Aprileonline: Università, le proposte del PD
10mila borse di studio studenti, defiscalizzare i dottorati di ricerca. Finanziamenti alla ricerca e autonomia per gli atenei. L'università, è la tesi dei democratici, "si può riformare ma si deve poter spendere meglio non meno". Di qui le 8 proposte basate su 4 punti cardine: risorse, responsabilità, rigore e razionalizzazione
Siamo a 283 giorni dalla "delenda università" che renderà famoso questo governo per aver ridotto l'università allo stremo". Beppe Fioroni, responsabile del Pd per i settori della scuola e dell'università, accusa l'esecutivo per il piano di tagli deciso in Finanziaria ma anche per l'atteggiamento assunto nei confronti degli studenti durante le proteste della settimana scorsa. "E' difficile un dialogo con un governo il cui presidente del Consiglio fa troppe strumentalizzazioni e generalizzazioni sui nostri studenti e ricercatori - dice - giudicandoli parassiti e intriganti, ci sono sicuramente mele marce ma non tutto è così in quel mondo".
Secondo Fioroni, che ha presentato in una conferenza stampa insieme al segretario Dario Franceschini le proposte del Pd sull'università e la ricerca, "manifesta stoltezza e approssimazione chi definisce gli studenti guerriglieri (come ha fatto qualche giorno fa il ministro Renato Brunetta, ndr) perchè così si demolisce e non si crea fiducia".
L'università, è la tesi dei democratici, "si può riformare ma si deve poter spendere meglio non meno".
Di qui le 8 proposte basate su 4 punti cardine: risorse, responsabilità, rigore e razionalizzazione. Previsto anche un capitolo sul diritto allo studio con l'introduzione di "10mila borse di studio da 10mila euro l'una per i neo-diplomati più meritevoli provenienti da famiglie non abbienti spendibili per qualunque corso di laurea in qualunque università italiana a scelto dello studente". Nello stesso ambito si propone di "defiscalizzare per cinque anni le assunzioni di dottori di ricerca sia nel settore privato che in quello pubblico" e di "estendere il sistema del diritto allo studio universitario al dottorato di ricerca per garantirlo anche a studenti provenienti da famiglie non abbienti".
Il Pd propone inoltre di "avviare immediatamente l'Agenzia nazionale per la valutazione e di legare sempre più le risorse alle valutazioni" sugli atenei, di "costituire un'Agenzia nazionale indipendente per il finanziamento alla ricerca pubblica cui affidare l'assegnazione di tutti i finanziamenti", quindi di "promuovere l'autonomia degli atenei fissando per legge solo i criteri generali cui gli statuti devono attenersi".
Infine, i democratici propongono una nuova politica "del reclutamento" per ridurre la precarietà dei ricercatori, distinguere reclutamento e carriera e stabilire un ruolo unico della docenza.
Il Pd ricorda che l'Italia è all'ultimo posto tra i paesi Ocse per investimenti in questi settori: all'università viene destinato lo 0,9% del Pil e per la ricerca l'1%, l'Italia è ultima anche per quota di laureati. Il rapporto docenti-studenti è il più basso e gli stipendi dei docenti italiani sono tra i più bassi d'Europa. E i servizi e gli alloggi "non sono commensurabili con quelli di altri paesi europei, col risultato di un sostanziale blocco della mobilità per gli studenti meno abbienti".