Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Aprile-Tracce d'esame o di chiacchiericcio?

Aprile-Tracce d'esame o di chiacchiericcio?

Tracce d'esame o di chiacchiericcio? Scuola. Ieri la prova di italiano. Da Dante al viaggio, ma gli esami non cambiano mai Alba Sasso Vi ricordate la riforma degli esami di stato del '97, r...

23/06/2005
Decrease text size Increase text size

Tracce d'esame o di chiacchiericcio?
Scuola. Ieri la prova di italiano. Da Dante al viaggio, ma gli esami non cambiano mai
Alba Sasso

Vi ricordate la riforma degli esami di stato del '97, realizzata dal governo di centrosinistra? Finalmente si ragionava di un esame nel quale non bisognava più "valutare globalmente la personalità del candidato" ma certificare le conoscenze, competenze e capacità acquisite. Si partiva cioè dall'idea che la scuola non debba dare un giudizio sulla personalità - così come prevedeva il vecchio esame, quello del '69 per intenderci - ma certificare ciò che il candidato sa e sa fare, in altre parole quello che ha imparato. A quella scelta doveva seguire il cambiamento della scuola secondaria. Perché infatti il problema è sempre quello. Come si può cambiare un esame se il quinquennio rimane sempre lo stesso? Se rimane invariata la didattica? E certo questi quattro anni di "fermo biologico" della scuola secondaria e la riforma degli esami realizzata dal centrodestra (con le commissioni tutte interne) - che ha avuto l'esito perverso di far aumentare in maniera esponenziale la presenza di alunni privatisti nella scuola paritaria - non hanno migliorato le cose.
E allora continuano a piovere sulla scuola prove, come quelle di ieri, che non riflettono pratiche consolidate. Per i temi dati ieri hanno ringraziato polemicamente i docenti di un istituto professionale di Milano,
"Ringraziamo il Ministro - hanno scritto - per aver dato anche ai nostri ragazzi, figli di un dio minore, la possibilità di dimostrare attraverso la prova di italiano le loro conoscenze e le loro capacità. Dante non è nei programmi dei professionali, il tema sulla guerra fredda è di grande complessità&, il tema di ordine generale è talmente poco generale da richiedere una riflessione su uno scienziato, icona del nostro tempo, ma assolutamente estraneo ai percorsi scolastici tipici& e aggiungono: "Ci chiediamo perché questi ragazzi debbano essere posti di fronte a una prova, così enfatizzata in tutta la loro carriera scolastica, e trovarvi ostacoli che non hanno strumenti per superare, perché farli sentire inadeguati, perché costringerli a una prova banale, perché non dare loro argomenti su cui dire e mostrare la ricchezza che hanno dentro, che non è di più, non è di meno, è solo diversa da quella che si ha al liceo".
E in effetti il primo tema, quello su Dante, ha creato difficoltà in molte scuole; vorrei ricordare che spesso anche nei licei si fa la scelta di studiare l'intera Commedia al terzo anno. Certo il tema proposto si configurava come analisi del testo, di un canto peraltro di grande bellezza, significatività, complessità. E l'analisi del testo non è un compito semplificato, anzi presuppone una conoscenza approfondita di qualsiasi autore, della sua storia, della sua poetica. Tanto più se si tratti di un autore come Dante.
Le altre tracce - saggio breve o articolo di giornale - riguardavano il tema storico, quello di attualità, quello di carattere scientifico, quello artistico-letterario.
Bene, anche qui sul tema storico non posso che essere d'accordo con i docenti di Milano. Guerra fredda, processi di integrazione europea sono temi che purtroppo non vengono quasi mai trattati nel programma dell'ultimo anno. E l'aver fornito testi di supporto assai complessi da Hobsbawm a Spinelli, non ha certo aiutato.
Gli altri temi, quello sulla libertà, sul viaggio, sulle catastrofi naturali erano tracce interessanti. Non condivido però che siano stati forniti, come testi di riferimento per ognuno di essi, testi assai diversi tra loro, per epoca storica e per autore. Occorre una grande cultura e una grande capacità di sintesi per ragionare, per esempio, su un tema come quello sulla libertà, districandosi tra Verga, Eluard o Luther King.
E se questi presupposti non ci sono c'è solo il chiacchiericcio e la banalità.
Intendiamoci, sono convinta che le prove, e le prove d'esame in particolare, non debbano essere facili o semplificate, mai. Perché ogni prova serve per crescere. Ma devono essere collegate a quanto realmente si fa a scuola, perché siano veramente strumento di verifica delle "conoscenze e competenze acquisite nel proprio percorso scolastico". O dobbiamo continuare a premiare l'arte di arrangiarsi?