Aprileonline: Ispra, la ricerca è il futuro. Non uccidiamolo
In mattinata il presidio convocato dai sindacati interni e dai lavoratori per protestare contro il taglio al personale previsto dai vertici dell'ente. Nel pomeriggio, la battaglia dei ricercatori è approdata in Senato
Politica In mattinata il presidio convocato dai sindacati interni e dai lavoratori per protestare contro il taglio al personale previsto dai vertici dell'ente. Nel pomeriggio, la battaglia dei ricercatori è approdata in Senato, dove i lavoratori hanno avuto in sede U.P.I. un'audizione informale. I lavoratori hanno chiesto ai rappresentanti politici di aiutarli nei rapporti con il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che finora ha sempre rifiutato di incontrarli, e ha rinviato di un'altra settimana la risposta alle questioni che sull'argomento le ha posto la Commissione Ambiente della Camera
"In un periodo di crisi come questo è fondamentale investire nella ricerca, non tagliare i fondi": è quanto afferma Salvo Merlo, segretario nazionale della Flc (Federazione lavoratori della conoscenza) della Cgil, aprendo l'assemblea di stamattina alla sede centrale dell'Ispra di Roma.
Un presidio convocato dai sindacati interni e dai lavoratori per protestare contro il taglio al personale previsto dai vertici dell'ente.
Dopo le vicende di giugno, in cui non fu rinnovato il contratto di lavoro a circa 170 collaboratori dell'Istituto superiore per la protezione e ricerca dell'ambiente, adesso si parla di un'ulteriore scrematura, che lascerebbe a casa 145 ricercatori entro la fine di gennaio. In concomitanza con la protesta dei lavoratori a rischio che proseguono il presidio sul tetto della struttura dell'Ispra di via Casalotti, anche presso la sede principale dell'Eur a via Brancati si è decisa una mobilitazione per solidarizzare con i colleghi e chiedere garanzie alla struttura commissariale nominata dal ministero dell'Ambiente.
All'assemblea era presente anche Paola Agnello Modica, segretaria confederale della Cgil, che ha voluto dimostrare concretamente la propria vicinanza ai lavoratori, dichiarando: "Un lavoratore dell'Ispra non può avere come termine del contratto la fine del commissariamento dell'ente, ma il termine del proprio progetto di ricerca. Questa è una follia". La segretaria confederale si è poi interrogata su quale sarà il ruolo dell'Italia al prossimo vertice sull'ambiente di Copenhagen: "In un momento in cui gli altri paesi investono sull'ambiente e sulla ricerca noi torniamo indietro. Con quale credenziali il presidente del Consiglio si presenterà al prossimo G8 sull'ambiente? Di cosa parlerà?".
La sindacalista ha infine concluso il proprio intervento con una riflessione sui costi del commissariamento dell'Ispra e sul futuro che attende i lavoratori: "Dobbiamo competere sulla qualità e sulla ricerca. Al momento la mission di questa struttura è pari a zero. Non possiamo permettercelo, anche perché i commissariamenti costano parecchio".
Concorde anche Salvo Merlo, che ha ribadito la necessità di "investire sulla green economy, anche alla luce delle potenzialità ambientali dell'Italia". Il segretario della Flc ha poi accusato il ministero dell'Ambiente di voler stabilire "un rapporto fra sovrano e suddito con i lavoratori dell'ente", sottolineando la priorità di "mettere il personale in condizione di poter svolgere il proprio compito e di portarlo a termine".
Dopo gli interventi del sindacato, hanno preso la parola i diretti interessati: i dipendenti, che hanno chiesto garanzie e mobilitazione. "Qui dentro non c'è democrazia. È tutto verticistico, non abbiamo forme di difesa. Siamo tornati al Medioevo, questa non è democrazia, è puro feudalesimo. Non abbiamo pretese assurde, chiediamo solo il rispetto del contratto di lavoro e che i rinnovi siano gestiti con serietà, non come se fossimo ad un mercatino": queste le amare parole di Francesca Assennato, dipendente Ispra. L'atmosfera di rabbia, mista a rassegnazione rivive nelle parole di un dipendente licenziato a giugno insieme a altri 169 colleghi: "Quando perdi la voce per lottare, nulla ha più un senso. Ho lavorato qui per cinque anni con un co.co.co. e poi a giugno non mi è stato rinnovato. Lavoro qui per 'sport', adesso ho un contratto come consulente di una società esterna, ma fra un mese dovrò andarmene". La Cgil interna ha infine annunciato la propria partecipazione allo sciopero generale dell'11 dicembre, indetto dalla Federazione dei lavoratori della conoscenza, che vedrà in piazza ricercatori, insegnanti e universitari.
Nel pomeriggio, la battaglia dei ricercatori è approdata in Parlamento, dove a palazzo Madama i lavoratori hanno avuto in sede U.P.I. (Ufficio di Presidenza Integrato), un'audizione informale alla presenza del presidente, senatore Antonio D'Alì. Anche in sede politica, i precari denunciano una situazione che li vede operare di fatto, da anni, come lavoratori subordinati, seppure con contratti che variano ad ogni rinnovo, con l'alternarsi di borse di studio, assegni di ricerca e contratti di collaborazione, sempre portati avanti alle dipendenze del medesimo ente e sotto la spada di Damocle di un mancato rinnovo. Nei mesi scorsi non sono stati rinnovati i contratti a ben 250 ricercatori ed altri 200 rischiano la medesima sorte entro il 31 dicembre.
I ricercatori, tra cui erano presenti delegati USI - RdB, hanno ribadito alle Commissioni che la loro non è solo una vertenza di lavoro ma una questione nazionale che investe direttamente il problema della ricerca e della protezione ambientale, la quale necessita di un serio investimento, anche al fine di uscire dalla situazione drammatica per cui si interviene sempre dopo le catastrofi anziché fare un monitoraggio e una prevenzione continua per evitare la perdita di vite umane e risorse che in Italia accompagna ogni evento naturale estremo. Hanno poi chiesto ai rappresentanti politici di aiutarli nei rapporti con il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che finora ha sempre rifiutato di incontrarli, e ha rinviato di un'altra settimana la risposta alle questioni che sull'argomento le ha posto la Commissione Ambiente della Camera.