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AprileOnLine: Bruciare le tappe

Puglia. L'anticipo scolastico è una conseguenza della riforma Moratti. Ne parliamo con Paolo Peluso (Flc-Cgil)

20/06/2006
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Aprileonline

Leo Palmisano

In Puglia sempre più famiglie decidono di precorrere i tempi spedendo anticipatamente i figli a scuola nella speranza di guadagnare un anno e di vederli diplomati prima degli altri. Tuttavia, cresce il fenomeno degli abbandoni, vettore di futura instabilità sociale e di sotto-istruzione. Ne parliamo con Paolo Peluso, segretario regionale FLC – CGIL.
Dott. Peluso, ci dice cosa sta accadendo?
Semplicemente sta emergendo una situazione a noi nota da tempo, cioè da quando è partita la riforma Moratti.
E cioè?
Con la circolare 777, l’ex ministro ha anticipato ulteriormente l’età dell’ingresso dei bambini nella scuola elementare. Cosicché oggi ci troviamo in Puglia dei bambini che sostengono l’esame di idoneità alla seconda elementare a cinque anni e qualche mese, senza aver frequentato la prima.
Ma non era così anche prima?
No. È vero che il fenomeno della cosiddetta primina è vecchio, ma prima, prima della Moratti, il bambino doveva aver compiuto sei anni a dicembre e ogni tanto si andava in deroga di qualche mese. Adesso la Moratti ha abbassato a settembre il mese di riferimento, così ci troviamo con bambini che sono nati magari ad aprile o a maggio e che a cinque anni e mezzo vanno direttamente in seconda elementare.
Ma che legame c’è tra questi anticipi e il boom delle scuole paritarie?
Sta avvenendo questo: le famiglie iscrivono i bambini alle scuole dell’infanzia già a due anni e mezzo, sempre grazie alla Moratti, e lo fanno nelle scuole paritarie perché negli asili pubblici non c’è mai posto. Una volta che i bambini sono cresciuti in quelle scuole si comincia a fare una formazione propedeutica all’esamino di idoneità in classi omogenee di futuri anticipatari. Così chi ha mandato i figli alla paritaria si "compra" l’anticipo alla scuola elementare senza alcun controllo.
Perché?
Perché gli esami di idoneità si tengono quasi sempre nelle stesse scuole paritarie! Così l’iscrizione viene praticamente regalata alla famiglia, perché si afferma il principio del "pago per ottenere".
Vuol dire che la colpa è delle famiglie?
La verità è che la famiglia è considerata ormai come una parte del mercato, perché crea la domanda di scolarità. La scuola si adegua al mercato creato dalle famiglie, tutto qui.
Ma cosa ci guadagna una famiglia dall’anticipo?
Le famiglie ormai vivono meccanismi competitivi ed emulativi. Si sentono spinte in massa ad anticipare i tempi su tutto perché sono vittime di una propaganda che distorce gli impulsi.
Che genere di impulsi?
Educativi, per esempio. Penso alle leggi che ha fatto il governo Berlusconi o alla vecchia legge regionale Fitto sulla famiglia. Hanno tolto centralità alla scuola e hanno lasciato in mano alle famiglie l’orientamento della didattica, soprattutto nelle paritarie.
Secondo lei la direzione scolastica regionale ha colpe?
La direzione regionale è incapace di incidere sul fenomeno perché si sono allentate le forme di controllo e di freno del fenomeno. Prima era la famiglia a farsi carico della formazione di quei bambini che provavano ad entrare come anticipatari, dopo aver fatto da uditori, adesso le famiglie chiedono alla scuola di fare ciò che non deve fare. Si è istituzionalizzata e peggiorata una situazione di fatto. Se la direzione regionale avesse assunto un’intesa con gli enti locali sulle conseguenze pedagogiche del fenomeno, adesso non saremmo a questo assurdo.
Mi pare di capire che la CGIL intende prendere provvedimenti.
La FLC chiederà l’abrogazione della circolare 777, e tenterà di aprire una seria riflessione nazionale sull’anticipo scolastico. Perché non basta una legge nuova, c’è bisogno di raddrizzare una cultura della competizione che non gioverà a nessuno. Proprio su questo abbiamo in corso un’indagine con l’Università di Bari.
Le vostre proposte?
Investimenti in strutture asilari pubbliche che aumentino l’attenzione sull’infanzia in Puglia.