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Asili, emergenza in tutta Italia.

A Roma uno su due resta fuori

05/05/2013
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la Repubblica

Corrado Zunino

A Pescara le famiglie si stanno organizzando in casa: asilo fai da te con nonne e nonno a disposizione. Giocattoli, libri con figure e una didattica all'impronta. D'altronde il nuovo bando per gli asili comunali, con domande da presentare entro il 31 maggio, prevede 130 nuovi posti, non uno di più. Come ai concorsi. "Ci aspettiamo come sempre una pioggia di richieste", dice l'assessore agli Asili nido, "non riusciremo ad accogliere tutti i bambini, ma attiveremo convenzioni con strutture private e presto realizzeremo nuovi nido attingendo a fondi regionali".

Per le scuole dell'infanzia si può parlare di emergenza, in tutta Italia. Al Nord e soprattutto al Sud si registrano richieste crescenti per far frequentare ai figli solo mezza giornata, necessità dettata dal bisogno di risparmiare. I tagli ai finanziamenti ormai toccano aree che hanno mostrato al mondo le eccellenze da noi possibili. A Reggio Emilia, negli ultimi due anni, i trasferimenti sono scesi di un milione di euro (su ventuno) e si assiste a un calo significativo nella percentuale di scolarizzazione dei bambini dai tre ai sei anni. Causa crisi, almeno 500 fanciulli non sono stati iscritti dalle famiglie a nulla: a Reggio Emilia, straordinariamente, sono crollate le liste d'attesa. La percentuale di chi frequenta resta alta  -  il 40,5% al nido, l'86% nella scuola d'infanzia  -  , ma si è spostata su fasce di reddito più alte.

In Lombardia si assiste a un generale aumento di richieste di iscrizione e un altrettanto generale
ingrossarsi delle liste d'attesa. L'organico degli insegnanti è confermato, ma comuni e province faticano a far fronte alle spese di competenza. In Toscana da anni la Regione finanzia le speciali sezioni Pegaso all'interno di scuole statali o comunali per affrontare richieste che altrimenti resterebbero inevase: per il prossimo anno scolastico le sezioni Pegaso saliranno a 170 (più settanta). La Regione Toscana, però, non ha più fondi e ha chiesto l'intervento diretto dello Stato.

A Roma un bambino su due resta in lista d'attesa: le domande per le comunali della prossima stagione sono state mille in più e 11.381 piccoli (su 21.757) resteranno a casa. I "fuori asilo" nella capitale sono diventati più di quelli che entreranno e il rapporto tra educatori e bambini passerà da uno ogni sei a uno ogni sette. La giunta Alemanno, ancora, ha scelto di affidare la gestione di otto asili ad altrettante strutture private emanando un bando che fa scendere il costo per bimbo da 600 euro a 480, un low cost che diventerà inevitabile ribasso della qualità offerta.

La crisi generalizzata delle scuole d'infanzia del paese ha portato la Cgil a elaborare un decalogo in difesa dell'asilo, "perché la sua efficacia nell'annullare le cause che portano all'abbandono e alla dispersione scolastica è ormai acclarata, perché offre a tutti un ambiente di apprendimento pensato per rispondere alle esigenze dei bambini, perché è una straordinaria agenzia di inclusione, integrazione e promozione umana". Ecco, gli asili sono una vera e propria scuola. La prima scuola. E la Cgil (Flc) chiede di aumentare del 10% il numero di sezioni statali: 500 sezioni nuove ogni anno per i prossimi cinque con un costo complessivo di 170 milioni. Il sindacato chiede, ancora, una legge per l'obbligo di frequenza del terzo anno per arrivare, più avanti, all'obbligatorietà di tutto il percorso della scuola d'infanzia.