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Apprendistato, le 11 obiezioni della CGIL al Piano Sacconi

in una lettera inviata al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, il segretario confederale Fulvio Fiammoni, illustra il suo dissenso

19/05/2011
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Corriere della sera

Manca una durata minima, resta la licenziabilità al termine del rapporto, nessun riferimento ad ammortizzatori sociali, non superato il cannibalismo da parte di stage, tirocini e collaborazioni. La Cgil smonta in undici punti il decreto legislativo che prevede la riforma dell’apprendistato approvato dal governo e, in una lettera inviata al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, il segretario confederale Fulvio Fiammoni, illustra il suo dissenso. In un primo tempo, da parte della Cgil c’era stata una cauta apertura e lo stesso Fiammoni aveva commentato che l’ «apprendistato contro la precarietà resta il nostro obiettivo» . Ma poi l’analisi del testo ha fatto cambiare radicalmente idea e ieri, in un lungo comunicato, ha giudicato il decreto «non condivisibile» e invitato il ministro a «procedere nei successivi incontri alla presenza congiunta di Regioni e parti sociali, visto che la delega così espressamente prevede» . Nel decreto, sottolinea Fiammoni, «non si riduce la durata dell'apprendistato professionalizzante che resta prevista fino a sei anni» , mentre manca una durata minima. Così come emerge evidente «la contraddizione tra l'enfasi sul carattere a tempo indeterminato del rapporto di apprendistato e la mancanza di qualsiasi vincolo di stabilizzazione degli apprendisti» , confermando una «condizione di licenziabilità al termine del rapporto» . Inoltre non si fa «alcun riferimento ad ammortizzatori sociali» e «nulla si dice delle misure da prendere per contrastare il cannibalismo verso il contratto di apprendistato di altre tipologie, come stage, tirocini e collaborazioni» . Diverso e più propositivo l’atteggiamento della Cisl — «sbagliato mettere steccati» — che invita il governo ad andare avanti e a convocare le parti sociali per superare i nodi. R. Ba.