All'infanzia il 10% non ha l'età
Grande fuga dai nidi verso le scuole statali e paritarie. Anticipatari record nel Meridione
di Emanuela Micucci
Bimbi iscritti nonostante siano nati dopo il 30 aprile 2008
Diaspora dal nido alla scuola dell'infanzia, ma il 10% dei bambini che anticipano l'ingresso alla materna è irregolare. Sono stati 86mila l'anno scorso i bimbi anticipatari delle scuole dell'infanzia statali e paritarie: il 9% dei piccoli alunni di questo ordine di scuola. Un fenomeno in forte crescita fotografato dai dati che il ministero dell'istruzione ha consegnato, il 4 novembre, ai sindacati. In un solo anno, dal 2009-10 al 2010-11, ha segnato un incremento dell'8% negli istituti statali, dove gli anticipatari sono passati da 47.800 a 51.800: un aumento di 4mila bambini, che arriva a 8.824 considerando anche gli iscritti alle paritarie. Si capovolge, così, anche il tradizionale rapporto delle statali con le paritarie; infatti, il maggior numero di iscritti è alle statali, il 60% conto il 40% delle paritarie. Però il 10,3% dei bambini anticipatari è irregolare, perché nato dopo il 30 aprile 2008. La legge infatti consente l'anticipo alla scuola dell'infanzia solo ai bimbi nati entro il 30 aprile, quindi, di almeno 2 anni e 5 mesi di età all'inizio delle lezioni, a condizione che siano disponibili posti ed esaurite le liste d'attesa, siano presenti locali e dotazioni idonei alle esigenze degli under 3enni e dopo la valutazione pedagogica e didattica, da parte del collegio docenti, di tempi e modalità di accoglienza. Invece, lo scorso anno, il 9,2% degli anticipatari delle materne statali e l'11,9% di quelli delle paritarie era nato dopo il 30 aprile. Una fuga dal nido fortemente disomogenea sul territorio nazionale. Diffusa soprattutto al Sud con regioni come Calabria che ha la percentuale più alta sia di anticipi, il 34,9% degli iscritti, sia di irregolari, il 6,69%; Campania con il numero assoluto maggiore, 14.747 bambini anticipatari, seguita da Sicilia (11.129) e Puglia (9.558). Quarta per numero di alunni la Lombardia (9.020), che però per percentuale, il 9,5% degli iscritti, è penultima della classifica a pari merito con Toscana (9,3%) e Lazio (9,5%). Anticipi assenti in Emilia Romagna, la regione che ne registra meno, il 5,7% dei bimbi, e in Friuli, Veneto e Liguria dove gli irregolari sono lo 0%. «Vi sono 24 provincie dove un bambino ogni 5 è un anticipatario», sottolinea la Flc-Cgil «e, tra queste, ve ne sono almeno 7 dove la percentuale è superiore al 25%. Con il caso limite di Potenza dove gli anticipatari sono il 40%». Non va meglio a Cosenza (39%) e Nuoro (37%). «Questi dati chiamano in causa soprattutto gli enti locali e le regioni», insiste la Gilda degli insegnanti. Occorrono strumenti che garantiscano «l'implementazione di servizi educativi per la prima infanzia», commenta la Uil scuola, «a partire dalle sezioni primavera, che vanno rifinanziate e sostenute». Sezioni ospitate negli stessi locali della scuola dell'infanzia ma destinate ai bambini di 2-3 anni e riferite alla fascia 0-3. «La scuola dell'infanzia è e deve restare 'scuola' - ricorda lo Snals -, quindi, privilegiare il fatto educativo», che l'accettazione di bimbi di età inferiore a 3 anni compromette a favore di quello assistenziale».