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A lezione di matematica tra quadri e statue antiche

Al via Next-Land, progetto di didattica diffusa che da domani a Torino coinvolgerà mille studenti

13/09/2020
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la Repubblica

di Cristina Palazzo TORINO — A vvicinarsi alle scienze attraverso l’arte. Fare esercitazioni di matematica nel museo Egizio. Scoprire le leggi della fisica tra le opere d’arte della Gam. O risolvere codici cifrati tra le stanze del Museo Nazionale del Risorgimento. Ma anche parlare di percezione nel Museo d’Arte Orientale o di valore nel museo del Risparmio. E ancora vivere una mattinata da matricole in anticipo di qualche anno.

È la didattica innovativa e diffusa che da domani, con il progetto Next-Land, vivranno i mille studenti di seconda media di cinque scuole di Torino dei quartieri Aurora, Barriera di Milano e Lucento. Si tratta di aree tra le più fragili della città e di scuole in cui la presenza di stranieri arriva al 90 per cento e le condizioni socio- economiche rendono difficili il proseguimento degli studi, tanto che si registra il tasso più basso di laureati della città. Ed è a questi allievi che si rivolge l’associazione torinese Next Level con questo progetto, ispirato al romanzo di fantascienza Flatland , che mira «ad avvicinare i ragazzi alle materie scientifiche con un occhio di riguardo al gender gap delle giovani studentesse», spiega Caterina Corapi, presidente dell’associazione.

Per un mese a gruppi i ragazzi al mattino andranno a scuola in nove musei torinesi per seguire le cosiddette Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) attraverso laboratori didattici studiati da Politecnico, Istituto nazionale di fisica nucleare, Università di Torino e Università Suor Orsola Benincasa, con il sostegno di Fondazione Vodafone Italia, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Camera di commercio.

«La curiosità sollecitata dal contesto museale sarà la molla per arricchire i ragazzi sul piano culturale e stimolarli dal punto di vista motivazionale », sottolinea Cristina Sabena, docente di Matematiche complementari all’Università di Torino. Della stessa idea Debora Fino, docente di Impianti chimici al Politecnico: «Vogliamo avvicinarli alle materie dure in modo soft, con esperienze legate alla quotidianità».

Inoltre saranno intrapresi percorsi di alfabetizzazione digitale con un centinaio di mamme. Al termine del percorso la Fondazione Agnelli valuterà il metodo e le attività svolte dai ragazzi e dalle ragazze, per capire se le Stem li avranno conquistati e attraverso colloqui di orientamento saranno guidati verso la scelta delle scuole superiori.


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