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AprileOnLine:Scuola araba, Natale multireligioso

L'istituto Nagib Mafhuz di via Ventura a Milano apre le porte ai cittadini in occasione del Natale e della celebrazione musulmana della Festa del Sacrificio. Un momento di incontro tra culture e religioni diverse, dopo le infinite polemiche e l'odissea burocratica

19/12/2006
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Aprileonline

Jacopo Matano

Il panettone accanto ai dolcetti baklava, le torte rustiche vicino al kebab. Alla scuola arabo egiziana Nagib Mahfuz, in Via Ventura 4 a Milano, culture, (cucina) e religioni si mescolano per una grande festa di quartiere. L'occasione: il Natale cristiano e la festa musulmana del Sacrificio, che quest'anno si celebra il 30 dicembre. Una giornata a porte aperte, per ribadire che la convivenza e l'integrazione sono possibili. La festa è stata organizzata dall'associazione italo-egiziana Insieme, che ha promosso l'apertura della scuola. Mahmoud Othman, presidente dell'associazione, spiega l'intento dell'iniziativa:"quest'anno, per noi musulmani, la celebrazione della festa del Sacrificio cade a fine dicembre. Abbiamo pensato di celebrarla in anticipo assieme al Natale, in modo da accontentare sia i genitori cristiani sia gli islamici. In più abbiamo invitato i milanesi, perché ci conoscano e, dopo le polemiche attorno alla scuola, abbandonino ogni pregiudizio.
L'istituto privato Nagib Mahfuz, prima scuola egiziana in Italia, è balzata agli onori della cronaca per il polverone politico alzatosi in seguito alla sua apertura. Senza attendere il parere della direzione generale regionale all'istruzione, su consiglio dell'ex Presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida (che ha offerto la sua assistenza legale), l'istituto ha spalancato i propri cancelli il 9 ottobre scorso. Per i 130 bambini delle elementari e medie il primo giorno di scuola è stato a dir poco burrascoso: sono stati accolti con bandiere e striscioni da un presidio di protesta della Lega nord. E mentre il dibattito si spostava sul piano internazionale, coinvolgendo il quotidiano saudita "al Watan" in una querelle con il partito di Bossi, il 12 ottobre i vigili del fuoco hanno bloccato l'accesso all'edificio causa la mancanza di un'uscita d'emergenza al primo piano e la conformazione inidonea di alcune porte tagliafuoco. I responsabili dell'associazione Insieme hanno promesso che la messa a norma sarebbe stata immediata, e così è stato. All'undicesimo sopralluogo dei pompieri, giunto l'ok della Direzione scolastica regionale della Lombardia, recepito il parere positivo della prefettura, la procedura per la riapertura viene bloccata dal Comune di Milano: per l'amministrazione di Letizia Moratti manca un documento che certifichi il "cambio di destinazione d'uso", essendo la sede di via Ventura 4 precedentemente utilizzata da un ente di formazione professionale (l'Enaip). Occorre sottolineare che questo ente, beneficiando dei contributi regionali per lo svolgimento di attività formative finanziate dal fondo sociale europeo, doveva per legge avere i locali a norma: per ottenere i contributi dell'U.E. la Regione Lombardia impone l'iscrizione del soggetto richiedente all'elenco degli enti accreditati, e l'iscrizione viene concessa soltanto in seguito a specifiche ispezioni di accertamento della sicurezza dell'edificio.

Dopo le proteste di molte associazioni milanesi e dell'opposizione locale, perplesse di fronte all'accanimento burocratico esercitato da parte di palazzo Marino, il ministro dell'Istruzione Fioroni ha autorizzato l'avvio delle lezioni, e Lunedì 6 novembre la scuola ha riaperto i cancelli. Davanti, ad attendere gli alunni e le mamme, il solito picchetto della Lega: "È in corso un tentativo di invasione islamica" ha tuonato il capogruppo al Consiglio comunale Matteo Salvini. "Questa scuola è una piaga nel cuore di Milano", ha fatto eco l'assessore al commercio di An Tiziana Maiolo, spalleggiata da Gianfranco Fini. Ma stavolta non è bastata la protesta dei berretti verdi, né le critiche dell'amministrazione, e nemmeno la discesa in campo del leader di Alleanza Nazionale: nelle aule della scuola araba intitolata al premio nobel per la letteratura si è tenuto il primo mese di lezioni.

Oggi l'iniziativa della festa, tesa a ricucire le ferite lasciate dallo scontro politico e a rendere più serena la convivenza con il quartiere e con la città intera. Tanti sono i milanesi che hanno colto l'occasione della celebrazione multireligiosa per curiosare tra le mura della scuola di cui molto hanno sentito parlare sui giornali. Tra i visitatori anche un ospite d'eccezione: don Luigi Badi, parroco della vicina chiesa di San Martino di Lambrate, che si è fatto un giro per i corridoi dell'istituto insieme alla direttrice Lidia Acerboni. "La scuola araba è un´esperienza positiva, da incoraggiare" - ha spiegato Don Luigi -."Nella convivenza del diverso è fondamentale prima di tutto la conoscenza. Per questo sono venuto. È un primo passo verso l´apertura di un dialogo fra culture e identità differenti, nel rispetto e nella valorizzazione delle singole specificità".

La Mahfuz è una scuola egiziana, non una scuola coranica. Nelle sue aule si imparano l'arabo e l'italiano. Dal punto di vista formale è un "istituto straniero in Italia", come il liceo Chateaubriand a Roma, la Scuola Giapponese di Milano, la Scuola Germanica di Genova, l'Accademia Americana di Firenze.

E mentre i bambini milanesi giocano a pallone nel cortile insieme ai compagni egiziani, le mani impastocchiate dai dolcetti di Natale e della Festa del Sacrificio, i loro genitori scoprono che al numero 4 di via Ventura c'è una scuola come le altre.