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AprileOnLine: La chimera della sicurezza scolastica

Scuola. Impararesicuri rende noto il testo del IV rapporto di Cittadinanzattiva: una scuola su dieci non è sicura. Allarme in tutte le provincie

29/09/2006
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Aprileonline

Alessandro Cossu

Una scuola su dieci non è sicura e il 30% è appena sufficiente. Le situazioni peggiori si concentrano al Sud e nelle isole, ma l’insicurezza delle nostre scuole è un dato diffuso che non risparmia nessuna zona del Paese. A dirlo è il IV Rapporto sulla sicurezza degli edifici scolastici, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva, che ha messo sotto la lente di ingrandimento 271 scuole concentrate in 88 città, 25 province e 12 regioni (Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna; la classifica completa è sul sito www.cittadinanzattiva.it). Punti dolenti nella sicurezza si confermano, come negli scorsi anni, la mancanza di certificazioni (di agibilità statica, igienico sanitaria e di prevenzione incendi), frequenti crolli di intonaco ed altri segni di fatiscenza, l’assenza di scale di sicurezza, la presenza nelle aule di banchi e sedie rotti. Su tutto domina la difficoltà a reperire fondi per l’adeguamento delle nostre scuole e la mancanza della cultura della sicurezza: ad esempio, anche laddove esistono porte antipanico, spesso sono chiuse con lucchetti o ingombre di materiale di ogni genere. A pesare sul livello generale di sicurezza delle scuole monitorate sono già alcuni dati di partenza, relativi al contesto in cui le stesse sono inserite: circa il 54% è stato costruito fra il 1900 e il 1965 e il 41% fra il 1965 e il 1990; più del 70% è situato in zona a rischio sismico, il 15% è situato in zone con problemi di ordine pubblico o episodi di criminalità nei pressi o all’interno della scuola.
Rispetto alla edizione del 2005 due elementi positivi: nella gran parte dei casi sono stati nominati i responsabili della sicurezza e tutte le figure previste dalla legge 626/94 e le prove di evacuazione sono state svolte nel 92% delle scuole (lo scorso anno nel 75%). Un segno evidente dell’effetto positivo prodotto da campagne di informazione e sensibilizzazione come Impararesicuri.
Alla conferenza stampa di questa mattina è intervenuto anche il Ministro della Pubblica Istruzione, Beppe Fioroni, che sin dal suo insediamento ha sottolineato l’importanza del tema sicurezza per le scuole. “E’ mia intenzione”, ha dichiarato, “inserire in Finanziaria una norma che sancisca un Patto per la sicurezza degli istituti scolastici. Anche attraverso l’istituzione di una Agenzia che riunisca tutti i livelli di responsabilità. Attraverso questa andrà avviato un piano triennale o quinquennale per la messa a norma degli edifici a cui contribuiranno, per una quota pari ad un terzo ciascuno, lo Stato, le Regioni e gli enti locali”. E ha tenuto a sottolineare una netta inversione di tendenza rispetto alle passate gestioni. “Per me, la stagione delle proroghe è finita. Da 44 anni si va avanti con proroghe su proroghe per la messa in sicurezza degli istituti. Questa volta non ce ne saranno, ma rispetteremo i tempi entro cui adempiere agli impegni presi”.
Anche il Capogruppo dei verdi in Commissione Cultura e Istruzione della Camera Poletti ha chiesto un chiaro segnale da parte del Governo. “Servono subito i fondi in Finanziaria per un piano straordinario di miglioramento delle condizioni di agibilità e sicurezza degli istituti scolastici. Sono davvero troppi”, ha aggiunto,”gli istituti scolastici non adeguati, in particolare nel Meridione. Altro che tagli; la scuola, dopo gli anni dell’oblio berlusconian-morattiano, deve tornare ad essere una priorità programmatica assoluta dell’Unione”.
Questi alcuni degli aspetti evidenziati dal Rapporto:
Il 68% delle scuole non ha il certificato di agibilità statica, il 71% non ha quello di agibilità igienico-sanitario, il 75% è privo del certificato di prevenzione incendi. I crolli di intonaco sono abbastanza diffusi e si riscontrano nel 23% delle mense, 21% dei laboratori, 15% delle palestre, 5% delle aule.
Le porte antipanico sono quasi del tutto assenti nei servizi didattici: non ci sono nell’80% delle aule computer, nell’82% delle biblioteche, nel 78% delle palestre. Il 36% degli edifici è privo delle scale di sicurezza.
La situazione più grave tra i servizi didattici è rappresentata dalle palestre; quasi una scuola su tre non dispone di una palestra al proprio interno e non ne fa uso neanche all’esterno. Tra le scuole che ne dispongono, il 15% ha attrezzature danneggiate, solo il 7% ha attrezzature specifiche per studenti disabili, il 15% ha la pavimentazione danneggiata, il 40% è privo di cassette di pronto soccorso.
Anche il cortile è spesso un luogo ad alto rischio: nel 24% dei casi è ingombro di rifiuti o mobili non utilizzati, nel 35% dei casi presenta una recinzione in cattive condizioni, nel 24% dei casi presenta altre fonti di pericolo. Tutti elementi a rischio per un luogo che viene usato dagli studenti per la ricreazione (71% dei casi) o per le attività sportive (38%).
Il livello di vivibilità all’interno delle aule non è certo soddisfacente: banche e sedie rotti in 1 scuola su 4 (rispettivamente 28% e 23% dei casi), pavimenti sconnessi nel 10% di esse, finestre non integre nel 12% delle aule, prive di tapparelle o persiane nel 24%, con evidenti ripercussioni sui livelli di illuminazione e sulla temperature dei locali.
“Chiediamo”, ha dichiarato la responsabile scuola di Cittadinanzattiva, Adriana Bizzarri, “il rispetto dei tempi (dicembre 2006) per il completamento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica. Al di là dell’Anagrafe, crediamo sia necessario stabilire un Patto quinquennale fra Stato centrale, enti locali e cittadini per l’individuazione tra l’altro degli edifici scolastici sui quali investire individuati a partire da: quelli situati in zone a rischio sismico, quelli indicati come in pessime o cattive condizioni sulla base dei monitoraggi condotti annualmente da Cittadinanzattiva, edifici con gravi carenze strutturali o generalizzata situazione di degrado. Legato a questo è necessario uno stanziamento di fondi adeguati. Ad oggi mancano all’appello i 500 milioni di euro per le scuole situate nelle zone a rischio sismico: di quel fondo, non sono stati ancora erogati i primi 194 milioni approvati dal Cipe e pubblicati nella GU dell’agosto 2005, mentre del secondo stralcio, di circa 300 milioni di euro, si sono del tutto perse le tracce. Chiediamo lo stanziamento con la Finanziaria 2007 di ulteriori fondi per la messa in sicurezza di tutte le scuole, per invertire la tendenza negativa che ha visto un successivo decremento e poi un annullamento dei soldi stanziati: dagli 826 milioni di euro del triennio 1996-98 ai 720 mln di euro del 1999-2001, ai 461 mln di euro del 2003-2004, fino all’assoluta mancanza di finanziamenti per il 2005 e 2006. Ulteriori fondi potrebbero esser ricavati con la lotta agli sprechi e proponendo alle imprese private e cooperative, nell’ambito di programmi di responsabilità sociale, di adottare edifici scolastici o parti di essi per contribuirne alla messa in sicurezza”.
Il prossimo appuntamento della Finanziaria sarà una prima occasione per dare risposte a queste richieste, e vedere se il Ministro terrà fede alle dichiarazioni