Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Bambini, non merce

Bambini, non merce

Bambini, non merce di Raffaele K. Salinari* La legge Gasparri è scivolata su pannolini e pappine, i sederini dei bambini saranno banditi dai nostri schermi: molta facile e cini...

03/10/2003
Decrease text size Increase text size

Bambini, non merce
di Raffaele K. Salinari*
La legge Gasparri è scivolata su pannolini e pappine, i sederini dei bambini saranno banditi dai nostri schermi: molta facile e cinica ironia di questo tipo ha costellato i commenti politici all'indomani dell'evento parlamentare del giorno, la sconfitta del governo sulla legge Mediaset. Pochi si sono invece soffermati sul merito dell'emendamento proposto da Rifondazione che vieta l'utilizzo dei minori di 14 anni negli spot televisivi. Raul Vaneghen, uno dei fondatori del movimento situazionista, diceva gia negli anni sessanta che "i bambini mostrano oggi le rughe dei vecchi consumatori" lanciando una riflessione, allora agghiacciante, sull'uso strumentale dei sentimenti di amore e protezione che i bambini suscitano istintivamente, da parte del capitale e della sua società reificante.
Oggi la realtà è andata ben oltre quella riflessione d'avanguardia, consegnandoci un mondo ove l'infanzia è merce tra le più pregiate e tra le meno costose, un investimento che costa nulla ma produce grandissimi profitti. Il bambino, infatti, ha tutti i requisiti per essere sfruttato sessualmente, come lavoratore, come piccolo spacciatore, come consumatore, ma praticamente nessuna protezione come essere pienamente titolato di diritti. Il minore non vota ma compra o fa comprare, la sua immagine rende cifre impressionanti ma la sua integrità psicologica e fisica viene tenuta in poco conto. Un parallelo che regge è, infatti, quello con l'essere umano che indossa una maschera di Topolino a Disneyland: l'immagine che indossa è protetta, il lavoratore che la porta a spasso molto meno.
L'emendamento di Rifondazione solleva quindi un gravissimo problema etico prima ancora che politico, un problema che avrebbe dovuto essere individuato da molto tempo e da tutta la sinistra, impegnata nella rincorsa politicista di una società che va riconquistata, prima ancora che nelle urne, nella proposizione di una scala di valori alternativi a quello della merce e del suo feticismo che riduce i bambini, il nostro futuro, al loro mero valore di scambio.

*presidente Terre des Hommes