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Tetto agli alunni stranieri in classe: altro che integrazione!

Ambiguità e contraddizioni tra la Circolare ministeriale n. 2 dell'8 gennaio 2010 e le dichiarazioni del Ministro.

13/01/2010
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>> Il comunicato del Segretario generale della FLC Cgil <<

La circolare per le iscrizioni relative all’anno scolastico 2010-2011, ancora non è stata emanata, ma singolarmente è stata preceduta, venerdì 8 gennaio, da un comunicato stampa prima e successivamente dalla CM n. 2/10 avente come oggetto “indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana”.

La suddetta circolare, quindi, non detta norme in merito all’iscrizione degli alunni privi di cittadinanza italiana, né può costituirne riferimento, pena una inaccettabile discriminazione sul diritto universale all’iscrizione a scuola.

Il comunicato stampa che annunciava il limite del 30% alla presenza di alunni “stranieri” (chi sono?) nelle classi, e pubblicato nel sito del Ministero della Pubblica Istruzione, ha avuto un grande eco su giornali e televisioni, tanto che il Ministro Gelmini è stata intervistata domenica 9 gennaio nella trasmissione “In mezz’ora” da Lucia Annunziata.
Nel corso dell’intervista, Mariastella Gelmini ha dichiarato che nel numero degli alunni “stranieri” non vanno considerati coloro, circa il 36% del totale, che sono nati in Italia ma sono privi di cittadinanza italiana.

In realtà la circolare, ambiguamente, stabilisce una disposizione diversa da quanto sostenuto dal Ministro e cioè che il limite del 30% potrà essere innalzato, con determinazione del Direttore Regionale dell’ufficio scolastico regionale, a fronte della presenza di alunni stranieri (come può frequentemente accadere nel caso di alunni nati in Italia) già in possesso delle adeguate competenze linguistiche.

Pertanto è opportuno che il Ministro e chi ha scritto la circolare si mettano d’accordo!
In realtà il vero obiettivo non sembra essere quello di favorire i processi di integrazione, ma al contrario di identificare nella presenza degli alunni immigrati uno dei problemi di funzionamento della scuola italiana. Il messaggio è identico a quello che viene quotidianamente veicolato su tutta la tematica dell’immigrazione: esiste un limite di accettazione degli immigrati e quindi sono giusti i respingimenti ed è giusto aver stabilito che esiste il reato di immigrazione clandestina e conseguentemente è utile ed è giusto limitare il numero degli alunni “stranieri” nelle nostre classi.

In buona sostanza si tratta di un messaggio esclusivamente di tipo ideologico che ha lo scopo di costruire una sensibilità sociale negativa che predisponga il terreno a misure spacciate come rassicuranti ma sempre più restrittive delle libertà individuali comuni.
La circolare non individua concretamente cosa il Ministero della Pubblica Istruzione intende fare per favorire l’integrazione a partire da una drastica rivisitazione dei tagli alla istruzione pubblica e dalla necessità di investire sui progetti delle scuole. Non è previsto nemmeno un piano nazionale di formazione del personale scolastico. Il compito è scaricato sulle singole scuole raschiando il fondo del barile della L. 440 e facendo affidamento sull’arte di arrangiarsi dei collegi docenti.

Non sono indicati i criteri da adottare per l’orientamento dei flussi delle iscrizioni, né per accettare o respingere le domande di iscrizione, come se il Ministero stesso si rendesse conto dell’impraticabilità della proposta. Il tutto viene tranquillamente affidato alle singole direzioni regionali e ai singoli istituti scolastici determinando una disparità di trattamento degli alunni a seconda della realtà territoriale di inserimento. Siamo alla teoria, cara alla Lega Nord, della localizzazione del diritto.

Non viene non solo indicato, ma nemmeno accennato, a cosa succede nelle situazioni territoriali (ne esistono diverse), in cui la presenza di alunni senza cittadinanza italiana supera anche il 60 o il 70%.
Viene chiusa la scuola? Chi viene deportato da una scuola all’altra, gli alunni “stranieri” o quelli “italiani”? E chi finanzia questa ulteriore spesa del trasporto scolastico? Ricadrà sugli Enti Locali?
È stato fatto un accordo preventivo con l’Associazione Nazionale dei Comuni?

Le ambiguità e le continue contraddizioni della circolare si giustificano per il fatto che essa individua un obiettivo che è concretamente ingestibile e perché si muove su un terreno di sostanziale arbitrarietà in quanto i titolari della definizione dei criteri e delle proposte per la formazione delle classi sono, sulla base della normativa vigente che non ci risulta essere stata abolita, il Consiglio di Circolo o di Istituto ed il Collegio Docenti (art 7 e 10 del T.U. n. 247/94). Quella circolare, pertanto, è illegittima perché arbitraria e in netto contrasto con l’autonomia scolastica.

Da ultimo, sarebbe interessante sapere sulla base di quale teoria didattica e pedagogica si base il principio della separazione degli alunni che viene proposto dalla Gelmini. Ancora una volta non avremo delle risposte. In campo didattico-pedagogico la teoria del “buon senso comune” non ha molto valore e quindi il tutto rimarrà a livello della pura affermazione tautologica come quelle che la Gelmini ha fatto durante la trasmissione sopra accennata per cui l’introduzione del maestro unico è stata una cosa molto positiva per la scuola italiana. Forse tra qualche mese ci sentiremo dire che i tagli alla scuola non ci sono stati e che anzi i finanziamenti alle scuole ed il personale sono aumentati

Roma, 12 gennaio 2010

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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