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Una prossima agenda di governo

12/12/2006
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Valutazione, terza fascia docente, 3+2, governo degli atenei

Il Ministro Mussi ha in questi mesi realizzato alcuni atti, e altri ne ha annunciati, che costituiscono il probabile terreno su cui da gennaio, dopo la Finanziaria, l'Università dovrà misurarsi. In Finanziaria è prevista la costituzione dell'Agenzia per la valutazione (ANVUR), che tuttavia dovrà essere concretamente articolata attraverso provvedimenti legislativi circa la sua natura, finalità, metodologie operative. Crediamo che la nascita dell'Agenzia sia intento positivo e condivisibile per l'Università italiana: si tratta ora di capire come essa verrà definita e resa operante. I modelli possibili cui riferirsi sono al tempo stesso noti e diversi tra loro. Occorre un confronto che porti a individuare le "best practices" e a calarle nel quadro degli obiettivi desiderabili e praticabili per l'Università italiana.

Analogamente, per il 3+2, è necessaria una riflessione aperta che consenta di individuare in modo il più condiviso possibile pregi e difetti del sistema, e i correttivi necessari; che metta sotto osservazione le pratiche applicative del modello, e che permetta di delineare i punti di debolezza della sua applicazione, per far sì che esso diventi davvero la chiave di volta di un sistema europeo, ovviando alle forti carenze e difficoltà che la sua prima applicazione ha evidenziato.

Su questi argomenti la FLC CGIL intende, al principio del 2007, realizzare una riflessione di qualità, tale da offrire alla comunità universitaria un contributo consapevole; contributo che deve potersi tradurre in una base di confronto con il Ministero nel momento in cui si predisporranno materialmente i relativi provvedimenti normativi.

Anche per la questione terza fascia il Ministro Mussi ha annunciato la volontà di provvedere celermente a sanare le inapplicabili, eppure pericolose, distorsioni del decreto Moratti. La nostra opinione è che ai ricercatori poco interessi un riconoscimento di facciata della funzione docente che già svolgono di fatto, solo per essere chiamati professori a tutti gli effetti, (possibilmente senza diminutivi come "aggregato"). Il riconoscimento della terza fascia è, oggettivamente, un elemento che interviene sugli equilibri interni consolidati della docenza, e difficilmente può essere affrontato senza risolvere i nodi dello stato giuridico: natura dei trattamenti e fonti della norma, diritti e doveri, partecipazione agli organi, prerogative professionali, meccanismi di accesso e di progressione in carriera. Sarà quindi una discussione complessa e delicata, come ha dimostrato il fatto che da questo nodo problematico è partito il movimento di opposizione alle politiche della signora Moratti.

E sullo sfondo restano i nodi irrisolti, anche in Finanziaria, della vita di tutti i giorni, a cominciare dai criteri del finanziamento pubblico e dal problema ineludibile di un salto generazionale nel reclutamento, sia per le dimensioni incombenti del pensionamento, sia per la necessità di regole a regime per l'accesso ordinario, che oggi obbediscono alle regole della contingenza finanziaria piuttosto che a una programmazione stabile nel tempo. Il precariato non è solo una parola d'ordine sindacale, uno slogan facile: è la condanna a morte del binomio Università di massa-Università di qualità.

Sono solo pro-memoria generici per un sistema che ha bisogno di innovazione coraggiosa, ma anche di un tasso di partecipazione dei soggetti interessati (i docenti in primo luogo) che oggi, francamente, non corrisponde nè al loro status sociale, nè al loro ruolo cruciale nella società, spesso reclamato ad alta voce nei convegni. Oggi si vedono e fanno opinione solo gli interventi degli editorialisti sui grandi quotidiani che, curiosamente, da alcuni mesi, si muovono tutti nella stessa direzione: i guai dell'Università pubblica, le regole necessarie per renderla più selettiva, la necessità di distiguere tra "teaching universities" e "research universities", ovvero, in chiave più casalinga, tra università vere e prolungamenti del liceo o del professionale. Forse è meglio che torniamo a discutere del 3+2, e magari anche del rapporto non eludibile tra gli esiti formativi della secondaria superiore e i curricula universitari (che molto spesso ignorano serenamente l'esistenza di un ciclo formativo precedente e raramente si pongono il problema del raccordo tra i cicli della formazione e tra i loro contenuti).

Nell’attuazione del programma di governo, accanto a cose buone, emblematiche e significanti (le staminali, il VII Programma Quadro, le Commissioni per i progetti di ricerca, la stessa Autorità per la valutazione per esempio), c'è finora il silenzio sul progetto a lungo termine, sui suoi tempi e contenuti di dettaglio.
La Finanziaria non dà il segnale di attenzione e centralità per università e ricerca che stava nel Programma e che è necessario per il Paese. Se va bene, dopo tanta fatica, chiuderemo la Finanziaria con un sofferto pareggio, evitando altri tagli.
Da gennaio ricominciamo la faticosa marcia per far sì che l'Italia diventi più consapevole del suo grande e ignorato patrimonio di talenti.

Fate sentire la vostra voce, non solo negli ambiti accademici. Usiamo tutte le opportunità che ci vengono offerte. Il Consiglio Universitario Nazionale è una di queste.
Votate per le elezioni del C.U.N. Per fare sì che esista un luogo eletto a larga partecipazione con cui confrontarsi, che non possa essere ignorato e rappresenti la comunità universitaria. Un luogo che abbia il compito di presidiare i problemi dell'Università in modo credibile. Votate comunque.

Siamo interessati all’esito del voto. Speriamo che il C.U.N. sia fatto di persone di qualità, e per questo proponiamo di sostenere una lista di candidati che vi inviamo ancora una volta in allegato. Ma, per favore, votate comunque, perchè la democrazia vive delle sue espressioni formali non meno che della sua sostanza e dei contenuti delle idee.

Scusandomi per i reiterati appelli, e per la necessaria genericità e sinteticità delle argomentazioni, che troveranno nelle prossime iniziative l’opportunità di una riflessione ampia e puntuale.

Roma, 12 dicembre 2006

Area I
(Matematica)

Professore Ordinario:

Gabriele Anzellotti
(Trento)

Professore Associato:

Maria Rosaria Posteraro
(Napoli, Federico II)

Ricercatore:

Pietro Cenciarelli
(Roma La Sapienza)

Area II
(Fisica)

Professore Ordinario:

Paolo Rossi
(Pisa)

Professore Associato:

Roberto Angelo Capuzzo Dolcetta
(Roma La Sapienza)

Ricercatore:

Romana Frattini
(Venezia)

Area IV
(Scienze della Terra)

Professore Ordinario:

Ruggero Matteucci
(Roma La Sapienza)

Area V
(Biologia)

Ricercatore:

Fabio Naro
(Roma La Sapienza)

Area VI
(Medicina)

Ricercatore:

Massimo Realacci
(Roma La Sapienza)

Area VIII
(Ingegneria civile-Architettura)

Ricercatore:

Alfonso Montella
(Napoli, Federico II)

Area X
(Antichità storico-artistiche)

Professore Ordinario:

Simona Costa
(Roma 3)

Professore Associato:

Stefano Tortorella
(Roma La Sapienza)

Ricercatore:

Laura Restuccia
(Palermo)

Ricercatore:

Giancarlo Schirru
(Cassino)

Area XI
(Storia, filosofia, psicologia, pedagogia)

Professore Ordinario:

Luigi Ruggiu
(Venezia)

Professore Associato:

Ivo Biagianti
(Arezzo/Siena)

Professore Associato:

Fabio Lucidi
(Roma La Sapienza)

Ricercatore:

Sergio Zilli
(Trieste)

Area XIV
(Scienze Politiche)

Professore Associato:

Cataldo Giuseppe Nicosia
(Catania)

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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