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Camusso: «Ripartire dall’istruzione»

La leader della Cgil al centro Altinate: è una battaglia di democrazia

18/11/2010
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Il Mattino di Padova

«Ripartire dalla scuola, dall’università, dalla ricerca». E’ la rotta da seguire secondo Susanna Camusso per uscire dalla crisi e ridare dignità al Paese. La neo eletta segretaria generale Cgil l’ha ribadito ieri al convegno «La conoscenza motore dello sviluppo del Paese», organizzato al San Gaetano dalla Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil (tra gli altri relatori, Emilio Viafora, segretario regionale Cgil e Salvatore Mazza, Flc Veneto). Senza paura di fare autocritica - ad esempio sul sistema dei concorsi pubblici viziato dal clientelismo, «anche a causa di tanti tesserati Cgil» - la Camusso ha ricondotto la crisi in cui versa il mondo del lavoro in Italia, precarizzato e privato di diritti, all’attacco perpetrato dai governi degli ultimi quindici anni ai danni di istruzione pubblica e sistema universitario. «La battaglia per l’istruzione è battaglia per la democrazia, perché un uomo ignorante non è libero - ha detto - Non a caso scuola e università sono stati terreno di scontro privilegiato per l’attacco ai diritti di studenti e lavoratori e creare divisioni e marginalità». Una riflessione anche sui sindacati. «Il sindaco Zanonato ha fatto appello all’unità sindacale - ha osservato Camusso - noi siamo pronti a discutere nuove regole per rendere i lavoratori protagonisti del loro futuro. Ma, visto che la richiesta di unità viene sempre fatta a noi, va ricordato che quando si creò divisione, guarda caso sulla scuola il 30 ottobre 2008, non fu la Cgil a rompere ma gli altri sindacati, manifestando in un senso al mattino e firmando i protocolli del governo che dicevano il contrario al pomeriggio». Polemiche a parte, dove trovare le risorse per rilanciare scuola, università e ricerca? Pronta la risposta: «La Corte dei Conti dice che la corruzione costa 60 miliardi l’anno e l’evasione arriva a 125 miliardi: si potrebbe rilanciare il sistema dell’istruzione, della ricerca e del lavoro». A proposito della crisi istituzionale, infine, Camusso ha auspicato la rapida caduta del governo: «Questo esecutivo non ha governato la crisi, ha fatto provvedimenti sbagliati e determinato una stagnazione. Se ne va in fretta fa una delle prime cose positive per il Paese. C’è bisogno di un’altra agenda politica, basata su diritti e lavoro: per questo rilanciamo con forza la manifestazione nazionale del 27 novembre a Roma». (s.var.)