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Aprile on line-La sordità del ministro Moratti

La sordità del ministro Moratti Istruzione. Prevista per fine luglio l'approvazione definitiva del decreto legge sull'università e continua il ddl sulla riforma scolastica. Nessuna delle obiezioni...

21/07/2005
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Aprileonline

La sordità del ministro Moratti
Istruzione. Prevista per fine luglio l'approvazione definitiva del decreto legge sull'università e continua il ddl sulla riforma scolastica. Nessuna delle obiezioni è stata accolta
EMILIA BASILE

Un "golpe", cioè l'attuazione del suo decreto entro fine luglio. Questo ha minacciato di fare la ministra dell'Università, dell'Istruzione e della Ricerca scientifica. Un colpaccio che andrebbe a discapito di tutte le manifestazioni, dei documenti di protesta della Conferenza dei rettori, degli ultimi incontri che i presidenti delle regioni autonome (come il Friuli Venezia Giulia) in cui i massimi rappresentanti regionali avevano chiesto a gran voce il ritiro dello schema del decreto che riguarda la formazione. In quella occasione aveva parlato Roberto Cosolini, assessore regionale al Lavoro, Formazione, Università e Ricerca, il rappresentante del Friuli Venezia Giulia nella Commissione Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca della Conferenza delle Regioni e Province Autonome. Il rappresentate ha definito il ritiro dello schema di decreto "un segnale necessario per ripristinare un corretto confronto tra Stato e Regioni", che sulla questione hanno illustrato un documento unitario. La sua dichiarazione si inserisce, infatti, nella risposta con la quale le Regioni hanno voluto controbattere al decreto.
Cosolini ha sostenuto in particolare che "la posizione delle Regioni è giusta per ragioni di metodo e di contenuti, visti i gravi rischi per l'unitarietà e la qualità del nostro sistema formativo presenti nel 'doppio canale' proposto dal ministro: è necessario però unire alla protesta, la capacità di proposta e quindi di elaborazione di una strategia che vede le Regioni protagoniste avendo come riferimento non solo il quadro legislativo nazionale ma anche la potestà in materia di istruzione e formazione riconosciuta alle Regioni dal titolo V della Costituzione".
L'assessore Luisa Gnecchi, nella stessa riunione, in rappresentanza della Provincia di Bolzano, ha ribadito con forza che "su tutte le questioni riguardanti l'organizzazione, la pianificazione e la programmazione del sistema di istruzione e formazione professionale lo Stato deve intervenire d'intesa anche con le Regioni e le Province autonome". Anche in questo caso ciò che più è ritenuto di fondamentale importanza è un sereno confronto tra le parti, e un maggiore ascolto da parte della Moratti riguardo le esigenze del sistema scuola.
La protesta al Ddl della ministra continua anche in ambito universitario. Erano insorti tutti i massimi rappresentanti degli atenei più importanti d'Italia contro la legge che modifica lo stato giuridico dei docenti universitari. Non sono bastate le repliche della Conferenza dei rettori che aveva stilato un documento dopo l'incontro dei senati accademici. La Moratti continua ad andare avanti nel suo progetto di riforma, che tenterà di portare a compimento a fine luglio.
Tutti i rappresentanti delle facoltà universitarie italiane considerano questa situazione come un vero e proprio "golpe" dei parlamentari nei confronti del sistema universitario. Un vero e proprio smembramento di tutto ciò che prima rappresentavano gli atenei, il sistema dei docenti, della ricerca. Su quest'ultimo punto, si è convinti, che il decreto porterà verso la privatizzazione dell'università. Con questo Ddl si tenta infatti di cancellare l'università statale, si distrugge la principale risorsa del paese, oltre che demolire uno dei pilastri fondamentali della nostra democrazia.
Ultima notizia, diramata la scorsa settimana: il governo presenterà a breve "un disegno di legge per l'istituzione di una Autorità indipendente atta a valutare il sistema universitario". Lo ha annunciato la Moratti nel corso di una audizione in Commissione istruzione al Senato, dedicata al disegno di legge su "Nuove disposizioni concernenti i professori e i ricercatori universitari e delega al governo per il riordino del reclutamento dei professori universitari". Quest'ultima ha dichiarato che tale Autorità "così come richiesto sia da esponenti della maggioranza che dell'opposizione, che dalla Conferenza dei rettori e dal Consiglio universitario nazionale", avrà "il compito di elaborare criteri obiettivi e trasparenti di valutazione dei docenti, coerenti con i parametri europei internazionali e adeguati alla specificità italiana".
In entrambi i casi, riforma scolastica e riforma universitaria, la partita in gioco è enorme. La ministra continua a non ascoltare le richieste degli atenei e dei rappresentanti della scuola italiana, mentre porta avanti soltanto le sue e quelle dei suoi collaboratori.