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Aprileonline: Mussi sceglie il pugno di ferro

Il ministro dell'università e ricerca fa ripetere i test di ammissione nella facoltà di medicina di Catanzaro, chiede di indagare a Messina, e annuncia che dal prossimo anno si cercherà di ridurre al massimo le prove a numero chiuso. Le Fiamme Gialle in azione anche a Bari, Chieti e Ancona

13/09/2007
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Aprileonline

Emiliano Sbaraglia

"Voglio avere una relazione e un quadro completo della situazione, ma se ci fossero casi di illecito, ci sarà l'annullamento delle prove". "Se gli errori derivano da sciatteria o trascuratezza, perché magari qualcuno non ha fatto i controlli che doveva qualche testa salterà". Così il ministro Fabio Mussi pochi giorni fa, subito dopo le prime perplessità che iniziavano a far capolino riguardo le prove di ammissione ai corsi universitari di alcuni atenei italiani. Poi sono spuntati fuori sette indagati, da parte della Procura della Repubblica di Bari, nell'ambito di un nucleo di indagini che la Guardia di finanza aveva iniziato dal giugno del 2006 sui test di ingresso alle facoltà di Medicina e Odontoiatria delle Università di Bari, Chieti e Ancona. Fingendosi dei candidati in questa tornata 2007, Le Fiamme Gialle hanno così individuato un'organizzazione collegata al personale interno, amministrativo e docente, che garantiva "aiuti esterni" ai candidati per superare i test. Nella truffa sarebbero coinvolti anche una cinquantina gli studenti.

C'è poi la situazione riguardante Catanzaro, nella cui università i test di ammissione alla facoltà di Medicina verranno ripetuti, dopo la decisione del rettore dell'ateneo, Francesco Saverio Costanzo, che ha così dato seguito alle indicazioni ricevute dal ministro dell'Università. "Di fronte all'invito che ci è stato rivolto dal ministro, -sono state le parole del rettore- non possiamo che agire di conseguenza. Quando abbiamo segnalato al ministro e all'autorità giudiziaria le irregolarità che abbiamo riscontrato - ha aggiunto Costanzo - lo abbiamo fatto nel segno della trasparenza e della legalità. Ed è su questa linea che intendiamo proseguire". Da ricordare che già qualche anno or sono, un altro scandalo coinvolse l'ateneo di Catanzaro per la facoltà di Giurisprudenza nella quale, degli studenti laureati iscritti all'esame, dopo aver effettuato i due anni di praticantato (di cui gli ultimi sei mesi nella città calabrese per ottenerne la residenza e quindi la possibilità di sostenere l'esame), circa il 90% riusciva a superare la prova di avvocatura.

Trasparenza e legalità, dunque. Due direttive alle quali Mussi sembra voler dare seguito con una certa deteminazione: "Non annulleremo i test nazionali, ma individueremo e allontaneremo corrotti e corruttori. A Bari saranno esclusi dalle graduatorie gli studenti coinvolti nell'inchiesta giudiziaria". Da chiarire anche la situazione creatasi in Sicilia, presso l'università di Messina: "Ho chiesto alla Procura di Messina di fare luce sull'anomalia statistica che si è verificata nell'università, dove è stato registrato un alto numero di studenti che hanno superato le selezioni con il massimo del punteggio". Con questa sale a tre il numero delle inchieste in corso.

Nel corso della convulsa giornata il ministro ha voluto anche raggiungere telefonicamente il Comandante Generale della Guardia di Finanza Cosimo D'Arrigo, per esprimere il proprio "apprezzamento e il ringraziamento per l'impegno profuso e i risultati ottenuti dalla Guardia di Finanza nel corso dell'inchiesta sui test di accesso a corsi universitari". Mussi ha infine contattato l'Alto Commissario per la Prevenzione e il contrasto della Corruzione nella pubblica amministrazione, Achille Serra, con il quale ha fissato un appuntamento per la prossima settimana.

Ma non tutti sono d'accordo con l'operato del dicastero di università e ricerca. L'Unione degli universitari, ad esempio, contesta la decisone di Mussi. "La prova del quattro settembre andava annullata in tutta Italia", viene scritto in una nota, che prosegue: "Non è cercando di circoscrivere i problemi in alcuni atenei "capri espiatori" che si risolve un problema ormai patologico come quello del numero programmato". La risposta del ministro è perentoria: "Ho chiesto il parere dell'avvocatura dello Stato, e non esistono presupposti giuridici per l'annullamento in tutte le sedi, sarebbe un'ingiustizia verso chi si è comportato onestamente".

Ora a Catanzaro si sta indagando sull'apertura anticipata delle buste che contenevano i quiz, mentre a Bari si sta cercando di appurare se dipendenti dell'università abbiano aiutato alcuni studenti a superare la prova.

"Per il prossimo anno bisogna ridurre drasticamente il ricorso al numero chiuso", chiosa Mussi. Chissà se sia questa la soluzione migliore.