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Altro che Imu e Iva, Bankitalia chiede il taglio del cuneo fiscale

Scuola e università - ha concluso Visco - dovranno sostenere questo processo garantendo un'istruzione adeguata per qualità e quantità

01/06/2013
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il manifesto
Ignazio Visco al governo: basta con le rendite, favorire la produzione
ROMA
La soluzione per la crisi - o perlomeno per iniziare a contrastarla - non sta tanto nell'Imu o nell'Iva, quanto piuttosto nell'incentivare il lavoro. Non ha dubbi Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, che ieri nella sua relazione annuale, pur non avendo citato esplicitamente Imu e Iva (le due tasse contese nella maggioranza, e che creano dissidi tra Pd e Pdl), ha preso decisamente posizione: va ridotto il cuneo fiscale, vanno aiutati il lavoro e l'impresa. Se si dovrà riformare il fisco, insomma, va fatto favorendo lo sviluppo e la produzione a scapito della rendita e dei patrimoni infruttuosi.
«Non si costruisce niente sulla difesa delle rendite e del proprio particolare, si arretra tutti - ha ammonito Visco - La recessione sta segnando profondamente il potenziale produttivo, rischia di ripercuotersi sulla coesione sociale. Il Pil del 2012 è stato inferiore del 7% rispetto a quello del 2007, il reddito disponibile delle famiglie di oltre il 9, la produzione di un quarto. Le ore lavorate sono state il 5,5% in meno, la riduzione del numero di persone occupate superiore al mezzo milione».
Ma nonostante questo quadro, l'uscita dal tunnel potrebbe essere vicina: se «anche quest'anno si chiuderà con un forte calo dell'attività produttiva e dell'occupazione», tuttavia «l'inversione del ciclo economico verso la fine dell'anno è possibile». Ma bisognerà fare attenzione ai conti pubblici: «La correzione dei conti pubblici - riconosce il governatore - ha contribuito a ridimensionare le tensioni sul mercato dei titoli di Stato», ma «per quest'anno non ci sono margini di aumento del disavanzo; sono stati assorbiti dalla decisione di pagare i debiti commerciali in conto capitale delle amministrazioni pubbliche». Decisione che via Nazionale mostra di approvare, precisando anzi che «non devono formarsi nuovi debiti della specie».
La soluzione per rilanciare imprese e lavoro si può trovare nel taglio del cuneo fiscale: «Serve una riduzione del cuneo fiscale che grava sul lavoro, frena l'occupazione e l'attività d'impresa».
Va poi combattuto una volta per tutte anche un altro grave fattore di ritardo e di iniquità: l'evasione fiscale che «distorce l'allocazione dei fattori produttivi, causa concorrenza sleale, è di ostacolo alla crescita della dimensione delle imprese, aumenta il carico tributario per i contribuenti in regola».
Infine i giovani. Anche il sistema scolastico e in generale la formazione vanno riformati, per permettere ai giovani di inserirsi, perché «negli anni a venire i giovani non potranno semplicemente contare di rimpiazzare i più anziani nel loro posto di lavoro». Va promossa l'imprenditorialità, ma soprattutto «la formazione professionale andrà sviluppata per coprire una intera vita lavorativa caratterizzata dalla mobilità e dal cambiamento, da tutelare con rafforzati sistemi di protezione e assicurazione, pubblici e privati, nei periodi di inattività. Scuola e università - ha concluso Visco - dovranno sostenere questo processo garantendo un'istruzione adeguata per qualità e quantità».