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Aprileonline: Binomi artificiali

Alba Sasso

06/12/2007
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Aprileonline

Ormai è una corsa. Alla ricerca del sensazionalismo, al rifiuto di ogni ragionevole soluzione per i problemi del quotidiano, a partire da legalità ed immigrazione. Non che le due cose siano collegate, ma tant'è, siamo costretti anche a questo, a rincorrere questo binomio artificiale. Dai sindaci che rimpiangono i metodi delle esse esse, al rifiuto sprezzante ed offensivo dell'intitolazione di una strada a Pasolini, con motivazioni francamente ignobili. Nell'assenza non diciamo di un sistema di idee adeguato al momento storico, ma almeno di un sistema attivo di anticorpi in grado di arginare una deriva che sempre più spesso sa di follia, nemmeno organizzata. Non che manchino i presìdi, i fortini nei quali si cerca di organizzare la resistenza a questa ondata di barbarie.

La scuola, innanzitutto. Dove ogni giorno presidi e professori si prendono la loro razione di aggressioni e dileggi, da parte di teppisti di varia età e natura.Dove i telefonini diventano (chi parlava di uso didattico degli stessi?) strumento di aggressione e dileggio, di discriminazione e razzismo, verso i più deboli, gli indifesi. Il ricco nord est che da una parte sogna la caccia allo straniero con i cani, come nell'America del Ku Klux Klan, dall'altra reclama a gran voce sempre più manodopera extracomunitaria, l'unica che consenta i ritmi di sviluppo e di arricchimento a cui sono abituati in quelle regioni. E dunque, nel mezzo, restano in tanti a cercare soluzioni, a tentare di riannodare i fili di una ragione che sembra impazzita, quando non spezzata. A tentare di rilanciare le reti del civile, dell'umano, si potrebbe dire. Reti fatte di persone che non vogliono arrendersi all'ineluttabile, che si ostinano a credere che ancora si possa recuperare terreno, conquistare i giovani alla ragionevolezza, ai valori su cui è stata costruita la società dei diritti. Conviene insistere, sui giovani. È lì il cuore della contraddizione, lì si combatte questa battaglia. Nella quale deve essere chiara a tutti la consapevolezza dei danni, molto vicini all'irreversibilità, provocati dall'idea berlusconiana del mondo. Chè di questo si tratta, anche se per troppo tempo abbiamo rifiutato l'dea di un sistema di pensiero, preesistente, alla base dei successi del cavaliere. Una generazione intera è nata e cresciuta sotto l'influenza di quei valori,o disvalori.

Oggi, all'affacciarsi di questa generazione come protagonista dei fatti sociali, si scontano le conseguenze della sottovalutazione, della superficialità e spesso della sufficienza con cui sono stati affrontati questi problemi. Il razzismo sta diventando rapidamente una ideologia con pieno diritto di cittadinanza, con una sua presenza e "dignità" di pensiero che non può più essere relegato nel folcklore di personaggi alla Borghezio, magari si trattasse solo di quello. Giusto oggi, Montez ha elevato a sistema di analisi sociale quel razzismo, il discorso sui fannulloni, sostenuto da campagne di stampa, è stato un piccolo trattato di economia politica del razzismo degli anni 2000. Non abbiamo molto, per ora, da contrapporre. Le vecchie idee di eguaglianza e fraternità, anche se si rischia il pubblico dileggio. Uno stato sociale degno di questo nome. Una scuola aiutata a funzionare, così come è stato per tanto tempo. Non è molto, ma non sarebbe niente male riuscire a praticarlo. Sempre che non ci decidiamo prima a far tornare in fretta Berlusconi al governo.

* Deputata SD, vicepresidente Commissione cultura