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«A scuola in zona rossa» Il governo vuole riaprire le classi dei più piccoli

Un obiettivo non da poco, quello proposto dalla ministra alle pari opportunità Elena Bonetti, ma che già solo al pensiero rincuora milioni di famiglie italiane

23/03/2021
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Il Messaggero

Far rientrare in classe tutti i bambini, dopo Pasqua. Un obiettivo non da poco, quello proposto dalla ministra alle pari opportunità Elena Bonetti, ma che già solo al pensiero rincuora milioni di famiglie italiane alle prese con bambini seduti davanti ai computer che si scaricano troppo velocemente, con link delle singole lezioni da ricordare e schede da stampare. La proposta della ministra riguarda infatti soprattutto i bambini che frequentano gli asili e le scuole elementari nelle zone rosse, circa 3 milioni in tutto, per i quali l'ultimo Dpcm prevede esclusivamente le lezioni a distanza. A differenza di quanto stabilito fino a febbraio scorso quando, in zona rossa, solo le classi dalla seconda media all'ultimo anno delle superiori andavano in didattica a distanza. 
IL RISCHIO VARIANTILa decisione di elevare le misure restrittive in zona rossa, estendendo il divieto della didattica in presenza a tutte le scuole dagli asili alle superiori, era motivata dal dilagare delle varianti tra i giovanissimi, il moltiplicarsi di classi in quarantena e di scuole chiuse per il numero dei contagi. Un allarme che nel frattempo non è rientrato, quindi resta delicato l'equilibrio tra la tutela della salute e del diritto allo studio. 
I disagi dell'online sono tanti: le famiglie in difficoltà con il lavoro, le carenze di connessione, i ritardi di apprendimento degli alunni. E le proteste si fanno sentire, a cominciare dai comitati della scuola e dai sindacati di base pronti a scioperare. Ieri la ministra Bonetti è tornata sull'argomento aprendo uno spiraglio nella nuova valutazione dei casi e dei contagi. L'idea è di modificare le misure restrittive per le zone rosse e di permettere ai piccoli, da 0 a 10 anni, di tornare tra i banchi: «La scuola è chiusa nelle regioni rosse e mi auguro che in questa settimana ci siano regioni che possano passare in zona arancione e quindi possano riaprire le scuole dell'infanzia, i nidi, la primaria e la secondaria di primo grado e le scuole secondarie di secondo grado al 50% - ha spiegato la titolare del ministero alle pari opportunità a Skytg24 - già dopo Pasqua ritengo che in zona rossa, complice l'aumento delle vaccinazioni, dobbiamo rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell'infanzia e almeno la primaria».
Punto cardine del rientro in classe sono, chiaramente, i vaccini e la campagna in atto sul personale scolastico: mettendo in sicurezza il maggior numero di docenti, presidi e personale ausiliario verrebbe meno una buona fetta di contagi tra i banchi di scuola. Una corsa contro il tempo, che si trova a dover fare i conti con la brusca frenata delle vaccinazioni che si registra in questi giorni. La proposta della Bonetti incontra il favore di numerosi esponenti della maggioranza ma anche di Fratelli di Italia. Sarà necessario ascoltare prima il parere del Cts e poi quello delle singole Regioni che, tramite le ordinanze, hanno comunque l'ultima parola. 
VERSO L'ARANCIONECi sono poi le regioni rosse che potrebbero diventare arancioni: il Lazio, con l'indice Rt in calo, potrebbe diventare arancione già il 26 marzo. E riaprire così le scuole addirittura prima di Pasqua o comunque subito dopo la pausa. Da viale Trastevere intanto il ministro all'istruzione Patrizio Bianchi continua a ribadire che «si tornerà in presenza» appena le condizioni lo permetteranno. In settimana incontrerà il commissario straordinario per l'emergenza Covid, Francesco Figliuolo, per la copertura vaccinale dei docenti e ascolterà gli enti locali. 
IL MINISTEROIl sottosegretario all'istruzione Rossano Sasso, della Lega, assicura che il ministero sta insistendo perché gli istituti possano riaprire quanto prima: «È necessario riaprire la scuola appena i dati lo consentono e tutti al ministero dell'istruzione stiamo facendo pressione sul ministero della salute affinché almeno la fascia 0-6 e la primaria riaprano. La didattica a distanza è un surrogato, servono soluzioni e strategie per mettere in sicurezza le scuole. La situazione è diversa da Regione a Regione, ma anche da Comune a Comune: se c'è un territorio che consentirebbe la riapertura delle scuole con la didattica in presenza in sicurezza, non vedo perché dovremmo vietarlo». 
Intanto arriva lo sciopero della Dad, indetto per venerdì prossimo, 26 marzo, dal Comitato Priorità alla scuola in concomitanza con lo sciopero del comparto scuola promosso dai Cobas e sostenuto dal Coordinamento Nazionale Precari-e Scuola.
Lorena Loiacono