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Banchi sponsorizzati: è ricorso al Tar

Presentato dalla Cgil, con le associazioni di studenti e genitori

14/11/2010
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Corriere della sera

Carmen Carbonara

BARI — No ai banchi sponsorizzati nelle scuole della Bat. E questa volta, per ribadirlo, è stato addirittura presentato un ricorso al Tar Puglia. A promuoverlo, la Flc-Cgil Puglia insieme alla Rete degli studenti medi della Bat e al coordinamento Genitori democratici della Puglia. Per tutti, i banchi con lo sponsor - e relativa pubblicità - rischiano di provocare la «lesione di un corretto percorso formativo che la scuola è prioritariamente tenuta a garantire». Anche perché la scuola è il «luogo preposto alla formazione e alla educazione di liberi cittadini e non di acritici consumatori». Questi sono alcuni dei passaggi del ricorso preparato dall’avvocato Ettore Sbarra, che ha chiesto al Tar la sospensiva e l’annullamento del bando già pubblicato e in scadenza il 30 novembre prossimo, il quale invita i privati interessati a finanziare l’acquisto di un modulo o più moduli banco-sedia al costo di 68,90 euro più Iva. No, quindi, al nome delle aziende che verrebbe impresso sulle targhette a corredo di banchi e sedie. «Con poco più di 70 euro - sottolinea Paolo Peluso, segretario regionale della Flc-Cgil - le aziende si assicurano una pubblicità a vita o, per lo meno, per la durata della vita del banco. Immaginarsi cosa significa questo per dei ragazzi in età formativa». Ed è proprio questo punto ad agitare genitori e studenti.

«Se il bando non avesse previsto la possibilità di mettere un logo sul banco - spiega Giuseppe Scatigna, coordinatore regionale dei Genitori democratici - non avremmo avuto problemi, dal momento che nella scuola i finanziamenti privati sono sempre entrati. In questo caso, però, ci sarebbe un riferimento preciso al privato che acquista il banco. Diverso sarebbe con una forma di finanziamento generica, veicolata attraverso l’ente pubblico e utilizzata anche per i banchi». «Il nome dello sponsor impresso sul banco - spiega il responsabile della Rete degli studi medi della Bat, Francesco De Martino - è un bombardamento pubblicitario che, a differenza di quello televisivo, non ci consente di cambiare canale». Il Tar dovrà, comunque, decidere sulla base delle contestazioni di diritto mosse dai ricorrenti. «In particolare - rileva il responsabile della Flc-Cgil Bat, Franco Dambra - la Bat con questo bando è venuta meno a uno dei compiti dell’ente pubblico: assicurare beni essenziali come gli arredi per il funzionamento della scuola pubblica». Non ci sta l’assessore provinciale all’Istruzione della Bat, Pompeo Camero. «Il bando - fa notare - esclude la possibilità che gli sponsor siano aziende inappropriate, come quelle di biancheria intima o che si occupino di prodotti legati al sesso. Qualora il Tar dovesse ammettere il ricorso, mi rivolgerei all’Ufficio scolastico regionale e al Miur per accertare se anche gli arredi o altri strumenti che arrivano nelle scuole non abbiamo il nome dell’azienda che li ha forniti».