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Aprileonline: In piazza i coordinamenti scuola e ricerca

Domani e domenica 24 maggio i "Movimenti e coordinamenti delle scuole, università e ricerca pubbliche" manifesteranno a Roma contro la politica dei tagli adottata dal governo nei confronti dell'istruzione e del mondo accademico: domani, sabato, la protesta si svolgerà in piazza del Popolo dove i movimenti svolgeranno lezioni dal vivo e mostreranno ai passanti le fotografie dei ricercatori; il giorno dopo saranno a villa Dora Pamphili per una giornata di contestazioni a base, stavolta, di musica, giochi e teatro

23/05/2009
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Aprileonline

I coordinamenti dei ricercatori precari, con il supporto di alcune associazioni e della Flc-Cgil, mostreranno quella che definiscono "la bellezza e l'importanza della ricerca che il governo sta calpestando. A piazza Navona migliaia di macro-fotografie - spiegano gli organizzatori della due-giorni di proteste - con i volti delle persone che lavorano nella ricerca verranno stese in piazza del Popolo mentre si svolgeranno decine di lezioni in piazza per adulti e bambini".

I contestatori sottolineano che "i tagli predisposti dal governo sono enormi: colpiscono pesantemente l'offerta formativa e portano al licenziamento di decine di migliaia di precari. Le università - spiegano in un comunicato - vedono diminuire le loro risorse del 30%, licenziano i precari e vengono costrette con il ricatto a diventare fondazioni compromettendo la loro natura pubblica".

La strategia di tagli adottata dal governo non risparmierebbe gli enti di ricerca, "minacciati - sostengono - da estemporanei progetti di riordino, rischiano di perdere la loro autonomia mentre i precari che vi lavorano sono sbeffeggiati dal ministro Brunetta che ne annuncia il licenziamento per decreto".

Anche la scuola si appresta a vivere un triennio all'insegna della riduzione di organici e di spese, preventivati attorno agli 8 miliardi di euro. E per i coordinamenti "si attendono altri provvedimenti che sconvolgerebbero le fondamenta del nostro sistema di istruzione cancellandone la democrazia interna".

Secondo Mimmo Pantaleo, segretario genernale Flc-Cgil, ormai "le scuole italiane rischiano il collasso finanziario: non possono più pagare i supplenti, le visite fiscali, i corsi di recupero, perfino le spese ordinarie per il funzionamento didattico ed amministrativo".

Nel mirino delle proteste c'è, ancora una volta, il ministro Gelmini: "Anziché trovare i soldi - continua il sindacalista dei lavoratori della conoscenza Cgil - annuncia altri tagli di risorse e di personale, provoca il caos più totale nelle prove di esame, a causa di norme improvvisate e insensate sulla valutazione, e privilegia le scuole private a scapito di quelle pubbliche".

Si preoccupa del cambio del nome della Pisacane, confermando così la propria avversità al profilo interculturale di una scuola che guardi al futuro, e non del fatto che il sistema d'istruzione nel nostro paese si avvia verso un preoccupante arretramento qualitativo causato dalle proprie devastanti politiche. Tutto ciò - conclude Pantaleo - viene attuato senza un minimo di confronto con le organizzazioni sindacali , senza tenere conto delle istanze delle regioni e delle autonomie locali e ignorando completamente il parlamento".