All’appello del piano assunzioni mancano già 35mila insegnanti
La conferma giunge dalla relazione tecnica al decreto Sostegni-bis
Eugenio Bruno e Claudio Tucci
Sulle assunzioni a scuola i conti rischiano di non tornare. La conferma giunge dalla relazione tecnica al decreto Sostegni-bis, che la Camera ha appena iniziato ad esaminare. A fronte di 112mila posti vacanti individuati dal governo, il mix di interventi contenuto nel Dl - ricorso alle graduatorie, concorsi vecchi e nuovi, mini-sanatoria dei precari )assunti a termine poi stabilizzati dopo l’anno di prova) - ne assicurerà, nella migliore delle ipotesi, circa 77mila. All’appello, dunque, ne mancherebbero 35mila. Se li sommiamo alle 150mila supplenze più o meno brevi che i sindacati si aspettano ecco che anche l’anno prossimo rischiamo di ritrovarci con 180/190mila incarichi a tempo determinato. Meno del record di 200mila raggiunto quest’anno ma comunque un esercito. A settembre insomma si rischia nuovamente di ritrovarsi con un prof su cinque precario. E non è un caso che in Parlamento siano già partite le grandi manovre per allargare la mini-sanatoria introdotta dal provvedimento. Tant’è che all’orizzonte già si profila un insolito asse Pd-Lega.
Il piano assunzioni
La relazione tecnica al Dl Sostegni-bis conferma le stime sulle assunzioni anticipate sul Sole 24 Ore nei giorni scorsi. Sia sul fronte dei posti vacanti (112mila) che sul conteggio dei nuovi ingressi. Dalla possibilità di attingere al 100% da Gae a esaurimento, graduatorie di merito e concorso straordinario in via di conclusione il ministero dell’Istruzione si attende 53mila ingressi. Se a questi aggiungiamo i 18.500 precari in possesso dei due requisiti chiesti dal decreto per accedere alla stabilizzazione - e cioè 3 anni di servizio negli ultimi 10 e iscrizione nella prima fascia delle graduatore provinciali per le supplenze (Gps) - tocchiamo quota 71.500. Ma al conto vanno sommati anche i 6mila posti Stem per medie e superiori che viale Trastevere cercherà di riempire con una selezione iper-accelerata fatta di un test a crocette e di un orale che, per produrre gli effetti desiderati, deve concludersi entro il 31 luglio.
I concorsi sprint
A questi 6mila posti Stem si presenteranno alla prova 60.521 candidati. La procedura sarà molto semplice: una prova scritta che verterà sulle discipline della classe di concorso, su informatica e sulla lingua inglese. La prova si svolgerà al pc, nelle sedi individuate dagli Uffici scolastici regionali, e consiste in 50 quesiti (40 classe di concorso, 5 informatica, 5 inglese). La prova ha una durata massima di 100 minuti, e si supera con un punteggio di 70 su 100. Poi si passa all’orale, che si supera anch’esso con 70 su 100. Le graduatorie di merito dovranno essere pronte entro il 31 luglio; ai membri delle commissioni è riconosciuto un compenso aggiuntivo se centrano l’obiettivo. Secondo la relazione tecnica al Dl 73, 5 procedure per 18 regioni comporterà la necessità di avere 90 procedure concorsuali e 1.211 sotto-commissioni. La paga base del presidente è di 1.980 euro, più 1,1 euro a candidato fino a 8.800 euro. Per un commissario si passa a 1.800 base, fino a 8mila euro (sempre a seconda dei candidati).
Le trattative in Parlamento
Ammesso e non concesso, soprattutto secondo i sindacati, che tutti i posti in predicato di essere assegnati lo siano realmente la coperta si annuncia corta. Tant’è che già si parla di un allargamento dei precari da stabilizzare. In che modo è tutto da studiare viste le resistenze che il Mef e Palazzo Chigi hanno avanzato durante la stesura del decreto. Sul tavolo c’è la proposta della Lega di estendere la sanatoria alla seconda fascia delle Gps o limitarla alla prima eliminando il vincolo dei 3 anni. Ma è solo la prima e considerando l’aria che si respira dalle parti del Pd non è escluso che sui docenti si verifichi un insolito asse tra i dem e il Carroccio. Ripetendo un copione già visto con altri governi e altre maggioranze.