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Avanzata dei licei nel Centro-Sud, Lazio da record

Preferito lo Scientifico. Continua la crescita dell’Alberghiero al tempo di Masterchef

27/03/2014
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Corriere della sera

Scelgono le materie scientifiche e le conoscenze informatiche, sognano di fare gli chef e di imparare le lingue straniere. Sono queste le preferenze degli adolescenti italiani, alle prese con le iscrizioni alle scuole superiori per l’anno scolastico 2014/15. E i loro sogni per il futuro, in questi anni di crisi durissima, che tagliano le speranze oltre ai posti di lavoro, risiedono nei numeri e nella scienza, nella fuga all’estero o nelle attività manuali.
Il ministero dell’Istruzione ha reso noti i dati relativi alle iscrizioni, che per le classi prime di elementari, medie e superiori si sono chiuse il 28 febbraio. In testa alle preferenze dei 531 mila studenti che a settembre andranno «alla scuola dei grandi», svetta lo Scientifico: 121.686 domande, un vero e proprio boom. Con oltre 4 mila richieste per l’indirizzo Sportivo, al suo debutto ufficiale a settembre. Al secondo posto, l’istituto Alberghiero, con 48.867 domande. Salgono le quotazioni del Linguistico, preferito da 47.161 ragazzi, con un incremento dello 0,6 per cento rispetto a un anno fa. Tiene, nonostante le campane a morto che risuonano da più parti, il liceo Classico: 31.860 iscritti, con una sostanziale conferma (6%) dopo anni di calo.
Si tratta di dati provvisori — i definitivi saranno pubblicati nel mese di aprile — ma già rappresentativi. Che un esperto di giovani e di orientamento come Francesco dell’Oro legge così: «Si conferma la “licealizzazione”, la tendenza a gonfiare le iscrizioni ai licei (scelti da uno studente su due) per un malinteso senso di mobilità sociale. Il Tecnico si difende bene (163 mila iscrizioni, il 30,8% del totale, ndr ), soprattutto negli indirizzi che appassionano di più i ragazzi: informatica e telecomunicazioni; mentre calano finanza e marketing, che pure sono i diplomi più richiesti, secondo le Camere di Commercio. Si conferma in ascesa lo Scientifico Scienze applicate, che tra le materie non ha il Latino, e l’indirizzo Sportivo, una novità che incuriosisce». E ancora: il Linguistico è vissuto come un percorso che garantisce competenze utili e spendibili subito. Il calo di iscritti dei Classici? «Riguarda solo alcuni istituti, che forse dovrebbero interrogarsi sulla propria offerta formativa». Un ottimo corso di studi, in realtà, che «dovrebbe solo adottare più buon senso ed equilibrio, soprattutto nelle valutazioni, perché la scuola deve richiedere impegno, non sofferenza». E passione, curiosità. «Ingredienti indispensabili per la riuscita», avverte Andrea Cammelli, fondatore di AlmaLaurea. Che spiega che secondo un sondaggio di Almadiploma, il 44% degli studenti, se potesse tornare indietro al momento dell’iscrizione alla scuola superiore cambierebbe indirizzo di studio. Perché le motivazioni in un 14enne sono ancora in fieri. E a quelle dei ragazzi si sovrappongono le ragioni dei genitori e le pressioni degli insegnanti. «Forse — sostiene — sarebbe meglio pensare a un biennio iniziale, che consenta una formazione di qualità a tutti, rinviando la scelta a un momento in cui i ragazzi saranno più maturi».
In Italia ci saranno più di due cuochi per ogni operaio, complice forse il successo di programmi come «Masterchef». Ma — aggiunge la psicologa sociale, Elisabetta Camussi — gioca anche l’aspirazione a lavorare all’estero, fare esperienze in catene internazionali». Certo, la crisi ha cambiato le aspirazioni dei giovani e provocato il crollo delle iscrizioni ai professionali con indirizzo industriale, scese al minimo storico rispetto al boom d enogastronomia, turismo e agraria. «Anche se Tecnici e Professionali — sottolinea Camussi — sono per tradizione scuole più inclusive, capaci di tenere legate persone che provengono da ceti e contesti diversi».
Le percentuali di iscrizioni ai Licei superano la media nazionale del 50,1% al Centro-Sud. In particolare è boom nel Lazio (61,7%), seguono Umbria (54,7%), Abruzzo (54,5%) e Campania (52,7%). I tecnici piacciono di più al Nord, con regioni come Veneto (37,9%), Friuli Venezia Giulia (37,3%), Emilia Romagna (34,7%) e Lombardia (34,3%) che superano ampiamente la media nazionale del 30,8%. Infine i professionali superano il 20% di iscrizioni — contro una media del 19,1% — in Basilicata (21,7%), Emilia Romagna (21,6%), Puglia e Campania (21,5%).
Antonella De Gregorio