Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Biondi (Indire): finita la pandemia i prof torneranno alle lezioni frontali

Biondi (Indire): finita la pandemia i prof torneranno alle lezioni frontali

Perché con la dad il modello di didattica è rimasto identico

04/05/2021
Decrease text size Increase text size

Emanuela Micucci

   

0 VOTI

«I docenti che hanno usato la webcam durante la pandemia torneranno a usare la lezione frontale come prima». Si dice «pessimista», sul futuro dell'innovazione e della didattica a distanza a settembre, Giovanni Biondi, presidente di Indire, intervenendo all'Edu Day 2021, l'evento di Microsoft dedicato al mondo della scuola e dell'università che ha esplorato il ruolo della tecnologia nelle nuove esperienze d'apprendimento con un focus sulla didattica ibrida. «Credo che molti docenti chiuderanno il computer e ricominceranno a fare la didattica trasmissiva davanti alla lavagna, digitale o di ardesia», spiega Biondi. «Il linguaggio digitale porta valore aggiunto quando a cambierei è il modello della didattica. Il computer acceso in aula dà fastidio. È il modello trasmissivo che non si adatta alla lezione digitale. Mentre la lezione frontale è identificata dai docenti con la loro capacità di insegnare. Questo temo sia lo scenario a settembre». Fin dal lockdown si è sbagliato tutto riproponendo, a distanza, la scuola in presenza. Si è sbagliato l'approccio. Costringendo bambini e razzi a stare 4-5 ore davanti al video, un bombardamento di lezioni spesso anche su Whatsapp. Ripetendo lo stesso orario scolastico.

«Il modo peggiore di usare la tecnologia. Si è considerato il digitale un surrogato della didattica in presenza». Si sarebbe dovuto, fin dalla scorsa estate, «investire sulla formazione digitale degli insegnanti», perché era chiaro che al primo segnale di recrudescenza della pandemia le scuole sarebbero state chiuse di nuovo. «Ci vogliono investimenti da parte del ministero, ma anche una visione».

La scuola in Occidente, osserva Biondi, sta vivendo un momento di passaggio da un modello a un altro. «L'insegnante capisce che i ragazzi non sono più motivati dal voto e se non c'è la motivazione l'apprendimento non funziona, così la scuola abbassa il livello creando l'analfabetismo di ritorno». Occorre una strategia diversa: «Una didattica collaborativa online», che significa rendere «i ragazzi più partecipativi, coinvolgerli, interessarli e accompagnarli in un apprendimento attivo». Significa anche uscire dalla logica che l'unico modo per valutare uno studente sia l'interrogazione. Ed è importante ripensare l'uso del tempo e rivedere il calendario scolastico. Ma anche gli ambienti, gli arredi.

Oggi i 44 mila edifici scolastici sono tutti uguali e tutti funzionali ala lezione frontale. L'Indire ha proposto la metodologia degli 1+4 spazi educativi: una riorganizzazione dell'ambiente scolastico che alle superiori va progettato per dipartimenti e in funzione delle attività. Architetture scolastiche innovative per metodologie didattiche innovative. A questo proposito, ricorda Biondi, «abbiamo proposto a Cassa depositi e prestiti un accordo le progettazioni delle nuove scuole partano con un piede diverso: gli architetti, infatti, sono spesso attenti alla trasformazione ecologica degli edifici scolastici, ma per il resto riproducono cose tradizionali».