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Continueremo a dare battaglia al governo" (M.Z.) "L'ultimatum dovrebbero darlo al Governo, non ai sindacati che stanno facendo tutto il possibile per risolvere la questione". Elena Galimberti,...
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Continueremo a dare battaglia al governo"
(M.Z.) "L'ultimatum dovrebbero darlo al Governo, non ai sindacati che stanno facendo tutto il possibile per risolvere la questione". Elena Galimberti, segretario provinciale della Cisl-scuola, replica così all'ingiunzione del neonato comitato che riunisce gli insegnanti precari: i professori esigono qualche passo avanti concreto su nomine, graduatorie, decapitazione dei posti di sostegno entro il primo ottobre prossimo, altrimenti minacciano di scaricare i sindacati di categoria e muoversi in autonomia.
L'esponente della Cisl comprende la frustrazione dei lavoratori, ma non accetta accuse di immobilismo contro la sua organizzazione e le altre sigle sindacali: "Abbiamo già fatto quanto in nostro potere, lo stiamo ancora facendo e continueremo a farlo. Purtroppo ci troviamo di fronte a un continuo rimpallo di responsabilità: la Moratti dice che è colpa di Tremonti, Tremonti dice che è colpa della Moratti e avanti così. Come "confederali" ci siamo già mossi: abbiamo fatto una serie di incontri con i responsabili del ministero dell'Istruzione, abbiamo proclamato lo stato di agitazione. E' vergognoso che ogni anno si verifichi questo turn-over continuo del personale docente ed Ata (impiegati amministrativi e bidelli, ndr) che impedisce quella stabilità indispensabile alla didattica. Vi sono molti posti vacanti ed sono stati effettuati dei tagli assurdi: tutte queste cose le abbiamo dette e le ripetiamo. Peraltro, bisogna anche dire non è sempre facile trovare gente che partecipi alle manifestazioni".
Cgil, Cisl e Uil, comunque, promettono di continuare a dar battaglia: "Proseguiamo a far pressioni sul ministro Moratti. Alla fine il Governo qualcosa farà: la nostra preoccupazione è che, anziché fare entrare in ruolo personale che vada a coprire il 60 per cento delle cattedre disponibili, come annunciato, si limitino al 10 per cento o a percentuali molto basse, che non cambierebbero assolutamente la situazione".