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Buona Scuola: non solo referendum, boicottaggio subito

I quesiti referendari contro la Buona scuola presentati nel 2017. La lunga marcia del movimento inizia in autunno con un'agenda fittissima di iniziative: mozioni nei collegi docenti, notti bianche, manifestazioni e scioperi. Non escluso un ricorso alla Consulta contro la "riforma"

08/09/2015
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il manifesto

Il refe­ren­dum con­tro la buona scuola si terrà nel 2017. Sarà inse­rito in un ven­ta­glio di que­siti con­tro lo Sblocca Ita­lia, il Jobs Act, le riforme costi­tu­zio­nali e le prin­ci­pali deci­sioni dei primi 18 mesi di governo Renzi. La rac­colta firme par­tirà nella pri­ma­vera del 2016. La reda­zione dei que­siti è stata affi­data, tra gli altri, al costi­tu­zio­na­li­sta Mas­simo Vil­lone. La deci­sione è stata presa dall’assemblea nazio­nale del movi­mento con­tro la «Buona Scuola» alla quale dome­nica scorsa hanno par­te­ci­pato 350 per­sone (oltre a 50 per­sone via strea­ming) in rap­pre­sen­tanza di un cen­ti­naio di sigle: tutti i sin­da­cati del set­tore (Flc-Cgil, Cobas e Uni­co­bas, Cisl e Uil Scuola, Gilda e Snals e altri); parte delle asso­cia­zioni attive nel mondo della scuola (dal Comi­tato Lip a Ges­setti Rotti, dagli auto­con­vo­cati ai coor­di­na­menti dei geni­tori, le «Cat­tive mae­stre»), gruppi face­book (Non uno di meno o Soste­gno il soste­gno), gli stu­denti Uds, quelli uni­ver­si­tari di Link, la rete Stu­dAut; poi i ricer­ca­tori «non strut­tu­rati» e i pro­fes­sori uni­ver­si­tari (Con­pass), il movi­mento per l’acqua pub­blica; sin­da­cati come la Fiom e par­titi come Sel, Cin­que Stelle, Rifon­da­zione. Hanno par­te­ci­pato anche l’ex Pd Ste­fano Fas­sina secondo il quale «le com­mis­sioni legi­sla­tive pos­sono ancora espri­mere pareri con­trari sui decreti attua­tivi» e Alfredo D’Attorre, depu­tato Pd, con­te­stato per la sua appar­te­nenza al Pd. «La con­te­sta­zione è molto dif­fusa nella base del Pd – ha detto D’Attorre — La riforma mette in discus­sione i valori della Costituzione».

La via refe­ren­da­ria, già intra­presa da «Pos­si­bile» di Civati e dal gruppo “lea­der­ship per la scuola”, non riscuote grandi entu­sia­smi nel movi­mento. Il pro­blema non è rac­co­gliere le firme (500 mila in tre mesi tra due anni) ma rag­giun­gere il quo­rum, scon­fig­gere l’astensionismo, creare una vasta mobi­li­ta­zione che imponga un segno di discon­ti­nuità poli­tica gene­rale. Non pro­prio que­stioni all’ordine del giorno in un momento di «bassa» a sini­stra dove sem­mai si mol­ti­pli­cano ipo­tesi poli­ti­che con­cor­renti, men­tre il movi­mento Cin­que Stelle pre­si­dia sal­da­mente lo spa­zio dell’opposizione e prova a lan­ciare ini­zia­tive come gli ordini del giorno che impe­gnano le giunte regio­nali con­tro la riforma della scuola. Il movi­mento punta sulla pro­pria auto­no­mia e scom­mette sulla cre­scita di altre mobi­li­ta­zioni dal basso durante l’autunno con­tro le poli­ti­che del Par­tito democratico.

Oltre al refe­ren­dum, è stato annun­ciato da subito il boi­cot­tag­gio dei comi­tati di valu­ta­zione attra­verso mozioni votate dai col­legi dei docenti, pre­vi­sta una «notte bianca» della scuola il 23 set­tem­bre una «notte bianca» della scuola e una mani­fe­sta­zione nazio­nale. C’è anche la richie­sta di un nuovo scio­pero gene­rale. Ripar­tirà il per­corso per ripre­sen­tare la legge di ini­zia­tiva popo­lare «Per la buona scuola per la Repub­blica» («Lip»). Un’agenda poli­tica fit­tis­sima che si intrec­cerà con la mobi­li­ta­zione delle Rsu – primo incon­tro pre­vi­sto a Roma l’11 set­tem­bre – e le altre ini­zia­tive uni­ta­rie dei sin­da­cati, tra cui ci sarebbe un ricorso alla Con­sulta con­tro alcuni punti inco­sti­tu­zio­nali della riforma. ro. ci.