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Arretrano i nostri atenei: «Troppi tagli»

La nota dolente s’intuisce dai piazzamenti, è l’arretramento complessivo del sistema universitario nazionale

18/08/2013
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l'Unità

Gabriele Masiero

Sono le universìtà di Pisa e di Roma La Sapienza le migliori d’ìItalia secondo l’Academic Ranking of World Universities (www.shanghairanking.com) elaborato dalla Jiao Tong University di Shanghai per il 2013 e considerato il più accreditato a livello internazionale. I due atenei italiani si posizionano tra il 101/o e il 150/o posto al mondo, precedendo quelle di Milano e Padova, tra il 151/o e il 200/o posto, e quelle di Bologna, Firenze, Torino e del Politecnico di Milano, collocate tra il 201/o e il 300/o posto, ma la nota dolente s’intuisce dai piazzamenti è l’arretramento complessivo del sistema universitario nazionale: sono infatti 19 le istituzioni accademiche italiane che quest’anno compaiono tra le primo 500 al mondo, contro le 20 dello scorso anno e le 22 del 2011, ponendo l’Italia all’ottavo posto tra le nazioni, subito dietro la Francia (che ne ha 4 tra le prime 100) e il Giappone (3 nelle prime 100). E nessun nostro Ateneo può vantarsi di essere fra i migliori cento del mondo. Le performance migliori sono quelle degli atenei Usa con 17 tra le prime 20 e 149 tra le prime 500, seguite da quelle della Cina (42 tra le prime 500, ma nessuna tra le prime 100), Germania (38 e 4 tra le prime 100) e Regno Unito (37 e ben 9 tra le prime 100). L’arretramento dell’Italia fa infuriare il rettore dell’università di Pisa, Massimo Augello, che non si rasserena per il primato in Patria e attacca: «La colpa è delle scelte miopi compiute dai governi che si sono susseguiti in questi anni e che hanno fatto perdere competitività al nostro mondo rispetto all’estero». «Il risultato di Pisa – aggiunge Augello è lusinghiero anche per quanto riguarda i macro settori e i singoli campi disciplinari. Si conferma la leadership in Italia per il macro settore delle Scienze naturali e matematiche, essendo presente tra i primi 100 al mondo insieme alla Scuola Normale e all’università di Padova. Compare inoltre in quello dell’Ingegneria, tecnologia e informatica, dove è tra il 151/o e il 200/o posto al mondo. Pisa è infine presente in quattro dei cinque campi disciplinari monitorati dall’Arwu: quelli della Matematica e della Fisica, entrambi posizionati tra il 76/o e il 100/o posto al mondo, e quelli della Chimica e dell’Informatica, che si piazzano tra il 151/o e il 200/o posto. Il nostro bilancio di questi 10 anni è molto lusinghiero: siamo diventati leader assoluti in Italia, insieme alla Sapienza di Roma, dopo aver scavalcato atenei del prestigio di Milano, Firenze e Padova». Negativo è però il dato nazionale: «Il sistema universitario italiano ha visto diminuire le sue presenze nella top 500 mondiale, passando dalle 23 del 2003 al minimo di 19 di quest’anno e da un lungo periodo non conta università tra le prime 100 al mondo. Ciò è conseguenza di una politica miope da parte dei governi che si sono succeduti alla guida del Paese, che hanno continuato a tagliare i fondi e impedito di fatto gli investimenti in risorse umane tendenti a un ricambio generazionale. In questo modo il Paese non ha saputo cogliere il rilievo fondamentale che il mondo dell’università e della ricerca ha nella società contemporanea, non riuscendo a rilanciare e valorizzare l’enorme potenziale di ricchezza degli atenei italiani in un contesto mondiale sempre più competitivo e globalizzato».