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Borse di studio, si ferma il decreto. Le Regioni frenano. Studenti esultano

Scontro sulle nuove norme per il diritto allo studio. Il ministro Profumo assicura: "Verranno approvate il prossimo 21". Errani: "Non condividiamo i nuovi criteri di accesso

08/02/2013
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Scontro sul decreto sul diritto allo studio universitario. Il decreto super contestato è stato rinviato di due settimane. Le associazioni degli studenti che da mesi lo contestano e che anche oggi hanno dato vita a sit-in, parlano di una prima vittoria. Il ministro Profumo dice che "si farà", ma poco dopo il presidente delle Regioni di fatto lo stoppa: "Va modificato"

E' la Conferenza Stato-Regioni che apre l'ultimo capitolo sul contestato provvedimento: riunita questa mattina lo ha rinviato al prossimo 21. Gli assessori all'Istruzione di diverse regioni italiane avrebbero bocciato per ben due volte le bozze "migliorative" presentate dal ministro. E comunque la sensazione è che in piena campagna elettorale nessuno vuole prendersi la responsabilità di avallare un provvedimento impopolare che potrebbe escludere dalle borse di studio da un terzo al 45 per cento degli attuali aventi diritto.

Una decisione che il ministro Profumo commenta spiegando che il decreto verrà varato il 21: "Si
Farà per dare più risorse al diritto allo studio. Lavoriamo ora ad una soluzione che sia equa e che tenga conto delle disuguaglianze", dice il ministro. E cambiamenti serviranno, sottolinea lo stesso presidente delle Regioni Vasco Errani che spiega la decisione della Conferenza: "Quel decreto non ci convince, e per questa ragione è stato rinviato di due settimane. "Non condividiamo - dice Errani - i nuovi criteri di accesso alle borse, vanno

modificati i fondi per il 2013 e vanno distribuiti con i vecchi criteri. Poi - conclude - si ragioni nei mesi successivi su come modificarli collaborando con regioni, università e studenti".

Ma gli studenti parlano di "prima vittoria" col preciso obiettivo di fare desistere completamente la Conferenza dall'approvare il decreto in questione. "Il Ministro dimissionario Profumo - scrive in una Michele Orezzi, coordinatore dell'Unione degli Universitari - non è riuscito a stravolgere tutto il sistema di diritto allo studio nell'arco di una settimana. Questa volta - continua - l'abbiamo fermato. Questo decreto rischia di espellere migliaia di studenti dal sistema delle borse di studio lasciandoli senza alcun tipo di supporto".

Il decreto approntato dal ministero, secondo gli studenti, riduce le possibilità di accedere alle borse di studio e fa leva su entrambi i criteri previsti: il merito e la condizione economica. Abbassa le soglie massime (Isee) di accesso alle borse di studio che vengono differenziate per regione e aumentano, fino a raddoppiare, i crediti minimi per mantenere - anno per anno e per tipologia di laurea - la borsa di studio negli anni a seguire. Ma non solo. Il decreto interviene anche sull'importo delle borse di studio, che contrariamente alla logica, subiscono un taglio (che varia dal 7 al 12 per cento) rispetto attuali per studenti residenti in sede e pendolari.

E per finire aggancia lo status di fuorisede non alla distanza chilometrica dell'ateneo dal luogo di residenza ma ai tempi di percorrenza dei mezzi pubblici. Una novità che non convince gli studenti perché in Italia i mezzi di trasporto - treni, pullman e autostrade - sono parecchio diversificati da Nord a Sud e, questa volta verrebbero penalizzati gli studenti settentrionali.

"Ci auguriamo ora che il ministro non tenti inutili colpi di coda a tre giorni dalle elezioni con il chiaro obiettivo di strumentalizzare un tema così importante come il diritto allo studio e il futuro degli studenti per meri fini elettorali - dichiara Luca Spadon, portavoce di Link coordinamento universitario - Pretendiamo la definitiva cancellazione del decreto e l'apertura di un reale dialogo con gli studenti"