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I prof nel limbo

Tornano (non in classe) i docenti No Vax, ma non ci sono soldi per i supplenti i 55 mila dell'Organico Covid senza stipendi da mesi nè certezze sui contratti

01/04/2022
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La Stampa

NICCOLO CARRATELLI
Ci sono insegnanti vaccinati, che tutti i giorni vanno in classe a fare lezione, eppure sono da mesi senza stipendio. Proprio come i loro colleghi No Vax, sospesi per aver rifiutato l'iniezione. I quali, però, hanno qualche certezza in più: anche se non sanno bene per fare cosa, da oggi torneranno a scuola e ricominceranno a percepire la busta paga. Gli altri, i supplenti del cosiddetto «organico Covid», assunti anche per sostituire i prof assenti, non vedono un euro da mesi, hanno 3 o 4 stipendi arretrati e ora c'è anche il rischio che il loro contratto non venga rinnovato.Non a tutti, almeno, perché i soldi non bastano. Questi sono docenti che ieri, ultimo giorno di lavoro, sono usciti da scuola senza conoscere il proprio destino. «Ho salutato i ragazzi e ho detto loro di studiare comunque, perché domani (oggi, ndr) abbiamo il compito in classe, ma non sapevo se sarei tornata a scuola», racconta Valentina Chindamo, che insegna economia aziendale in un Istituto tecnico di Vicenza. Solo nel pomeriggio a lei e agli altri supplenti è arrivata un mail dal dirigente scolasdco, «cihainforma- to che i nostri contratti saranno rinnovad fino al 30 aprile, evidentemente si sono resi conto che i soldi bastano solo per un mese, alla faccia della programmazione». Non accade solo in Veneto, tanto che la Flc Cgil lancia l'allarme: «Apprendiamo che i fondi non risultano sufficientì a confermare tutti contratti fino a ltermine delle lezioni - si legge in una nota -. Se così fosse, le scuole si troverebbero nella malaugurata condizione di dover scegliere fra un contratto da interrompere e uno da prorogare». Il governo, nell'ambito del decreto Ucraina, ha stanziato 170 milioni per la copertura dei contratti di supplenza del personale docente e Ata fino al 15 giugno (al 30 perle scuole dell'infanzia). Si tratta di circa 55 mila contratti, un terzo per gli insegnanti, che la legge di bilancio aveva finanziato appunto fino al 31 marzo. Altri 30 milioni sono stati aggiunti specificamente per garandre la sostituzione dei 3.800 prof No Vax sospesi, sottraendoli (la metà) dalFondo per il miglioramento dell'offerta formativa, usato per gli aumenti di stipendio e per premiare i docenti più meritevoli. Altra nota stonata, anche se il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, rispondendo a un'interrogazione in Parlamento, ha assicurato che «vi è l'impegno del governo per reintegrare le risorse di tale fondo». Secondo fonti del ministero, le risorse complessive stanziate sono sufficienti per rinnovare i contratri come previsto, ma Gabriele Toccafondi, deputato di Italia Viva, teme che le scuole si ritrovino «costrette a un rinnovo con scadenza antecedente, in attesa che vengano reperite ulteriori risorse-dice-. Questa ultima beffa si aggiunge al fatto che gran parte di quel personale non riceve lo stipendio da mesi». Valentina conferma: « L'ultimo cedolino è di dicembre, poi più niente, di fatto ci hanno pagato solo i primi due mesi di scuola. Dopo varie telefonate mi hanno spiegato che il ministero non ha messo a disposizione le risorse, da non credere». Il timore è che questa deriva continui fino a giugno: «Se ci rinnovano senza aver fatto bene i conti qui continuiamo alavorare gratis - attacca la professoressa -, chi ha qualche soldo da parte se la cava ma per molti è un problema serio». Inevitabile il confronto con i «titolari» non vaccinati, «che tornano a scuola  a non fare niente e hanno la busta paga garantita». Secondo il ministro Bianchi, del resto, «si è dovuto trovare un ragionevole equilibrio tra il loro diritto di sostentarsi e il loro dovere di smettere mai di fornire il corretto esempio: il rientro in classe avrebbe comportato un segnale altamente diseducativo». A quanto pare, però, molti No Vax non si accontentano di sostentarsi e pretendono di tornare in cattedra, anche perché nella nuova collocazione, qualunque essa sia, dovrebbero fare 36 ore settimanali anziché 18. Il sindacato Anief annuncia centinaiadi ricorsi: «La legge non parla di cambiare le mansioni, non li trasforma in personale Ata o inidoneo - avverte -. Qualsiasi interpretazione diversa da parte del ministero o dei dirigenti scolastici, sarà porta tain tribunale».