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Ansa-PRECARI; DI MENNA, NON E' QUESTA SOLUZIONE SERVE PIANO PLURIENNALE DI ASSUNZIONI

PRECARI; DI MENNA, NON E' QUESTA SOLUZIONE SERVE PIANO PLURIENNALE DI ASSUNZIONI Il decreto-legge sui precari ''mette ordine nelle graduatorie, ma non risolve il problema del precariato''. Cosi' il...

02/04/2004
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ANSA

PRECARI; DI MENNA, NON E' QUESTA SOLUZIONE SERVE PIANO PLURIENNALE DI ASSUNZIONI
Il decreto-legge sui precari ''mette ordine nelle graduatorie, ma non risolve il problema del
precariato''. Cosi' il segretario generale della Uil scuola Massimo Di Menna commenta il provvedimento varato oggi dal consiglio dei ministri. ''Si e' dato un colpo al cerchio e uno alla botte cercando di mettere insieme, con un compromesso sui punteggi, le legittime aspettative dei precari storici e quelle degli insegnanti usciti dalle scuole di specializzazione. Ma il provvedimento approvato oggi - osserva il sindacalista - non risolve l'incertezza nella quale ogni anno si trovano a lavorare gli insegnanti precari della scuola. A fronte del numero elevato di posti vacanti e del naturale turn over dovuto ai pensionamenti, restano poche le assunzioni. Quel che occorre, anche per dare stabilita' alle scuole - mette in evidenza Di Menna - e' un piano pluriennale di assunzioni che elimini in modo graduale il problema del precariato. Al pari - continua - occorre un provvedimento che regoli la fase transitoria e consenta l'avvio di un nuovo sistema di reclutamento che permetta di superare le attuali contraddizioni per dare a tutti certezza di diritti e chiarezza di prospettive''. Tra gli aspetti controversi del decreto il sindacalista segnala, infine, l'assegnazione del punteggio agli insegnanti impegnati nel servizio militare. '' In linea di principio, in questo modo - osserva - si introduce una sorta di discriminazione tra uomini e donne. Una soluzione poteva essere quella di assegnare il punteggio in coincidenza del servizio militare e posto utile in graduatoria per la nomina, in modo da non danneggiare gli uomini in servizio di leva e non discriminare le donne che non facevano il servizio militare''.


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