana e che comunque produce le maggiori perplessità sindacali) viene comunque ridiscussa alla radice per cercare di costruire una riforma condivisa, in Italia una “cosa” (chiamarla riforma è ridicolo) ispirata esclusivamente ad un bisogno di tagli alle risorse (per fare i tagli bisogna modificare gli ordinamenti, recitava il DL 112/08 ora legge 133/08), costruita nel più grande segreto delle stanze ministeriali senza il coinvolgimento del corpo scolastico, rinviata, oltre che per la paura di aggiungere legna al fuoco della protesta, per difficoltà oggettive di attuazione (più volte pronosticate dalla FLC Cgil nei pochi incontri avuti!), nata male e uscita peggio, priva di coordinamento, simmetria e senso, la si vuole comunque far digerire al mondo della scuola così come è, nonostante, grazie al rinvio, ci sia tutto il tempo per ridiscuterla e rivederla.
Anche in Francia tuttavia non è tutto oro quello che luccica: da alcuni giorni lo SNES-FSU denuncia sul suo sito la volontà dello stesso Darcos di avviare comunque delle sperimentazioni (circa 500) sui modelli finora elaborati e oggi ritirati, con la promessa di risorse organiche in più alle scuole che si impegneranno in tale opera. Una scelta che ricorda molto un tentativo analogo, andato però a vuoto, del nostro ministro Moratti all’indomani del primo rinvio della sua riforma del secondo ciclo. Ma quali organici in più, si chiede lo SNES, se dal 2009 si prevedono nel sistema scolastico francese 13.500 posti in meno?
Roma, 30 gennaio 2009