Aumenti di merito e assunzioni, oggi il round tra Bianchi e sindacati
Il vertice dopo l'accordo del 10 marzo sul pubblico impiego
Marco Nobilio
Il taglio del cuneo fiscale sarà trasformato in un incremento dell'importo della retribuzione fondamentale, ma buona parte dei fondi per il rinnovo del contratto sarà destinata alla retribuzione dello straordinario (fondo d'istituto). Sono queste alcune delle novità più importanti contenute nel patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale siglato il 10 marzo scorso dal premier Mario Draghi e i segretari di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri. L'accordo definisce le linee generali, lungo le quali dovrà essere costruito il nuovo impianto contrattuale che dovrà regolare il rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici, scuola compresa.
Oggi il round si sposterà a viale Trastevere, con l'incontro con i segretari delle confederazioni e i generali della scuola. Al centro anche le modifiche sull'aspetto normativo, gli incrementi di merito e il piano assunzionale.
Le trattative per il rinnovo del contratto saranno avviate non appena il governo emanerà gli atti di indirizzo. E comprenderanno una prima fase, all'esito della quale sarà sottoscritto il nuovo contratto nazionale quadro sui comparti e sulle aree di contrattazione della pubblica amministrazione. La seconda fase sarà incentrata, invece, sulle trattative per il rinnovo dei contratti di comparto. Per la scuola il comparto di riferimento è Istruzione e Ricerca. Che comprende la scuola, l'università (con l'eccezione dei docenti e dei ricercatori, perché sono in regime di diritto pubblico), la ricerca e l'Afam (accademie e conservatori).
I fondi disponibili per il rinnovo dei contratti sono pari mediamente a 1.187 euro lordi a testa. Che dovrebbero consentire aumenti medi netti di circa 48 euro mensili. Ma il condizionale è d'obbligo, perché i 48 euro comprendono anche lo straordinario. E cioè la dotazione finanziaria del fondo di istituto. Il patto del 10 marzo, peraltro, esplicita che tra i vincoli che il governo intende porre al tavolo negoziale vi è proprio quello di indirizzare una parte consistente delle risorse disponibili verso il lavoro aggiuntivo. Valutazione del merito e premialità, che nella scuola vengono tradotte a loro volta in progetti didattici e in incarichi di collaborazione con il dirigente scolastico. Vale a dire, in attività lavorative diverse dall'insegnamento in senso stretto.
Tanto si evince anche dalle linee programmatiche della funzione pubblica rese note dal nuovo titolare di palazzo Vidoni, Renato Brunetta, durante l'audizione resa davanti alle commissioni riunite I e XI della camera e del senato il 9 marzo scorso: « I meccanismi di valutazione delle performance assumeranno un ruolo cruciale… e andranno innovati profondamente per diventare una leva premiale». Dunque, una parte rilevante delle risorse sarà erogata secondo criteri discrezionali nella disponibilità del dirigente scolastico. A questo proposito, il patto del 10 marzo chiama in causa anche il middle management, già anticipato dall'ex ministra dell'istruzione, Lucia Azzolina, con l'atto di indirizzo del 4 gennaio (si veda Italia Oggi del 26 gennaio scorso, pag.35). L'accordo, infatti, prevede la rivisitazione degli ordinamenti professionali tramite l'introduzione di nuove figure non dirigenziali «dotate di competenze e conoscenze specialistiche, nonché in grado di assumere specifiche responsabilità organizzative e professionali».
Il testo negoziale prevede, peraltro, il rafforzamento nel tempo di queste figure tramite l'individuazione di ulteriori risorse finanziarie da stanziare nella legge di bilancio del 2022. Uno spazio importante per realizzare queste innovazioni sarà quello della formazione permanente del personale, anche in vista di una maggiore digitalizzazione di tutti i servizi della pubblica amministrazione. Il tempo necessario alla formazione, però, sarà considerato a ogni effetto come attività lavorativa. È ragionevole ritenere, dunque, che il nuovo contratto specificherà in modo chiaro che la formazione rientra nel monte delle 40 ore destinato alle attività destinate alle riunioni del collegio dei docenti.
La contrattazione collettiva dovrà, inoltre, occuparsi di regolare il lavoro agile. Il patto del 10 marzo si pone come obiettivo quello di introdurre una nuova disciplina contrattuale che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, atte a migliorare la qualità della prestazione conciliando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni. Nell'ambito del contratto collettivo nazionale di lavoro del triennio 2019-21, saranno quindi disciplinati, in relazione al lavoro svolto a distanza (lavoro agile), aspetti di tutela dei diritti sindacali, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro. Quali, per esempio, il diritto alla disconnessione, le fasce di contattabilità, il diritto alla formazione specifica, il diritto alla protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze ed ogni altro istituto del rapporto di lavoro e previsione contrattuale.