Iscriviti alla FLC CGIL

Lezioni

Le parole giuste per l’educazione sessuale dei ragazzi: che raccontino l’amore gay, ma anche l’omofobia È il caso esploso in questi giorni, dopo che in un liceo romano due insegnanti sono state denunciate per avere consigliato un libro “scomodo”

30/04/2014
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Maria Novella De Luca

E ALLORA , come bisogna parlarne? Quali sono le parole per spiegare e raccontare l’omosessualità, l’amore gay, ma anche l’omofobia? C’è un limite, forse, da non varcare se di questo si ragiona con degli adolescenti? Quali strumenti “pedagogici” servono per affrontare la verità che esistono più modi di amare, e dunque chi desidera una persona dello stesso sesso è esattamente come gli altri? La questione, dopo mesi di silenzio, dopo il caso degli opuscoli dell’Unar contro il bullismo omofobico, prima commissionati e poi sepolti nel silenzio sia dal governo Letta che dal governo Renzi, è riesplosa. Acuita dalla cronaca di queste ultime ore, la polemica sulle pagine considerate troppo hard del libro di Melania Mazzucco “Sei come sei”, storia di una famiglia composta da due padri e una figlia, dove in un passaggio si descrive con nettezza una fellatio tra due ragazzi, uno gay, l’altro no, e il giovane gay finisce massacrato di
botte in una imboscata.
Giusto, ci si chiede, far leggere queste pagine a dei quindicenni, o il rischio di turbamento è troppo grande? I ragazzi affermano di non sentirsi affatto infastiditi, alcuni genitori sono invece sul piede di guerra, i prof difendono la loro scelta, ma la polemica travalica l’ambito scolastico e diventa tutta politica. Mostrando quanto il panorama dei “diritti civili” tema forse troppo scomodo da sollevare in campagna elettorale, sia finito in un angolo del dibattito. Mentre si fanno ogni giorno più decisi gli attacchi del mondo pro-life, ben deciso ad ostacolare in ogni modo che nelle scuole si affronti il tema dell’omosessualità, ma ancor di più della “omogenitorialità”. Cioè che da una coppia gay possano nascere dei bambini. Eppure questi figli di una sola metà del cielo sono una presenza reale nelle scuole italiane. Basta però mettere in ordine i fatti delle ultime settimane per capire
quanto la questione si sia arenata. La polemica, violenta, sul libro di Melania Mazzucco messo all’indice al liceo “Giulio Cesare” di Roma. Il lentissimo cammino della legge contro l’omofobia al Senato. Gli attacchi agli insegnanti che hanno inaugurato le “lezioni di genere” contro gli stereotipi maschili e femminili, e la mai attuata “strategia” nazionale anti discriminazioni sessuali decisa dal ministro Fornero nel 2013.
Quanto fa paura parlare di omosessualità, diversità, sessualità, bullismo antigay? Mario Rusconi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi, una vita passata tra i ragazzi, afferma che è giusto parlare di tutto. «Non ci devono essere steccati, il mondo adulto sottovaluta
quanta informazione erotica abbiano oggi dei quindicenni, abituati a navigare su siti di pornografia esplicita. E dunque sono convinto che non si siano sentiti affatto turbati dalle descrizioni del libro della Mazzucco». Vista però la delicatezza del tema, e il rischio di strumentalizzazioni, «che infatti c’è stato», dice Rusconi, «sarebbe stato meglio che di questo progetto i prof ne discutessero con i genitori».
Mentre la scuola naviga a vista, la lista luttuosa dei giovani che si tolgono la vita per la troppa derisione si allunga di stagione in stagione... «E invece — spiega Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme e gay dichiarato — c’è sempre di più un approccio da guerra ideologica, lo dimostra il caso degli opuscoli dell’Unar censurati, o la contestazione al libro di Melania Mazzucco, sotto attacco non tanto perché conteneva dei
passaggi di sessualità esplicita, ma perché parlava di una famiglia composta da due padri». Il governo però, aggiunge Scalfarotto, «non potrà sottrarsi a questi temi, del resto Renzi l’ha promesso in campagna elettorale, introdurremo le unioni civili sul modello tedesco, e l’adozione del figlio del coniuge nelle coppie omosessuali». In realtà al centro della campagna dei movimenti pro-life, c’è la battaglia contro la legge sull’omofobia in discussione al Senato e i progetti sul “gender” da attuare nelle scuole. Conferma il presidente dei “Giuristi per la vita” Gianfranco Amato: «Questa è una legge sbagliata, voluta da una lobby. Noi chiediamo che vengano puniti tutti i tipi di bullismo, non solo quello contro i gay».
Il tema imbarazza la politica. A cominciare dal “giallo” degli opuscoli commissionati dall’Unar, cioè l’ufficio antidiscriminazioni del ministero delle Pari Opportunità, all’istituto “Beck”, specializzato in terapia cognitivo-comportamentale, e diretto dalla psicoterapeuta Antonella Montano, autrice di diversi e accurati saggi sull’omosessualità. Le pubblicazioni, destinate ai docenti delle scuole primarie e secondarie, vengono decisi nell’ambito della “strategia nazionale Lgbt” decisa con un decreto del ministro Fornero. Si tratta di un grosso progetto, dotato di congrui finanziamenti, volto a combattere le discriminazione sessuali e in particolare il bullismo omofobico. Nel febbraio scorso i tre opuscoli “Educare alla diversità a scuola” sono pronti per essere distribuiti ai docenti, perché inizino a valutarli. Qualche mese prima, nel luglio del 2013, Ermenegilda Siniscalchi, il capo dipartimento del ministero per le Pari Opportunità, diretto dal viceministro Cecilia Guerra, invia alla dottoressa Montano una lettera di encomio per il lavoro fatto. Si tratta, scrive Siniscalchi, «di un prodotto di cui ho potuto apprezzare l’approccio metodologico, la cura, la completezza e la chiarezza di esposizione che fanno di questa pubblicazione un eccellente supporto didattico ».
E infatti basta leggere con attenzione questi famosi opuscoli per rendersi conto della loro correttezza. Una guida a riconoscere l’omofobia, a confutare teorie antiscientifiche tipo «l’omosessualità è una malattia », a comprendere il disagio degli adolescenti gay, un passo in avanti nella spiegazione di cosa sono le famiglie omogenitoriali. Ma il percorso degli opuscoli si inceppa. Alcuni gruppi cattolici e la Cei ne denunciano presunti attacchi alla “famiglia naturale”. Scoppia la polemica, ma forse nessuno li ha letti davvero. Inizia il fuggi fuggi dei ministri competenti: la Guerra afferma di non saperne nulla, l’attuale ministro Giannini li bolla come «lontani dal modello italiano». Gli opuscoli, prima commissionati ed elogiati poi censurati, finiscono nel dimenticatoio. Migliaia di euro pubblici buttati via. Eppure bastava scorrerli con attenzione e senza pregiudizi ideologici, per capire che questi manuali sarebbero stati una guida preziosa per gli insegnanti. Utili ad evitare forse nuove tragedie di ragazzi incompresi