Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » AVVITA/SVITA-Ovvero lo spettacolo corale di un intero paese che insegna.

AVVITA/SVITA-Ovvero lo spettacolo corale di un intero paese che insegna.

Aspettando settembre, la rassegna stampa regala ai suoi lettori le considerazioni di uno spettatore del Teatro povero di Monticchiello

16/08/2006
Decrease text size Increase text size

Donna-Che ci fate lassù in cima

Uomo1/Uomo 2-(rispondono all’unisono)Si monta un palcoscenico/Si smonta un palcoscenico.

Tutti- Come ?

Uomo1- Niente. Si aspetta

Uomo2-Si aspetta che qualcuno ci racconti qualcosa.

Ragazzo- Ma qualcosa fate già,perché mi sembra che dianzi stavate stringendo dei dadi!

Uomo1- Sì ma non è proprio così,perché io li stringo e poi dopo,lui,li allenta.

Bambino- Davvero uno avvita e uno svita?

Uomo 1- Certo. Che c’è di male?

Ragazzo- Allora come avete fatto a costruire il ponte fino a codesto punto?

Uomo 2 – Ragazzo! Contentati di sapere come stanno le cose e non chiedere perché stanno in un certo modo.

Bambino- E te sei quello che svita?

Uomo 2 – Sì. Io sono quello che svita.

Ci vuole mestiere….Ci vuole mestiere anche per svitare,che ti credi….! C’è chi è portato e chi no. Io, per esempio, sono più portato a svitare che ad avvitare!

Uomo 1- (con tono polemico) Perché hai un caratteraccio!

Uomo 2 – (altrettanto polemico)Te avvita che io svito e lascia perdere il carattere!

Ragazzo- In codesto modo però,restate sempre al medesimo punto!

Uomo 1 – Eh!....dipende…perché se è più veloce chi avvita si va avanti….Se invece è più veloce chi svita,si va indietro. Dipende da chi è più veloce!

Questa è la trascrizione fedele dei dialoghi che sono stati recitati all’inizio di “ anniquarant’anni” autodramma ideato scritto e realizzato dalla gente di Montichiello(SI) ovvero l’edizione 2006 del Teatro povero di Monticchiello.

Assistendo quest ’estatea tale spettacolo mi è venuto da pensare che fosse una perfetta allegoria della scuola italiana degli ultimi tempi. Infatti anche se è stato scritto per dare ragione delle difficoltà in cui si sono trovati gli abitanti di Monticchiello ad ideare per la quarantesima volta il tradizionale spettacolo che dal 1966 ogni estate li racconta ai turisti di passaggio;sembra proprio che parli di noi.

Il palcoscenico di cui si parla è il teatro in cui si svolge il nostro mestiere di insegnare:la scuola italiana. Negli ultimi cinque anni ha trovato chi avvitava un palcoscenico per un’elite di attori,che riuscissero ad affascinare sterminate platee.

Contemporaneamenteil sindacato cercava di smontare questo palcoscenico per pochi. Perciò questo spettacolo non è riuscito. Adesso che perfino il regista-ministro ha preso in mano il cacciavite per smontare le parti del palcoscenico che non sono piaciute, il nuovo spettacolo tuttavia tardaa incominciare perché gli attori non hanno più parole,non sanno cosa dire. Infatti non ci sono più i pedagogisti di una volta,mancano autori di testi validi che sappiano ridare fiducia e coraggio agli insegnanti-attori,rendendoli davvero protagonisti. Questo è il segreto per fare finalmente uno spettacolo che riesca a coinvolgere e ad entusiasmare anche gli studenti-spettatori. Solo attori resi protagonisti dagli autori e dal regista saprebbero scendere tra il pubblico e renderlo a sua volta protagonista dello spettacolo. Perché non basta obbligare gli spettatori-studenti a restare più a lungo, a teatro,per poter affermare di aver fatto uno spettacolo di successo.

Obbligati a fermarsi potrebbero semplicemente annoiarsi più a lungo.

Solo se sapremo farli ridere,ma anche piangere come in ogni spettacolo che si rispetti,resteranno volentieri senza sbadigliare,senza guardare continuamente l’orologio o senza andarsene prima della fine,come troppo spesso succede.

Ad ogni buon conto l’estate prossima,se potete andate a Monticchiello a vedere lo spettacolo,vi piacerà,ne sono certo. Anche perchéla formula usata è di sicuro successo. Davvero tutti e trecento gli abitanti di quel paese partecipano e decidono insieme quale spettacolo fare anche se poi solo alcuni,bambini compresi,verranno incaricati di recitarlo,qualcuno scriverà il copione e un altro farà il regista. Chi viene da fuori ad assistere “sente”comunque che si tratta di uno spettacolo corale,cui tutti hanno contribuito dalla signorina che ha preso le prenotazioni, al commerciante che avete visto in bottega e che poi è salito “in cattedra”,pardon sul palcoscenico, per insegnarvi una storia del suo paese.

Settembre,andiamo è tempo di ….. iniziare!

O meglio…che lo spettacolo cominci.

Arturo Ghinelli